Nell'immagine si vede l'ammasso globulare M 15, situato nella costellazione del Pegaso. E' uno
degli oggetti inseriti nel catalogo redatto dall'astronomo Charles Messier nel XVIII secolo
(è il quindicesimo). Quest'immagine sostituisce quella presa da Ligustri il 24/08/1996, alle ore 20:25 TU, e si nota
immediatamente una differenza quasi abissale nella risoluzione dei dettagli. L'evoluzione
tecnica, intercorsa in questi ultimi cinque anni, è stata impressionante e i nuovi risultati non
hanno bisogno di commenti. Basti solo dire che, invece dei 360 secondi complessivi utilizzati
da Ligustri per integrare i fotoni ricevuti dall'oggetto, Beltrame con la nuova attrezzatura
disponibile nell'osservatorio ha integrato per soli 90 secondi! E con che differenza...
L'immagine originale venne elaborata in modo da presentare una minore differenza
di luminosità fra la zona nucleare e quella periferica; questo per rendere meglio visibile
l'insieme stellare e per non saturare la zona centrale, cioé quella a maggior densità.
Nel luglio del 2002 Mauro Zorzenon riprese fotograficamente lo stesso oggetto e vi voglio mostrare la
differenze fra le due tecniche di ripresa (ccd e fotografica): per vedere l'immagine di Mauro
cliccate qui. L'immagine fotografica di
Mauro, pur essendo tecnicamente ottima, presenta la solita saturazione luminosa della regione stellare
centrale, dovuta alla grande concentrazione di astri, mentre nella zona periferica la densità stellare è
notevolmente più bassa che non nell'analoga esposizione elettronica, questo a causa della minore sensibilità
della pellicola rispetto al sensore elettronico. Pur essendo due riprese ottime (nei rispettivi ambiti), vi apparirà
sicuramente più gradevole l'immagine ccd di Paolo; la straordinaria efficienza dei sensori ccd li fa preferire
proprio nella ripresa di oggetti con così ampia escursione luminosa, oltre che per il fatto che la ripresa ccd
è durata solamente 1 minuto e mezzo, mentre quella fotografica 45 minuti! Un plauso a entrambi per gli ottimi
lavori. La ripresa fotografica di Zorzenon venne effettuata il 9 luglio 2002 alle 00:39 T.U. La strumentazione
utilizzata fu: Telescopio S-C Celestron Ultima 9 1/4 da 235 mm, impiegato ad F/10; pellicola Kodak E200
esposta a 1000 ISO. L'immagine è un particolare ingrandito due volte del fotogramma originale.
Tutte le stelle appartenenti all'ammasso globulare sono tenute vicine dalla mutua attrazione
gravitazionale, la quale conferisce la tipica forma sferica. Un ammasso globulare solitamente
è vecchio vari miliardi d'anni e può contenere da qualche migliaio a vari milioni
di stelle. La densità presso il suo centro è talmente elevata che non si riesce a vedere
attraverso di esso, anzi, in molte delle immagini non riprese dall'Hubble Space Telescope
(comprese quelle degli osservatori professionistici), non si riesce a intravvedere nemmeno il
centro dell'ammasso. In caso di ammassi molto densi, però, nemmeno l'HST riesce a mostrarci la
zona più interna. Se la Terra ruotasse attorno ad una stella dell'ammasso, avrebbe il cielo
rischiarato anche di notte da centinaia di stelle luminose come Sirio. |