Tsunami da Impatto
Uno studio recente e accurato dello
tsunami generato dalla caduta nellOceano Atlantico di un piccolo asteroide (diametro
inferiore al chilometro) è stato compiuto da Jack Hills e Charles Mader del Los Alamos
National Laboratory e presentato nella Conferenza Internazionale sulla Difesa
del Pianeta svoltasi a Livermore (California - USA) dal 22 al 26 maggio
1995. Non per campanilismo, ma spinto
esclusivamente dalla curiosità e dal desiderio di fare qualche conto tutto sommato
attendibile, ho provato ipotizzare un impatto nel Mediterraneo, impiegando nei calcoli le
formule presentate nel lavoro citato in precedenza. |
Non mi sono discostato dalle ipotesi di Hills e Mader neppure per ciò che riguarda la scelta del responsabile dellimpatto, vale a dire un asteroide di tipo roccioso (diametro di 400 metri), dotato di una velocità di 20 km/sec e, pertanto, di un carico energetico dellordine di 5 Gton. La situazione descritta si può
configurare (usando la terminologia corrente) come un impatto in acque basse, dal momento
che le dimensioni verticali della cavità transiente (nel caso di un asteroide con
dimensioni di 400 metri è ipotizzabile un valore di 4800 metri) superano la profondità
del mare, e questo anche nel caso del Bacino Ionico.
BACINO ALGERINO-PROVENZALE
BACINO IONICO
Al di là delle considerazioni
sulla completa attendibilità dei risultati numerici proposti (ci sono infatti troppi
parametri ignorati o assunti con valori medi), resta il fatto che se si verificasse un
impatto nel Bacino del Mediterraneo le regioni costiere dei Paesi che si affacciano su di
esso verrebbero spazzate via dalla violenza delle acque, situazione resa ancor più
drammatica dal fatto che gran parte degli insediamenti umani sono collocati proprio nelle
immediate vicinanze delle regioni costiere.
Certamente più frequente (valutato dellordine di un evento
ogni qualche centinaio di anni su tutta la superficie terrestre) è considerato
limpatto di un oggetto di dimensioni paragonabili a quelle ipotizzate per il
responsabile dellevento Tunguska del 1908, un corpo caratterizzato, cioè, da un
diametro di una cinquantina di metri.
BACINO ALGERINO-PROVENZALE
BACINO IONICO
Le località, come si può vedere,
sono le stesse presentate nelle tabelle precedenti, e identiche sono pure le annotazioni
generiche colà riportate in merito al calcolo del runup e della distanza di penetrazione
nellentroterra. Anche semplicemente da una analisi
sommaria dei risultati ottenuti si può notare lentità già sufficientemente
elevata dei fenomeni innescati da un avvenimento che, tutto sommato, può essere
considerato "frequente" anche su scale temporali umane. |
Nota matematica Nella simulazione presentata nel Workshop di Livermore del 1995, Jack G. Hills e Charles L. Mader si riferiscono, quale dato di partenza, allenergia posseduta dalloggetto (si tratta dellenergia cinetica dellasteroide diretto verso la Terra) e, basandosi su dati provenienti dagli studi di esplosioni nucleari sottomarine, giungono a determinare laltezza dellonda oceanica generata nellimpatto, secondo la formula:
Tale formula non è più
utilizzabile, però, nel caso in cui linterazione con il proiettile cosmico avvenga
in acque poco profonde, vale a dire nel caso in cui la profondità della cavità
transiente che, ricordiamo, è il cratere iniziale originatosi in seguito
allimpatto supera la profondità delloceano in quel punto. Nel caso di acque poco profonde (o di oggetti con dimensioni superiori ai 400 metri) laltezza dellonda oceanica generata dallimpatto sarà inferiore poiché, come è stato confermato da test nucleari in acque con profondità limitata, in tale situazione la quantità di energia trasferita alle acque è inferiore rispetto al caso di acque profonde; per tale motivo laltezza dellonda oceanica dovrà essere calcolata ricorrendo ad una nuova formula, e precisamente quella proposta in un lavoro del 1977 da S. Glasstone e P.J. Dolan:
Il significato dei simboli è quello già evidenziato nella
(1), come pure le unità di misura impiegate. Oltre al calcolo dellaltezza
dellonda oceanica (parametro dal quale dipende il calcolo del runup dello tsunami),
Hills e Mader si propongono anche di riuscire a determinare fin dove si spingerà
londata allinterno della terraferma.
In essa: Xmax =
distanza massima di penetrazione nella terraferma (espressa in km) Ipotizzando alcuni valori del runup nel caso di unarea sviluppata
(caratterizzata da un Numero di Manning n = 0.03) ed inserendoli nella (3) otteniamo che
unonda di tsunami di 40 metri potrebbe spingersi per circa 9 km
nellentroterra, una di 100 metri potrebbe arrivare a 30 km e nel caso di runup di
200 metri lacqua potrebbe raggiungere i 76 km di distanza.
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