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"I segreti di Ted Hall, la spia che aiutò l'URSS"
Intervista a Joan Hall

di Stefania Maurizi

Pubblicata in "Tuttoscienze" de "La Stampa", 27 agosto 2003


Mosca, 1949: il fisico a capo del progetto nucleare sovietico, Igor Kurchatov, incontra Stalin al Cremlino, apre una scatola e gli mostra una sfera metallica del diametro di 10 centimetri: è plutonio. "Qui c'è una carica pronta per la bomba" dice a Stalin, che colpito gli chiede: "Come posso sapere che si tratta di plutonio e non di un pezzo di ferro che brilla?". "La carica è stata rivestita di nickel", risponde Kurchatov, "perciò la può toccare senza rischi. Per convincersi che non è un pezzo di ferro, dica a qualcuno di toccare la sfera: è calda, se fosse ferro sarebbe fredda". "Ed è sempre calda?" chiede Stalin, "sempre", risponde Kurchatov.
(L'episodio è riferito da Abraham Pais, Physics Today, agosto 1990).

E' con quel materiale che i Sovietici costruirono la loro prima bomba atomica, sperimentata solo 4 anni dopo il lancio delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, la prima all'uranio e la seconda al plutonio. Quest'ultima aveva dato filo da torcere ai fisici che a Los Alamos lavoravano al Progetto Manhattan per la costruzione delle due bombe anglo-americane. Il plutonio, infatti, rivelò una tendenza spontanea alla fissione, durante la quale i neutroni emessi innescavano una reazione a catena capace di produrre un'enorme quantità di calore, calore che avrebbe potuto disattivare l'ordigno e provocare solo una piccola esplosione.

Per superare questo problema fu inventato un metodo di detonazione completamente nuovo: l'implosione, che, sebbene avesse richiesto le energie intellettuali di quasi tutti i grossi cervelli del Progetto, non era chiaro che funzionasse. Perciò la bomba al plutonio fu testata il 16 luglio del 1945. A quel punto, Kurchatov e i russi erano già venuti a sapere del Progetto e dell'implosione. Eppure, nonostante fossero alleati degli anglo-americani nella guerra contro Hitler, i russi non erano stati né coinvolti nella costruzione dell'atomica né informati ufficialmente della sua esistenza, e a Los Alamos i fisici lavoravano nel segreto più assoluto, sorvegliati da un vero osso duro: il generale Leslie Groves, incarnazione della disciplina marziale; che tuttavia non bastò.

Arruolato nel Progetto nella primavera del 1944, il fisico americano Theodore (Ted) Hall, con i suoi 19 anni, era il più giovane scienziato di Los Alamos e faceva parte del team addetto alla verifica del funzionamento dell'implosione. Nell'ottobre del 1944, abbozzò su un foglio alcune informazioni sul Progetto e, in particolare sull'implosione, poi d'iniziativa propria contattò i russi.

E per i russi non fu l'unica spia di Los Alamos: Klaus Fuchs, un fisico inglese che non sapeva dell'iniziativa di Ted, fornì informazioni sulla bomba al plutonio certamente più dettagliate di quelle del collega. Finita la guerra, però, Fuchs fu beccato. Arrestato in Inghilterra nel 1950, confessò. Fu condannato ad una pena relativamente mite, 14 anni, ma l'arresto scatenò un "effetto domino" perché Fuchs fece il nome di una spia, che ne tirò in ballo un'altra che accusò altre due persone: gli americani Ethel e Julius Rosenberg. Processati in pieno delirio maccartista e accusati di essere "figure centrali" dello spionaggio atomico a favore dei russi, i coniugi Rosenberg finirono sulla sedia elettrica. La sera dell'esecuzione, Ted Hall e la moglie Joan, disperati, si trovavano nelle vicinanze della prigione in cui venivano giustiziati.

Ted, sebbene non li conoscesse e non avesse mai avuto a che fare con loro, aveva anche pensato che confessando le proprie responsabilità, certamente ben più serie di quelle attribuite ai Rosenberg, forse avrebbe alleggerito la pressione su di loro, ma Joan lo scongiurò: non sarebbe servito ai Rosenberg e avrebbe distrutto loro. E non servì nulla, né le richieste di grazia o le proteste che giunsero da ogni dove, né il fatto che i Rosenberg avessero due bambini piccoli, furono giustiziati nel 1953 e la stampa forcaiola titolò: "Grigliati i Rosenberg".

