logo 15/01/2007
11:00 T.U.
Immagine di
Rolando LIGUSTRI
Ripresa dall'Osservatorio
Astronomico di Talmassons (Ud)
Sezione
Comete
MacNaught comet taken by day: 108 KB; Click on the image to enlarge

Immagine senza elaborazione ottenuta sommando 8 integrazioni da 1/500 di secondo ciascuna; si vede distintamente la parte interna della chioma.

MacNaught comet taken by day: 89 KB; Click on the image to enlarge

Immagine ottenuta elaborando la somma di 15 integrazioni da 1/500 di secondo; si vede chiaramente la chioma e l'inizio della coda che si apre verso sinistra.

Cometa McNaught / 2006 P1 ripresa a mezzogiorno!

La storia di questa cometa, la trentunesima scoperta dall'astrauliano Robert McNaught ve l'ho tratteggiata in sintesi nella prima pagina della sua gallery. In questa vi mostro la quinta immagine della C/2006 P1 ottenuta da un nostro socio, stavolta Rolando Ligustri, il quale l'ha presa dall'Osservatorio Astronomico di Talmassons. Nell'inquadratura vediamo la porzione del cielo dove si trovava la cometa a mezzogiorno di lunedì 15 gennaio 2007, col sole distante solamente 5°!!! Riprendere in pieno giorno la McNaught a così poca distanza dalla nostra stella, significa chiaramente che essa è un astro chiomato con una luminosità al di fuori delle solite comete.

Rolando Ligustri ha scritto:
"Oggi mi sono recato poco prima delle 12 in osservatorio per provare a riprendere la cometa con il filtro del sodio, ma non c'è stato niente da fare con la digicam (NdR: non riusciva a "impressionarla"). Ho quindi provato a riprenderla senza i filtri e quello mostrato è il risultato. Ad occhio l'ho stimata più debole di qualche magnitudine rispetto a Venere, però fotografarla a mezzogiorno e con il Sole a soli 5 gradi... beh, è una cosa incredibile, oltre che pericolosa!"

L'impressione che l'oggetto sia stato molto più debole del pianeta Venere si può giustificare col fatto che il dischetto planetario ha un'area molto limitata, mentre l'area luminosa della cometa è sicuramente più vasta. Questo comporta che la luminosità totale identica sia distribuita su superficie più vasta e quindi la luminosità per grado quadrato sia più bassa. Inoltre si deve tener conto pure che il contrasto tra il dischetto planetario e quello della chioma della cometa è molto diverso, con un valore maggiore per quello planetario, accentuando ancora di più la sensazioen che la chioma della cometa sia di luminosità più debole. Lo stesso accade quando si osservano le meteore, le quali appaiono ai neofiti molto meno luminose di quanto siano in realtà, dato che essi (senza l'esperienza osservativa necessaria) non possono confrontarle direttamente con la luminosità delle stelle e tendono a sottostimarle sistematicamente. Comunque, ribadendo l'eccezionale luminosità di questa cometa, essa è la prima la cui chioma viene fotografata a mezzodì da un socio del CAST.
Rimarco anche una parte di quanto detto poc'anzi da Ligustri: "chi non ha una buona esperienza nell'osservazione solare non si azzardi MAI a cercare la cometa di giorno fintanto che è così vicina al Sole dato che, se si commette anche un solo errore, si potrebbe rimanere ciechi per tutta la vita!!!. A tal riguardo consiglio sempre di rileggere l'articolo che il dr. Mauro Messerotti ci scrisse in occasione dell'eclissi totale di sole dell'11/08/1999 (i danni che si possono arrecare alla vista a causa dell'osservazione del Sole senza gli opportuni filtri).

Le due immagini hanno una dimensione di 600 x 450 pixel, sono a 16,8 milioni di colori; occupano 2,7 e 1,9 MB, qui compressi a 108 e 89 KB rispettivamente. Cliccandole le aprirete a 800 x 600 pixel.

Telescopio riflettore: Celestron SC diametro 11" (279 mm); lunghezza focale: 2000 mm con interposto un oculare da 28 mm (f/7)
Digicam: Nikon Coolpix 4300; f/7
Tempo dell'integrazione: somma di 8 e 15 esposizioni da 1/500 secondo

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Copyright © 2007 di Lucio Furlanetto (testo) e di Rolando Ligustri (immagine)
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Pagina caricata in rete: 16 gennaio 2007; ultimo aggiornamento (1°): 17 gennaio 2007