ANNO XII - NUMERO 35
2° SEMESTRE 2004
La seconda caduta di una meteorite in Sicilia, sud Italia, avvenne intorno alle ore 13:00 di sabato 16 Luglio 1955, vicino Camarò, un villaggio a circa 3 chilometri a ovest di Messina. Un uomo, che si trovava a casa verso quell'ora, udì un tonfo immediatamente seguito da un boato; uscì per ispezionare l'area intorno alla sua casa e notò che una bassa pila di rocce spaccate, preparate per alcune riparazioni stradali, era stata colpita da una pietra di color nero delle dimensioni di un ananas. La pietra non aveva creato un cratere, ma era penetrata per circa 20 cm nella pila di pietre rotte, dove fu trovata divisa in tre frammenti maggiori a lato di altri molto più piccoli. Questi ultimi, sfortunatamente, non furono salvati.
Due giovani, mentre stavano lavorando separatamente sui pendii di un bosco di pini a circa 2 km dal punto d'impatto, notarono entrambi una luce brillante, almeno tanto intensa quanto il sole "al di sopra degli alberi". Guardando in cielo dissero: "una palla di fuoco apparentemente sospesa in aria, ma rapidamente crescente in dimensioni - probabilmente si trovavano in linea con la meteora -" finchè realizzarono che era caduta. La meteorite venne recuperata e pesata; la massa maggiore era di 2025 grammi, seguito da altri 2 frammenti di 338 e 42 grammi. Il frammento maggiore fu tagliato per analisi fisiche e chimiche, il frammento più piccolo fu usato per ottenere varie analisi in fluorescenza e raggi X, mentre un pezzo di 52 grammi fu spedita al Dipartimento di Scienze Minerarie allo Smithsonian Institute a Washington.
Le dimensioni della meteorite ricostruita nei tre pezzi, misurava 18 x 14,5 x 13.8 cm. La meteorite presentava una superficie incrostata e frontalmente scura, ed una superficie posteriore senza crosta, dove si vede la matrice interna di un colore grigio chiaro. Le facce della meteorite sono quasi piramidali, con diverse altezze, unite irregolarmente alla base e con i vertici opposti troncati di poco e con angoli inclinati. Le facce della piramide più piccola appartengono alla superficie prima della rottura della pietra, e costituiscono la superficie frontale del meteorite. Su due di queste facce si osservano alcune aree scheggiate e una depressione simile ad un cratere, larga e incompleta. Inoltre si notano vari regmaglipti e vari solchi irregolari. Le due facce della piramide esterna più alta sono piane e non presentano regmaglipti.
Messina è una meteorite compatta di un colore grigio cenere nelle aree senza crosta, e contiene
generalmente condrule non definite. Ad occhio nudo esse hanno misure che si aggirano dai 2 mm e massimo 5 mm di
diametro in rari casi. Solo una unica condrula è stata osservata di 10 mm di diametro. La superficie presenta poche tracce
di Ferro e Nickel, con particelle di troilite. La crosta della meteorite è tipo vitreo con delicate scanalature o
rilievi presenti anche in alcune regmaglipti ed in prossimità dell'area posteriore. Generalmente queste scanalature
raggiungono il mezzo millimetro in profondità ed altezza e si sviluppano per 20-30 mm di lunghezza; mostrano anche uno
sviluppo non ondulato radiale nei regmaglipti.
Alcune facce con crosta sono scheggiate da piccoli "nodi", fino a 1 mm di lunghezza, che si proiettano verso la crosta e
rappresentano noduli e particelle di metallo. Su tutta la crosta sono visibili dei piccoli pori, di circa 0,1 mm, spesso
chiusi da piccole cavità simili a crateri, ed abbondantemente scheggiati tra linee e nodi. Alla sommità di tali pori si
osservano minuscole aperture. La superficie posteriore della pietra presenta larghe aree di grigio luminoso, croste mancanti.
Lo studio al microscopio mostra che la matrice è composta da granelli di olivine e orthopysoxene con limiti
irregolari, granuli irregolari di Ni-Fe metallico e troilite, fino a 0,7 in diametro, sono sparsi nella matrice
tanto quanto nelle condrule.
Le condrule, come si è detto prima, sono arrotondate, e si stima che circa il 42% del meteorite in volume è composta
da condrule. La condrula di 10 mm di diametro è presente nel frammento di medie dimensioni, è di forma ovoide e consiste per
larga parte di olivina. Alcune condrule presentano una bordatura scura complete di troilite e a volte
questa forma un doppio anello, che racchiude condrule che sarebbero difficilmente visibili.
La matrice mostra clast trasparenti di silicati, più o meno riempiti con inclusioni opache. In certi casi i limiti
dei silicati presenti in prossimità di metalli o troilite mostrano punti o vene vitree scure irregolari, disseminate
di goccioline, globuli o tracce di Fe-Ni metallico e troilite. Tali vene sono interpretate quali prodotto di fusione lungo
una zona tranciata o fratturata, o quale prodotto di fusione dal calore. Alcune goccioline, bolle o globuli di Fe-Ni
metallico nelle venature vitree scure erano chiaramente strette nelle fratture formatesi da poco.
La composizione mineralogica della Messina presenta i seguenti componenti: olivine, orthopyroxene e clynopyroxene, plagioclasi, merillite, vetro, kamacite, taenite, plesside, troilite, cromite, chalcopyrhotite e machinavite. La composizione chimica della meteorite di Messina indicano che appartiene al gruppo L delle chondriti ordinarie e del tipo 5 petrologico. Una questione di particolare interesse è la presenza di punti o vene dove vetro scuro secondario è scambiato con goccioline, bolle di metallo o sulfidi, abbastanza spesso con strutture di flusso. Il vetro, spesso portante goccioline, è qualche volta compresso o iniettato per riempirsi di venuzze che sembrano essersi aperte contemporaneamente alla formazione di vetro scuro. Si pensa che tutto questo possa essere successo a causa di rigorose collisioni, responsabili dell'apertura di tali micro-fratture che si sono immediatamente riempite di vetro.
La massa maggiore della Messina di gr.1972 non si capisce come possa essere andata a finire al British Museum di Londra e come nessun pezzo sia conservato in Italia. Ora l'unico pezzo della Messina è conservato nella mia collezione privata ed è una fetta con crosta di 6.908 grammi proveniente dal British Museum e un fine pezzo con crosta di 1.7 grammi sempre proveniente dalla mia collezione, scambiato con l'Università di Roma, altri pezzi non sono presenti in Italia. Il Museo di Vienna possiede 21 grammi, il pezzo conservato a Washington è di 45 grammi, altri 6 grammi sono conservati presso l'FNMH di Chicago e 1 grammo presso la collezione di R. Bartoschewitz.
M come Meteorite - Matteo Chinellato
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