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Cometa Hyakutake 2 / 1996 B2

La cometa Hyakutake, C/1996 B2, venne scoperta da Juji Hyakutake in Giappone nella seconda metà del 1996. E' stata la seconda cometa dall'astrofilo, essendo la Hyakutake 1 "vecchia" di appena un mese e mezzo, ma nella nostra breve storia è la "Hyakutake per eccellenza", in quanto molto più luminosa e spettacolare della precedente.
Il passaggio dell'astro nel Sistema Solare interno è avvenuto a cavallo della fine del 1995 e i primi mesi del 1996. Il nostro circolo l'ha seguita da subito, anche se la sua elevata luminosità non è stata completamente messa a profitto, soprattutto a causa del tempo inclemente nel periodo in oggetto presente nel nostro Friuli.
La particolarità principale dell'astro è stato il suo passaggio ravvicinato, a circa 10 milioni di km dalla Terra, il quale ha permesso di vedere un astro chiomato molto luminoso, si ricordi che la Cometa Hale-Bopp era ancora un corpo di luminosità telescopica, con una coda di lunghezza inconsueta, per lo meno per il venteggio successivo all'apparizione della cometa West.

Complice l'inclinazione del piano orbitale della C/1996b2, la vicinanza molto stretta e l'intrinseca luminosità dell'astro, a cavallo del 23-24 marzo 1996, il giorno del massimo avvicinamento al nostro pianeta, essa si è mostrata d'una bellezza veramente notevole. Produsse una chioma di magnitudine prossima alla zero, con una coda visibile ad occhio nudo lunga quasi una trentina di gradi (ho misurato personalmente 28,5°) e dalla campagna di Talmassons (quindi dalla pianura). In quel momento stava transitando presso la Gamma Bootis e ci tolse il fiato vederla apparire così imponente tra gli ultimi rimasugli della nebbia (a marzo!) che si stava disperdendo. Purtroppo di tutte le riprese fatte, solamente quella di Giuliano Degano si salvò dal massacro avvenuto a causa di certi laboratori fotografici (già è difficile riuscire ad immortalare simili rarità, se poi si rovinano i negativi per errata operazione di sviluppo...). L'immagine più bella ripresa la potete vedere nel riquadro qui sotto.

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L'astro venne seguito ancora per circa un mese, sino al 20 aprile del 1996, ma molto basso sull'orizzonte e immerso nelle luci del tramonto. Nella gallery presente in questo sito, vedrete parecchie immagini di Francesco Scarpa, uno dei migliori astrofotografi dell'associazione, il quale la seguì, con i mezzi disponibili allora, sino a che gli fu tecnicamente possibile. Non disponenvamo allora ancora delle metodiche e delle attrezzature usate adesso, soprattutto l'impiego dei ccd abbinati ai telescopi. Peccato, perché che la 1996 B2 ripasserà nel Sistema Solare interno solamente tra ventiquattromila anni.


Per raccontare quanto accadde quella notte, tra spostamenti da un lato all'altro della provincia per ricercare un po' di cielo sereno, scrivemmo un articolo, pubblicato anche sulla stampa locale, che linkiamo qui: Astrofili premiati per la loro caparbietà (con 1 immagine da 12 KB).


Invece, la cometa tornò a tenere banco alcuni anni dopo, quando gli astronomi si accorsero di un fatto inconsueto accaduto ad una navicella spaziale molto distante dalla Terra.
Il testo sintetizzato, tradotto dalla comunicazione originale, lo riportiamo di seguito.

MEDIA RELATIONS OFFICE
JET PROPULSION LABORATORY
CALIFORNIA INSTITUTE OF TECHNOLOGY
NATIONAL AERONAUTICS AND SPACE ADMINISTRATION
PASADENA, CALIF. 91109 TELEPHONE (818) 354-5011
http://www.jpl.nasa.gov

5 Aprile, 2000

TRANGERS IN THE NIGHT: ULYSSES incontra una cometa

Durante un incontro non pianificato, il veicolo spaziale Ulysses ha attraversato l'immensa coda della Cometa Hyakutake, scoprendo che queste code possono essere molto, ma molto più lunghe di quanto si credesse.

"Le probabilità che Ulysses' durante il suo volo intersechi la coda della cometa sono molto inferiori alla probabilità di far saltare il banco a Monte Carlo", dice il Dt. Edward Smith di NASA' del Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, CA, lo scienziato fà parte del Team Ulysses che controlla il magnetometro della sonda.
Prima dell'incontro inatteso, Ulysses si trovava a centinaia di milioni di chilometri lontano dalla Cometa Hyakutake e dalla coda visibile.

"Questa coda si estende per mezzo miliardo di chilometri. È più di tre volte la distanza tra la Terra e il Sole," dice il Dt. Nathan Schwadron, dell'Università del Michigan di Ann Arbor, membro di uno delle due squadre di Ulysses che hanno fatto la scoperta indipendentemente l'una dall'altra.
Le conclusioni di entrambe le squadre sono state pubblicate sul numero del 6 Aprile della rivista Nature.

La Cometa Hyakutake, una delle comete più luminose del ventesimo secolo, fece una abbagliante apparizione notturna nella Primavera del 1996, quando effettuò il suo passaggio attorno al Sole: mentre Ulysses viaggiava nello spazio studiando il vento solare, il 1 maggio 1996, improvvisamente i suoi dati diventarono incoerenti per alcune ore.
Per esempio il vento solare sembrò quasi scomparire, per essere sostituito da gas che non si trovano normalmente nel vento solare, e il campo magnetico del vento solare fù distorto.
Fino a che gli scienziati di Ulysses non iniziarono a cercare comete, non capirono subito cosa volessero dire quei dati che arrivavano dalla sonda.

La scoperta fù fatta quasi per caso, un pò come cercare un ago in un pagliaio, anche se, in primo luogo, non stavi cercando un ago! dice il Dt. George Gloeckler dell'Università del Maryland, principale ricercatore della squadra dello spettometro che analizza il vento solare e la composizione ionica.
Lo strumento studia il contenuto e la carica elettrica dei gas ionizzati. Mentre questa squadra scoperse ioni che si trovano tipicamente nelle comete, la squadra del magnetometro osservava cambi direzionali nel campo magnetico associabili alle code cometarie.

Ulysses, lanciata nel 1990, è una impresa congiunta tra la NASA e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il veicolo spaziale studia il Sole su un orbita ad angolo retto rispetto al piano orbitale dei pianeti. Studia il campo magnetico del Sole, i venti solari ed i raggi cosmici che arrivano ai poli Nord e Sud del Sole. Non porta a bordo alcuna fotocamera, ma i suoi dieci sofisticati strumenti possono osservare alcuni fenomeni non scopribili con osservazioni visuali.
Gli scienziato ora sanno che, con strumenti sensibili come quelli che si trovano a bordo di Ulysses, è possibile scoprire particelle cometarie che non sono visibili normalmente.

Ulteriori informazioni sulla missione Ulysses sono disponibili:
http://ulysses.jpl.nasa.gov e http://helio.estec.esa.nl/ulysses/

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Copyright © 2000-2005 di Lucio Furlanetto (testo) e 1996 di Giuliano Degano (immagine)

Pagina caricata in rete: 12 settembre 2000; ultimo aggiornamento (5°): 24 giugno 2005