Montatura per binocoli:
“Texas Slim” ovvero la “Texana Smilza”

Esperienze di autocostruzione

 

montatura per binocoli ideata da George Leonberger

(ispirato dall'articolo apparso sulla rivista SKY & TELESCOPE di Agosto 2001)

 

Modifiche ed adattamenti per una versione trasportabile di Marco Russiani

 

Nell’articolo apparso sulla rivista “Sky & Telescope” del mese di agosto 2001 l’autore George Leonberger, professore di Astronomia al Northeast Texas Community College, descrive con dovizia di particolari una semplice montatura di sua ideazione, interamente realizzata con tubi e raccordi idraulici di facile reperibilita’ anche nei negozi di ferramenta e nei “Brico Centers” presenti nei vari ipermercati delle nostre zone.

 

La montatura, così come scrive l’autore, “è abbastanza robusta da sostenere il doppio carico di un binocolo e di un telescopio allo stesso tempo” anche se essa viene essenzialmente presentata nella sua funzione di sostegno e di guida per binocoli di tutte le dimensioni.

 

Da buon astrofilo friulano, dotato di pazienza e tenacia maturate durante le innumerevoli (sigh!) serate di cielo coperto e pioggia, ho raccolto l’ennesima sfida e mi sono lanciato nella costruzione della suddetta montatura, ancor prima di possedere un buon paio di binocoli per l’osservazione astronomica.

 

Non mi dilungherò nella minuta descrizione delle singole fasi Casella di testo:  lavorative, che sono ben sviluppate nell’articolo originale (in lingua inglese), ma intendo fornire comunque qualche indicazione per stimolare l’interesse di chi volesse cimentarsi nella stessa esperienza di autocostruzione, ispirandomi  alla traduzione del testo dell’articolo nelle parti più complesse.

 

Innanzitutto ho notato che la montatura progettata da George Leonberger è di tipo “fisso”, solidale cioè ad una base prefabbricata o, come in questo caso, direttamente al terreno del sito osservativo.

Ciò non soddisfa le mie esigenze di “backyard amateur astronomer” dotato di un giardino non molto ampio e con figli vivaci e desiderosi di avere a disposizione per i loro giochi il maggior spazio possibile: ho deciso quindi che la mia versione della Texana Smilza sarebbe dovuta essere di tipo “trasportabile”, come la maggioranza delle montature per strumenti amatoriali, anche sacrificando, ma non troppo, qualche peculiarità della struttura.

 

Casella di testo:  Ho quindi verificato innanzitutto la possibilità di reperire una base solida e già pronta, per evitare un eccessivo spreco di tempo e avere quanto prima a disposizione  l’opera finita: su consiglio dell’amico Davide Furlan, che ringrazio per la preziosa collaborazione durante tutto lo sviluppo dell’autocostruzione, mi sono orientato su un basamento di sostegno per ombrelloni da giardino, del tipo in conglomerato cementizio ad impronta circolare e di basso spessore, dotato di un tubo centrale in acciaio zincato nel quale normalmente si infila il manico dell’ombrellone, eliminando i giochi per mezzo di un vitone trasversale da serrare opportunamente sul manico stesso.

 

Un siffatto basamento, che è visibile nelle foto, assolve certamente al suo scopo e probabilmente può essere già in dotazione a molti astrofili che abbiano una casa con giardino o può essere acquistato, ad un prezzo di circa 12 - 18 euro (25 – 35 mila lire), presso una ferramenta o un negozio di attrezzature da giardino. Il modello da me trovato pesa circa 20 kg ed ha una base di 52 cm di diametro. Esso offre un ottimo sostegno al montante della Texana Smilza ed è trasportabile abbastanza facilmente in tutta l’area del giardino di casa e può tranquillamente essere lasciato esposto alle intemperie. Un po’ più difficoltoso ma ancora possibile è il suo trasporto in autovettura.

Sempre allo scopo di rendere trasportabile la montatura, ho ridotto considerevolmente lo spessore del tubo montante consigliato da George, portandolo da 2” ad 1” solamente. Questo certamente pregiudica la possibilità di installare sopra la montatura un binocolo ed un Newton da 150 mm contemporaneamente, ma credo comunque che sia più che sufficiente per portare, con qualche adattamento,  anche un grosso 20 x 80.

