1. Cosè
un N.E.O.?
I Near Earth Objects (=
Oggetti Vicini alla Terra) sono piccoli corpi del Sistema Solare (asteroidi e comete di
breve periodo) con orbite che con regolarità li conducono nei pressi della Terra e che,
pertanto, potrebbero essere coinvolti nell'impatto con il nostro pianeta. Talvolta
il termine N.E.O. è utilizzato in senso più ampio comprendendo tutte le comete (dunque
non solo quelle a corto periodo) che attraversano lorbita della Terra. Quei
N.E.O. le cui orbite intersecano attualmente lorbita della Terra sono chiamati
E.C.O. (Earth-Crossing Obiect).2. A quali dimensioni i N.E.O. sono
pericolosi?
Latmosfera terrestre ci protegge dalla
maggioranza dei N.E.O. con dimensioni inferiori a un piccolo caseggiato (diametro di 50
metri, o energia dimpatto di circa 5 megaton). Da queste dimensioni fino a
circa 1 km di diametro limpatto di un N.E.O. può arrecare enormi danni su scala
locale. Se lenergia dell' impatto supera un milione di megaton (oggetto con diametro
di circa 2 km), levento produrrà gravissimi danni ambientali su scala
globale. La probabile conseguenza potrebbe essere un "inverno da impatto"
con la distruzione di ogni coltivazione su tutto il pianeta e il conseguente stato di
carestia e malattie. Un impatto ancora più energetico potrebbe causare estinzioni
di massa, quale quella che pose fine allepoca dei dinosauri 65 milioni di anni fa
(15 km di diametro e circa 100 milioni di megaton).
3. Quanti
N.E.O. ci sono?
Sono molto più numerosi i N.E.O. di piccole dimensioni
rispetto a quelli grandi. Gli astronomi valutano che ci siano approssimativamente
1000 N.E.A. (Near Earth Asteroids) con diametro maggiore di 1 km e
circa un milione con diametro più grande di 50 metri (è la soglia di penetrazione
attraverso latmosfera terrestre). I N.E.A. di maggiori dimensioni hanno
un diametro inferiore a 25 km. Probabilmente le comete sono più numerose dei
N.E.A., ma esse trascorrono la maggior parte della loro esistenza a grandi distanze dal
Sole e dalla Terra, cosicché contribuiscono solo per circa il 10% al calcolo degli
oggetti che potrebbero colpire il nostro pianeta.
4. Chi
sta indagando sui N.E.O.?
Ci sono molti gruppi di astronomi in ogni parte del
mondo che scrutano il cielo con strumenti di ripresa elettronici alla ricerca dei N.E.O.,
ma questo sforzo coinvolge complessivamente meno di 100 persone. La ricerca dei
N.E.O. che sta dando maggiori frutti è il programma LINEAR del MIT Lincoln Lab, svolto in
New Mexico con lappoggio dellUS Air Force e della NASA. Il gruppo
LINEAR, che impiega per la ricerca due telescopi di un metro di apertura, ha scoperto nel
1999 e nel 2000 più N.E.O. degli altri gruppi di ricerca messi assieme. Altri
gruppi attivi in questa ricerca sono il programma di ricerca NEAT alle Hawaii, condotto
congiuntamente dal NASA Jet Propulsion Lab e dallUS Air Force, il programma
Spacewatch dellUniversità dellArizona, sostenuto dalla NASA e dal supporto di
privati, il programma LONEOS dellOsservatorio Lowell a Flagstaff in Arizona,
sostenuto dalla NASA, e il programma Catalina Sky Survey a Tucson in Arizona,
anchesso sostenuto dalla NASA. Altri programmi di ricerca negli USA, in
Francia, Giappone e Cina contribuiscono alla scoperta dei N.E.O., mentre altri astronomi
(molti dei quali non professionisti) completano le scoperte con osservazioni astrometriche
di supporto.
5. Si prevede
che qualche N.E.O. colpisca la Terra?
La Terra è stata colpita nel corso della sua storia, e
certamente lo sarà ancora nel futuro, senza che noi probabilmente possiamo intraprendere
alcuna azione per difenderci. Ma nessuno dei N.E.O. conosciuti è in rotta di
collisione con la Terra. Tutti i N.E.O. conosciuti e le loro posizioni calcolate
per il futuro sono disponibili senza restrizioni a chiunque abbia un accesso a
Internet. Alla fine del 2000 gli astronomi avevano scoperto circa la metà dei
N.E.A. di maggiori dimensioni (diametro superiore a 1 km). Purtroppo, però, rimane ancora
sconosciuta la rimanente metà, e questo rende impossibile poter prevedere il prossimo
impatto, dato che potrebbe essere causato proprio da un oggetto oggi sconosciuto.
6. Qual è il
rischio di un impatto?
