2000 SG344:
possibile impatto il 21 settembre 2030

L'oggetto 2000 SG344, un NEO appartenente al tipo orbitale Aten, è stato scoperto il 29 settembre 2000 da David J. Tholen e Robert J. Whiteley utilizzando il telescopio di 3.6 metri di apertura situato sull'isola hawaiana di Mauna Kea (Canada - France - Hawaii telescope).

I calcoli effettuati da un team di esperti internazionali indicano che 2000 SG344 ha una probabilità su 500 di colpire la Terra il 21 settembre 2030.
Poichè la sua velocità relativa rispetto alla Terra è molto bassa, l'oggetto potrebbe anche non essere completamente distrutto dall'atmosfera terrestre: in questo caso l'energia associabile all'impatto potrebbe essere circa 100 volte l'esplosione nucleare di Hiroshima, 1/10 di quella liberata dall'impattore di Tunguska.
E' la prima volta che la previsione di un impatto si colloca, nella cosiddetta Scala di Torino, ad un gradino più elevato dello zero; se le dimensioni dell'oggetto, però, risultassero dell'ordine di 30 metri (o meno), la pericolosità dell'incontro verrebbe completamente ridimensionata e l'evento sarebbe riclassificato al livello zero.

Ma proprio le dimensioni dell'oggetto sono una grossa incognita.
Applicando i valori di riflettività tipici per un NEO, si è stimato per 2000 SG344 un diametro di 30-70 metri.
L'orbita, però, è molto simile a quella di cinque stadi di razzi S-IVB (appartenenti ai progetti Apollo 8-12) e questo suggerisce che potremmo trovarci anche in questo caso di fronte ad un oggetto costruito dall'uomo.
Se davvero si trattasse di un detrito spaziale, sarebbe dotato di una riflettività di gran lunga superiore a quella tipica dei NEO e questo avrebbe portato ad una sovrastima delle dimensioni reali, valutabili in una quindicina di metri.
Una parola definitiva in tal senso sarà possibile solamente grazie a nuove indagini.

Purtroppo l'orbita di 2000 SG344, che ha un periodo di 354 giorni, lo porta, lentamente ma inesorabilmente, ad allontanarsi sempre di più dalla Terra, nei cui paraggi ritornerà solamente tra una trentina d'anni. 
E' auspicabile dunque che si riesca ad effettuare nuove osservazioni oppure a recuperare dei dati dagli archivi che risalgono all'epoca del suo precedente passaggio (nel 1971) in modo da definire con maggiore precisione la sua orbita e le circostanze dell'avvicinamento del 2030.

Fonte: NASA Ames Space Science Division
Informazioni aggiuntive disponibili al sito:
http://impact.arc.nasa.gov/news/2000/november/3.html

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