 

Ma vediamo un po’ quali sono i pezzi della struttura:

 

il montante è costituito da semplice tubo idraulico da 1” (in realtà la misura del diametro esterno è pari a circa 33 mm) avente lunghezza pari ad un metro, cui si collega l’asta inclinata, realizzata con due tubi da ½” così come la Texas Slim originale.

 

Il raccordo è costituito da un semplice “ gomito a 90° “  da 1 pollice avvitato (ma non troppo, come vedremo) ad una estremità del montante e collegato dall’altra parte, per mezzo di una riduzione idraulica da 1” a ½”,  ad un’estremità di “ nipple ”  cioè ad uno spezzone di tubo filettato da entrambe le parti ( anche esso da ½”). Tale raccordo a gomito costituisce il vero e proprio fulcro “altazimutale” della struttura, in quanto è per suo tramite che si realizzano i principali movimenti. Esso non andrà quindi serrato al montante ma dovrà essere usato svitandolo di circa 1 giro e ½ rispetto al punto di serraggio.

 

Casella di testo:  Naturalmente è opportuno seguire la descrizione del testo originale, osservando le illustrazioni allegate che fanno capire, anche a chi non si intende di idraulica, di che cosa stiamo parlando. Molto importante è a questo proposito avere sotto gli occhi lo schema costruttivo proposto da George Leonberger a pagina 125 della rivista americana, sebbene alcuni dei diametri dei tubi usati dall’autore siano stati da me modificati per gli scopi che ho già detto e per altri motivi di cui parlerò in seguito.

 

Le due sezioni dell’asta inclinabile da ½” reggono l’una il sostegno del binocolo vero e proprio (asta alta, lunghezza  92 cm) e l’altra il contrappeso necessario all’equilibratura (asta bassa, lunghezza 100 cm).  Esse sono giuntate tra loro in linea retta tramite le due estremità opposte di un “ raccordo a T ” da ½” mentre la terza estremità del raccordo, perpendicolare alle aste, unisce il tutto all’estremità libera del “nipple” di cui sopra e quindi, in definitiva,  alla colonna verticale da 1”. L’asse che consente il movimento in “elevazione” passa proprio per il centro del raccordo a T, anche se un ulteriore asse di elevazione sarà realizzato nel dispositivo di sostegno e guida del binocolo: la presenza di una doppia regolazione in elevazione rende possibile il “miracolo” di osservare una stessa zona del cielo con lo strumento posto a differenti altezze da terra e quindi adattabile a tutte le persone di differente statura o a tutte le situazioni osservative (anche da seduti od in posizione sdraiata).

Casella di testo:

Abbiamo detto che all’estremità libera superiore dell’asta inclinata dobbiamo collegare il dispositivo di aggancio e guida del binocolo: anche esso è realizzato con semplici “nipples” da ½” e da 3/8” nonché con un “raccordo a T “ da ½”, un gomito  da ½”  ed una riduzione idraulica da ½” a 3/8” . A differenza dell’astrofilo americano ideatore del progetto, non ho trovato il tubo ed i raccordi di sezione da ¼” (un quarto di pollice) come da lui descritti, in quanto in Italia la minima sezione di tubo idraulico commercialmente reperibile parte dai tre ottavi di pollice. Poco male: la realizzazione rimane pressocchè identica ed anzi risulta più facile forare il suddetto tubo da 3/8 per far passare l’apposita vite che collega lo strumento alla montatura.

 

A questo punto osserviamo come il dispositivo di aggancio e guida del binocolo sia stato da me ruotato  di 180 gradi rispetto alla posizione originale di progetto, la quale presumo tenesse in considerazione l’eventualità di collegare alla Texana Smilza anche il telescopio da sei pollici. In questo modo, nella mia realizzazione per il solo binocolo, quest’ultimo risulta maggiormente baricentrico ed equilibrato rispetto alla colonna montante, ed essa risulta in tal modo più che sufficiente per sostenerlo e spostarlo senza oscillazioni e sforzi eccessivi.

