Incontro con 2002 EM7

"Prima passo, poi mi faccio vedere!"

Il passaggio ravvicinato c'è stato, il bello è che nessuno se n'è accorto!
Venerdì 8 marzo l'oggetto 2002 EM7 è sfrecciato a 450 mila km dalla Terra senza che nessun sistema di rilevamento lo individuasse.
La colpa, questa volta, non è da imputare al cattivo funzionamento dei sistemi di avvistamento e neppure alle avverse condizioni meteorologiche, ma semplicemente al fatto che l'oggetto si trovava quasi allineato con il Sole, tanto da  risultare visibile (tecnicamente si parla di blind spot = zona cieca).

Effettivamente gli oggetti celesti che si avvicinano in queste condizioni costituiscono un grosso problema per gli astronomi: se uno di tali proiettili fosse indirizzato verso la Terra potrebbe essere individuato solo all'ultimo istante, quando ormai ogni intervento sarebbe impossibile.

2002 EM7 è stato identificato dalla strumentazione del MIT Lincoln Laboratory quando ormai si stava allontanando, quattro giorni dopo il suo passaggio.  Successive accurate osservazioni hanno consentito di appurare che si trattava di un oggetto della classe Aten con un'orbita di 323 giorni che si sviluppa da 87 a 188 milioni di km dal Sole.
Le stesse osservazioni hanno anche permesso di stabilire le probabili dimensioni dell'oggetto (tra 50 e100 metri) tranquillizzando almeno un po' gli addetti ai lavori; anche se identificato per tempo, infatti, molto probabilmente non sarebbe stato classificato un PHA (Potentially Hazardous Asteroid = asteroide potenzialmente pericoloso).
Questo, però, non ci mette il cuore in pace, dato che le sue dimensioni lo collocano nella fascia degli oggetti tipo-Tunguska e ciascuno ha ben presente cosa successe nel giugno del 1908 ad oltre 2000 km quadrati di tundra siberiana ricoperti di alberi...

Un'ultima annotazione per chi ama le statistiche: questo transito, avvenuto ad una distanza inferiore a una volta e mezza la distanza Terra-Luna, si colloca tra i 10 incontri più ravvicinati di cui si abbia conoscenza.

Fonte: NewScientist Online ( http://www.newscientist.com )

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