Terrorismo, missili
e altri attacchi...

di Claudio Elidoro

Nei giorni scorsi i media hanno dato notevole risalto alla notizia.
Giovedì 4 luglio un aereo della compagnia israeliana El-Al in volo verso Mosca veniva sfiorato da un missile mentre sorvolava l'Ukraina. La conferma veniva da altri due aerei in volo nella stessa zona: i piloti riferivano di aver visto una scia luminosa e un'esplosione di colore blu.
Sarà per il particolare momento politico in Israele, sarà per il tragico analogo incidente nel quale lo scorso ottobre persero la vita 78 persone, sarà per la data particolare (l'Indipendence day americano) ed il clima che si respira in occidente dopo l'11 settembre, fatto sta che l'ipotesi-missile era tutt'altro che azzardata e la vicenda costituiva un ulteriore terribile tassello dell'offensiva del terrorismo internazionale.
Ma nel finesettimana si è aperta un'altra pista: non si sarebbe trattato di un missile, bensì di un fireball, la violenta esplosione in atmosfera di un meteoroide.
Nulla di particolarmente raro (le reti di sorveglianza militari ne rilevano in continuazione) o pericoloso, anche se in questo caso sembrerebbe proprio l'opposto...

In questa circostanza, senza dubbio, coloro che hanno rischiato maggiormente sono stati i passeggeri e l'equipaggio del volo Tel Aviv - Mosca.
Ma ecco che altri rischi ben più drammatici, anche se indubbiamente meno evidenti, si affacciano all'orizzonte.
E, spontanea, sorge una domanda tutt'altro che retorica.
In un clima di attesa del "primo colpo" chi ci assicura che un evento di questo tipo non venga interpretato come un attacco improvviso al quale si deve rispondere in modo altrettanto rapido e deciso? E quali conseguenze potrebbe comportare un simile fraintendimento?
Scenari certamente drammatici, magari presentati con una punta eccessiva di terribile spettacolarità e voluta esasperazione.
Ma siamo proprio così lontani dalla realtà?

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