 

Devo evidenziare inoltre che all’interno del nipple da 12” (30 cm) che costituisce l’astina inferiore usata per impugnare e guidare il binocolo, ho inserito dei pesetti da pesca in piombo, allo scopo di bilanciare meglio la massa dello strumento. Ciò è consigliato anche dall’autore ed è in ogni caso opportuno fare un piccolo calcolo, anche empirico, dell’equilibrio di forze in gioco, eseguendo il foro di collegamento per il binocolo ad una distanza opportuna dal fulcro in relazione al peso dello strumento stesso. Si potranno anche realizzare più fori a distanze diverse, per montare binocoli di diversa grossezza. Le misure indicate dall’autore consentono di bilanciare con successo un binocolo del peso fino ad 1,2 kg circa, quale quello del 12 x 60 che sto utilizzando.

 

Come contrappeso principale ho utilizzato due pesi da palestra di un kg ciascuno, in quanto oltre al binocolo occorre controbilanciare anche il peso della ferramenta di sostegno e guida.

 

L’autore consiglia anche di realizzare un sistema di “frizione” interno al nipple orizzontale da ½” lungo 10 – 12 cm che collega le astine di sostegno e guida al piccolo gomito da ½” e da questo all’asta inclinata superiore. Questo sistema di frizione serve per evitare lo sbilanciamento della parte frontale del binocolo (più pesante a causa delle grosse lenti dell’obbiettivo) rispetto al lato degli oculari, che causerebbe una rotazione del sistema di guida e quindi del binocolo non appena si lascia la presa della mano dall’asta inferiore. La frizione ideata da George Leonberger è costituita da un semplice tassello ad espansione del tipo per pareti cave, che può essere sia di metallo che di plastica, le cui alette agiscono sulle pareti interne del tubo “nipple”, trasmettendo la forza allo snodo a “ T “ che sorregge l’astina di controllo e quella di supporto del binocolo . Se devo dire la verità tale sistema di controllo dell’attrito, solo in apparenza semplice, non risulta molto efficace ed esso costituisce pertanto uno di quei punti che andranno migliorati con successive  modifiche da apportare alla montatura.

 

Seguendo il consiglio dell’autore, ho dapprima ripassato con pasta abrasiva i filetti dei componenti destinati a ruotare tra loro, i quali non dovranno essere serrati ma semplicemente avvitati fino a lasciare un giro e mezzo circa dal punto di serraggio completo: le estremità filettate andranno quindi ripulite dalla pasta abrasiva ed ingrassate a sufficienza. I componenti cui mi riferisco sono naturalmente l’estremità superiore della colonna montante da 1”,  il relativo gomito a 90° e la riduzione idraulica 1” à ½” nonché, per quanto riguarda il dispositivo di sostegno e guida, la terza estremità dello “ snodo a T “ da mezzo pollice che realizza il secondo asse per la regolazione dell’elevazione.

 

A questo punto, osservando lo schema della montatura riprodotto nella illustrazione dell’articolo, ho assemblato il tutto, nella maniera che mi sembrava più logica e lasciando per ultime le due componenti dell’asta inclinabile. Solo alla fine, quando tutto è a posto, si possono aggiungere i contrappesi e lo strumento.

 

Sin dalla prima impressione la montatura è apparsa particolarmente docile e sensibile nel seguire gli spostamenti che le imponevo: anche se il sistema di frizione interno al sostegno superiore del binocolo è sicuramente da migliorare, esso permetteva comunque di osservare tranquillamente il cielo da un angolo di +10° allo zenith. Come ho già accennato, la montatura può essere utilizzata sia per osservatori in posizione eretta che seduta. Nelle foto scattate nel giardino di casa si nota come la montatura si adatta benissimo anche a persone di una certa statura (io sono alto 1 metro e 85 ma la Texas Slim si estende ancora più in su) sia a bambini come mio figlio Paolo, alto circa un metro e 30.

 

Inutile dire che, non avendo mai avuto modo di osservare per lungo tempo e con tranquillità attraverso un binocolo ben sorretto, ho subito apprezzato l’uso dello strumento abbinato alla Texana Smilza, ed ho veramente goduto la visione delle Pleiadi (M45) mentre stavo comodamente sdraiato su una sedia reclinabile nel giardino di casa.

 

Cieli Sereni a tutti da Marco


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Pagina caricata in rete: 31 ottobre 2001; ultimo aggiornamento: 31 ottobre 2001