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Pasadena, 30 Maggio 2001.
La scorsa settimana un team di astronomi, utilizzando il telescopio-radar della NASA a
Goldstone, è riuscito ad ottenere la più nitida immagine di un Near-Earth Asteroid
doppio, rivelando particolari sull'attuale struttura dell'oggetto, ma sollevando nel
contempo alcuni problemi in merito alla sua origine e al suo futuro.
Il gruppo ha studiato le immagini che mostrano la traccia del componente più piccolo in
orbita attorno ad un oggetto più grande, immagini ottenute grazie al radar di Goldstone,
un'antenna di 70 metri collocata nel deserto Mojave in California.
L'asteroide, 1999 KW4, si è avvicinato alla Terra lo scorso 25 maggio, mantenendo
comunque una rassicurante distanza di 5 milioni di chilometri. Il Dr. Steven Ostro del NASA JPL di Pasadena
(California), responsabile del team che ha fatto la scoperta, ha così commentato:
"Questo sistema, 1999 KW4, è il terzo NEA binario rilevato dal radar, ma è la
prima volta che siamo in grado di raffigurare il sistema durante un'orbita completa di un
componente intorno all'altro. Goldstone è riuscito ad inseguire l'asteroide per
più di otto ore al giorno per un'intera settimana. In seguito abbiamo ottenuto
immagini ravvicinate di ciascuna componente impiegando il radiotelescopio di Arecibo a
Porto Rico, meno flessibile nei movimenti, ma decisamente più potente."
Il team era formato anche dal Dr. Lance Benner e John
Giorgini del JPL, dal Dr. Jean-Luc Margot del California Institute of Technology di
Pasadena e dal Dr. Michael Nolan dell'Ossdervatorio di Arecibo a Porto Rico.
"ll sistema di due asteroidi che costituiscono
1999 KW4 - dice J. Giorgini - è classificato come PHA
(Potentially Hazardous Asteroid) poichè ad un certo punto il suo percorso nello spazio
potrebbe incrociare la Terra. Tuttavia le rilevazioni radar, la cui precisione è di 15
metri, indicano che non esistono significative probabilità di una collisione della Terra
con 1999 KW4 per almeno un migliaio di anni."
Lo scienziato ha inoltre confermato che il componente maggiore è sferoidale con un
diametro medio all'incirca di 1.2 km, mentre il componente più piccolo, con struttura
asimmetrica, ha dimensioni circa un terzo del maggiore.
"1999 KW4 - continua Benner
- appartiene ad un gruppetto di circa una ventina di asteroidi conosciuti le cui
orbite incrociano quelle di Mercurio, di Venere e della Terra. Dato che gli unici
oggetti conosciuti del Sistema Solare che si avvicinano maggiormente al Sole e che hanno
un'orbita più inclinata di quella di 1999 KW4 sono le comete, appare possibile che questo
asteroide sia in realtà un nucleo cometario estinto."
"Una prima sommaria analisi delle immagini -
dice Margot - suggerisce un periodo orbitale di circa 16 ore."
Successivamente, grazie all'analisi più dettagliata di tutte le misurazioni radar, si
potrà determinare con grandissima precisione quanto tempo l'oggetto più piccolo impieghi
per orbitare intorno al più grande. Applicando le leggi della meccanica celeste il
team potrà ricavare massa e densità dei due oggetti, suggerendo in tal modo la loro
composizione ed il grado di porosità. Per un asteroide singolo queste informazioni
non potrebbero essere ricavate se non inviando una sonda nelle vicinanze dell'oggetto, è
questo il motivo per il quale per la gran parte degli asteroidi non sono note con
precisione la densità, la composizione e la possibile correlazione con le meteoriti.
"Eppure - continua Margot - sono proprio queste informazioni la chiave
per comprendere i legmi tra meteoriti, asteroidi near-Earth, asteroidi della Fascia
Principale e comete."
Per il Dr. Don Yeomans, responsabile del progetto Near Earth Objects
della NASA presso il JPL, "questa potrebbe essere la prima volta che si determina
la densità di una ex-cometa". Attualmente si conoscono tre oggetti che
sono stati ufficialmente classificati sia come asteroide che come cometa.
"L'esistenza di asteroidi near-Earth binari -
sostiene Nolan - solleva imbarazzanti domande in merito alla loro
origine. Nessuno conosce con precisione come si formino sistemi binari di asteroidi,
nè quanto possano essere stabili i sistemi attuali, vale a dire come possano evolvere, se
con i due componenti completamente separati o raggruppati a formare un sistema binario a
contatto. I "teorici" hanno proprio un lavoro confezionato per loro,
adesso."
Nolan suggerisce che i sistemi binari di near-Earth possano essersi formati nel corso di
particolari eventi collisionali. Oppure, nel caso in cui provengano da oggetti
dotati di una struttura a mucchio di detriti invece che di roccia compatta, gli asteroidi
binari si potrebbero essere formati nel corso di passaggi ravvicinati nelle vicinanze
della Terra, grazie all'azione della gravità che li avrebbe separati.
Il primo asteroide binario fu identificato nell'Agosto del 1993, quando la sonda della
NASA Galileo inviò le immagini dell'asteroide Ida ed in esse fu possibile individuare la
sua piccola luna Dactyl.
Le attuali statistiche suggeriscono che una buona percentuale degli asteroidi near-Earth
possano essere binari.
Ostro afferma che l'esistenza di asteroidi
binari collocati su orbite potenzialmente pericolose ci deve indurre ad affrontare il
problema di come poter manovrare un veicolo spaziale nei pressi di oggetti di questo tipo.
"Un giorno - conclude Ostro - delle sonde automatiche, e forse anche
delle persone, saranno destinate ad andare su questi oggetti, non solo per difenderci
dalla loro minaccia, ma anche per sfruttare le risorse minerarie, per soddisfare la nostra
curiosità su come siano questi corpi visti così da vicino o semplicemente per spirito di
avventura o per esplorare un piccolo doppio mondo."
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