NOTIZIARIO

ANNO VII - NUMERO 25
3° TRIMESTRE 2000


DUE NOTTI SUL LAGAZUOI
(a 2752 metri di quota)

Cinque giorni d'osservazioni astronomiche a Campo Imperatore, sul Gran Sasso d'Italia, non hanno dato i risultati sperati. Partito con il proposito di fotografare gli oggetti più spettacolari del cielo australe a noi accessibile, sono tornato con un bottino un po' misero: pochi scatti (1, 2, 3, 4) ottenuti in condizioni tutt'altro che agevoli, con raffiche di vento che a quota 2.100 metri hanno superato i 150 chilometri all'ora.
Così, la voglia di riscattare l'esperienza di Campo Imperatore fa partire l'idea di trascorrere un paio di notti osservative sulla vetta di qualche montagna locale.

L'attenzione si rivolge al Monte Lagazuoi, sopra Cortina d'Ampezzo, nel bel mezzo delle Dolomiti.
Si tratta, almeno sulla carta, d'un sito osservativo promettente e già in precedenza collaudato con successo da altri appassionati.

Le osservazioni si svolgono tra domenica 30 luglio, giorno della nostra partenza, e martedì 1 agosto, in coincidenza con la luna nuova. Protagonisti di quest'esperienza siamo Paolo Beltrame (vicepresidente del CAST) ed io.

Paolo, esperto in osservazioni visuali d'oggetti deboli, può contare su di uno strumento di buon diametro, un Dobson da 30 cm.
Io, appassionato di fotografia astronomica, scelgo una strumentazione ridotta ma efficace: una montatura Great Polaris con treppiede "mignon", tre obiettivi fotografici, due corpi macchina ed un MTO, impiegato come telescopio guida.

In effetti, dobbiamo contenere al massimo i bagagli: il Monte Lagazuoi ed il rifugio che ci ha ospitato non sono, infatti, raggiungibili in auto.
La macchina viene lasciata a 2.100 metri, sul Passo Falzarego; da qui si raggiunge il rifugio con la veloce funivia.

Sia i gestori della funivia che quelli del Rifugio Lagazuoi sono abituati ad avere tra i loro ospiti degli appassionati del cielo, tant'è che per ogni nostra difficoltà ci vengono efficacemente incontro.

Sul Lagazuoi lo scenario circostante è decisamente bello: tutt'attorno si osservano le Dolomiti, le cui vette spesso superano i 3.000 metri; a sud-ovest splende il ghiacciaio della Marmolada mentre a nord-est, vicinissime, giganteggiano le tre Tofane.
Le Tofane sono, in effetti, gli unici elementi di disturbo (per le nostre osservazioni astronomiche, s'intende !), essendo l'orizzonte libero in tutte le altre direzioni.

La prima notte, la più redditizia, è caratterizzata da un cielo molto trasparente ma disturbato, di tanto in tanto, dalla formazione di veloci nubi, destinate a sparire del tutto dopo mezzanotte.
La temperatura, dal tramonto all'alba, sta sempre sotto lo zero: a farne le spese è soprattutto il nostro Vicepresidente che, nell'impazienza di partire per il Lagazuoi ha, ahimè, dimenticato il giaccone invernale.

A parte questi inconvenienti le osservazioni si svolgono con entusiasmo: il Dobson di Paolo mostra come, in condizioni di cielo ideali, le osservazioni visuali possano realmente competere con la fotografia; oggetti come la nebulosa Dumbbell, l'Anulare nella Lira, l'Omega e le nebulose del Sagittario appaiono con una luminosità ed una quantità di dettagli mai vista prima.

Inenarrabile poi la visione della nebulosa Velo nel Cigno: oggetto difficile per la maggior parte degli astrofotografi, quassù si mostra, ai nostri occhi, ricchissima di particolari.
Si prova una grande emozione nel vedere quei filamenti luminosi e quei remoti drappeggi sospesi nel vuoto, proiettati contro un cielo nerissimo.

Intanto, mentre Paolo, con il suo Dobson, cattura la luce di oggetti sempre più deboli e lontani, io continuo, incurante del freddo e della stanchezza, a scattare qualche foto.
Ad un tratto però devo abbandonare la mia attività perché Paolo, con la voce rotta dal freddo e dall'emozione, mi chiama al suo telescopio.

Mi avvicino all'oculare e, senza troppa difficoltà, scorgo la tenue luce d'un oggetto la cui mistica visione sembrava, fino ad oggi, riservata a rari eletti: è la galassia Maffei 1 la cui osservazione, registrata da pochissimi in Italia, è possibile solo con grossi telescopi e con un cielo eccezionale... il cielo del Lagazuoi.

Da dietro le Tofane, Giove, Saturno e le Pleiadi stanno sorgendo: è un segnale che l'alba è alle porte.

Appagati rientriamo per riposare e riscaldarci: non ce ne eravamo accorti ma, a fine nottata, sulle borse dei nostri strumenti e sul piazzale del rifugio si è formato mezzo centimetro di brina. Tutto questo il 31 luglio...

La seconda (ed ultima) nottata in alta quota sembra, all'ora del tramonto, alquanto promettente: il cielo è tersissimo ed il sole si mostra abbagliante fino alla sua scomparsa dietro all'orizzonte.
Le nubi, il cui via vai ha caratterizzato l'intera giornata, sono stranamente confinate a quote più basse, quasi a voler nascondere le poche luci dei paesini sottostanti.

Dopo il tramonto lo spettacolo è offerto dai colori del cielo e da un fenomeno, per me nuovo, dato dall'ombra della terra proiettata sull'atmosfera, fenomeno osservabile nella direzione antisolare (praticamente ad est) sopra l'orizzonte.

Purtroppo la seconda nottata non ci regala molte soddisfazioni: le nubi, che dopo il tramonto formano un vero e proprio mare attorno al Lagazuoi, sono destinate ad alzarsi.
Il cielo, fino all'alba, è disturbato dal via vai di nuvoloni che, investendoci, creano delle condizioni d'umidità esasperata.

La nostra esperienza termina così, ad osservare tra una nube e l'altra un cielo ed una Via Lattea incredibilmente spettacolari.
Soltanto i lontani deserti potranno, forse un giorno, mostrarceli così bene.

Nella foto (non ancora disponibile) le nebulose Nord America e Pellicano (la stella più brillante è Deneb), riprese dal Lagazuoi con un teleobiettivo 200 mm f-3,8 diaframmato ad f-5,6. Posa di 30 minuti su Kodak E200 esposta a 640 ISO.
L'immagine è stata pubblicata a tutta pagina sul numero 34 (ottobre 2000) della rivista astronomica Coelum

Mauro Zorzenon

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Copyright © 2000 by Mauro Zorzenon (testo e immagine) e Lucio Furlanetto (adattamento web)
Pagina caricata in rete: 12 ottobre 2000; ultimo aggiornamento (2°): 17 ottobre 2000