Francesco Scarpa ci presenta qui una seconda immagine della nebulosa d'idrogeno ionizzato che circonda varie stelle della costellazione di Orione: l'Anello di Barnard. Questa fotografia, presa dal Monte Matajur, abbraccia un campo di vista più piccolo di quella di Mauro Zorzenon, ma in questa sono evidenziati più dettagli dell'anello vero e proprio, visibile per gli astrofili solamente in fotografia. Proprio per questo motivo esso fu scoperto dall'astronomo americano Barnard in quanto, nel periodo che va dalla fine del 1800 ai primi decenni del 1900, fu il più grande astrofotografo in attività, scoprendo molte nebulose oscure e redigendo un catalogo di nebulose ancora oggi utilizzato.
Il gas che forma la nebulosa è distribuito con simmetria circolare rispetto alla zona della spada di Orione e in esso sono comprese le più belle nebulosità della costellazione visibili ad occhio nudo, al binocolo o con un telescopio: la grande nebulosa di Orione M42 (con dentro il Trapezio e vicino M43 e altre nebulosità), la nebulosa Fiamma NGC 2024, la vicina nebulosa oscura il Testa di Cavallo B33+IC434, la cintura di Orione con le quattro stelle supergiganti bianco-azzurre [tre allineate che sono la zeta (Alnitak) di magnitudine 1,79 presso NGC 2024, la epsilon (Alnilam) di magnitudine 1,70 e la delta (Mintaka) di magnitudine 2,20, e una che forma la gamba della "L" che è la sigma (presso la B33) una stella sestupla di magnitudine 3,80]. Con il cielo di qualità "mediocre" della nostra regione è possibile riprendere l'anello da beta orionis (Rigel) fino alla gamma orionis (Bellatrix), ma da cieli eccellenti si può fotografare tutto l'anello.

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