Noi non sappiamo quando avverrà il prossimo impatto di
un N.E.O., ma possiamo calcolarne le probabilità. Statisticamente, il maggiore
pericolo proviene dai N.E.O. con energia di circa un milione di megaton (diametro di circa
2 km). In media un oggetto di questo tipo collide con la Terra circa un paio di
volte ogni milione di anni, producendo una catastrofe globale in grado di uccidere una
sostanziale (ma sconosciuta) frazione della popolazione umana. Valutazioni
statistiche come questa, espresse in termini individuali, ci portano a concludere che
ciascuno di noi ha circa una possibilità su 20.000 di morire in conseguenza di una
collisione. Queste statistiche sono interessanti, ma non ci dicono, ovviamente,
quando avverrà il prossimo catastrofico impatto, se sarà lanno prossimo o tra un
milione di anni.
7. Quanto
preavviso potremo avere?
Visto che almeno la metà dei N.E.O. più grandi resta
ancora da scoprire, il tempo di preavviso attualmente potrebbe anche essere
nullo
Magari l'unica indicazione di una collisione potrebbe essere un flash
luminoso e una scossa di terremoto proprio nel momento dellimpatto. Se
le attuali ricerche scoprissero un N.E.O. in rotta di collisione con la Terra, potremmo
però avere ancora molti decenni di tempo prima dell'impatto. Ciascun N.E.O.
destinato a colpire il nostro pianeta, infatti, sfiorerà molte volte la Terra prima di
colpirla, e dunque dovrebbe essere scoperto grazie a completi programmi di ricerca
(proprio questo è il motivo che sta alla base di Spaceguard Survey). E' evidente,
perciò, che potremmo avere un lungo preavviso, ma anche non averne affatto.
8. Come
possiamo proteggerci?
Gli impatti cosmici sono, tra tutti i maggiori
rischi naturali, gli unici dai quali potremmo in teoria effettivamente proteggerci
deviando (o distruggendo) il N.E.O. prima che colpisca la Terra. Il primo passo in
ciascun programma di difesa planetaria è la scoperta dei N.E.O.: non possiamo proteggerci
da qualcosa di cui ignoriamo lesistenza. Ci occorre anche un tempo di
preavviso sufficientemente lungo, almeno un decennio, per inviare una sonda spaziale ad
intercettare loggetto e deviarne la rotta. Sono stati studiati in via preliminare
molti schemi di difesa, ma per nessuno si è scesi nei particolari. In assenza di una
difesa attiva, la conoscenza preventiva del momento e del luogo dellimpatto ci
potrebbero consentire almeno lo stoccaggio del cibo e levacuazione della regione
circostante al punto dimpatto, interessata dal danno maggiore.
9. Cosa
sta facendo in merito il governo? (n.d.t.: americano)
Il Congresso USA ha posto attenzione allo studio
del rischio dimpatto (nel 1993 e nel 1998), e sia la NASA che lUS Air Force
stanno sostenendo i programmi di ricerca dei N.E.O. Nel 1998 la NASA diede origine a
Spaceguard Survey ponendosi come obiettivo lidentificazione del 90% dei N.E.O. con
diametro maggiore di 1 km entro i successivi 10 anni (vale a dire entro la fine del
2008). Nello stesso anno la NASA costituì anche un N.E.O. Program Office, e si
prevede che ogni anno verranno destinati almeno 3 milioni di dollari a programmi di
ricerca e di calcolo delle orbite dei N.E.O. Altri governi hanno espresso
preoccupazione in merito al rischio-N.E.O. ma nessuno ha ancora iniziato un programma di
ricerca a largo raggio o di studio sui metodi di difesa. In Europa è sorta su
iniziativa privata la Spaceguard Foundation, che promuove la ricerca internazionale dei
N.E.O.; analogo interesse a livello internazionale è promosso anche dallUnione
Astronomica Internazionale e dalle Nazioni Unite.
10. Cosa si
può dire degli impatti minori e più frequenti?
Spaceguard Survey e gran parte delle ricerche e
dello studio di orbite da essa coordinate riguardano gli Asteroidi con diametro maggiore
di 1 km, con dimensioni, cioè, in grado di produrre una catastrofe ecologica globale nel
caso in cui uno di essi colpisse la Terra. Ma vi è un maggior numero di N.E.O. più
piccoli e non ancora scoperti, e noi pensiamo che la Terra - da qualche parte - sarà
probabilmente colpita, entro i prossimi due secoli, da qualcuno di essi sviluppando
unenergia equivalente ad una bomba nucleare di grosse dimensioni.
Lultimo impatto di questo tipo avvenne nel 1908 in Siberia (Tunguska) con
unenergia stimata di 15 megatoni. Oggi non è alla portata della nostra
tecnologia rilevare e difenderci da oggetti così piccoli, ma si spera che potremo farlo
nel prossimo futuro. In ogni caso il rischio che ciascuno di noi corre di incappare
in un evento tipo-Tunguska è molto piccolo, molto inferiore a quello di un grande
impatto, e tutto sommato inferiore al rischio legato ai più comuni rischi naturali, quali
terremoti o violente tempeste.
David Morrison, September
2000
( Traduzione di Claudio Elidoro,
Marzo 2001 ) |