Anche Ted Hall nel 1951 fu interrogato dall'FBI, ma non disse una parola. Lasciò l'America e la fisica nucleare, andò in Inghilterra e divenne un illustre biofisico dell'università di Cambridge. Per 50 anni, Ted e Joan mantennero il segreto più assoluto: non accennavano a quei fatti neppure a casa o in macchina, per paura dei microfoni nascosti.

Nel 1995, la National Security Agency (NSA), l'agenzia americana che cifra e decifra tutte le informazioni di rilievo per la sicurezza nazionale, e che pare sia l'ente che assume più matematici nel mondo, da impiegare come codemaker e codebreaker, ha desecretato "Venona", un'operazione top secret per la decifrazione delle comunicazioni in codice tra i russi e le loro presunte spie americane.

Dai documenti di Venona emerge chiaramente che l'FBI sapeva di Ted Hall e sapeva che una delle persone citate nelle comunicazioni, e probabilmente identificabile come Ethel Rosenberg, "a causa delle sue condizioni di salute non lavorava": cioè non spiava per i russi. Forse era stata incastrata per mettere sotto pressione il marito, il quale a sua volta non era affatto una "figura centrale" dello spionaggio atomico.

Quanto a Ted Hall, invece, non ci è dato sapere perché non fu incriminato. Probabilmente, in assenza di una confessione o di testimoni, per processarlo, il governo americano avrebbe dovuto tirare fuori le intercettazioni di Venona. Ma a quel punto l'operazione sarebbe stata di dominio pubblico e invece andò avanti come missione top secret fino al 1980. Ciò che è certo, comunque, è che la desecretazione di Venona fu un sollievo per Ted Hall, che nel 1999 morì più tranquillo di come era vissuto negli ultimi 50 anni.

Stabilire quanto tempo i russi abbiano risparmiato, grazie alle informazioni di Fuchs e di Hall, è una questione spinosa, che lasciamo volentieri agli storici della scienza. A 50 anni dall'esecuzione dei Rosenberg e con un film di Hollywood su Ted Hall in preparazione, abbiamo rintracciato Joan Hall per chiederle perché Ted decise di passare le informazioni sull'atomica ai russi, visto che in quegli anni non era affatto un convinto comunista come Klaus Fuchs.

"Temeva che gli Stati Uniti potessero diventare una potenza molto reazionaria dopo la guerra" -ci dice- "e, se avessero avuto il monopolio nucleare, avrebbero potuto usare questo potere immenso per dominare il resto del mondo". Poi, ricordando come negli ultimi 50 anni lei e Ted avessero guardato all'Unione Sovietica alternando la speranza allo sconforto, conclude: "Guardando indietro, Ted credeva che, nonostante la sua imperfetta comprensione di alcuni fatti importanti, la sua decisione si era rivelata in ultima analisi giusta. Nei primi anni del dopoguerra, infatti, il rischio che gli Stati Uniti potessero usare la bomba, per esempio contro la Cina o la Corea del Nord, fu molto serio. E' impossibile dire cosa sarebbero stati capaci di fare se non fossero stati resi più prudenti dal potere di rappresaglia dei Sovietici, reso possibile, in una misura difficile da valutare, dai contributi di Ted e (soprattutto) di Fuchs. Alla fine, dunque Ted non aveva rimpianti".


ENGLISH VERSION

"I segreti di Ted Hall, la spia che aiutò l'URSS"
Interview with Joan Hall

by Stefania Maurizi

Originally published in "Tuttoscienze" of "La Stampa", 27 August, 2003


Moscow, 1949: the physicist Igor Kurchatov, head of the Soviet nuclear program, meets Stalin at the Kremlin, opens a box and shows him a 10-cm-diameter metallic ball: it is plutonium. "Here is a ready charge for the bomb", says Kurchatov to Stalin, who impressed asks: "How do we know that it is plutonium and not a sparkling piece of iron?". "The charge has been nickel plated" Kurchatov replies", "so that it would be safe to touch. And to satisfy yourself that it is not merely a piece of iron, instruct anyone to touch the ball. It's warm, whereas iron would be cold". "And is it always warm?", asks Stalin, "It always is", Kurchatov replies.
(This episode is referred by Abraham Pais on Physics Today, August '90)

That was the material with which the Soviets built their first atom bomb, tested only 4 years after the dropping of the Hiroshima uranium bomb and the Nagasaki plutonium bomb. This last bomb made life difficult for the physicists working in Los Alamos on the Manhattan Project to develop the two Anglo-American atom bombs. In fact, plutonium was found to have an appreciable tendency to fission spontaneously, and the neutrons emitted during the fission process would initiate a chain reaction producing an enormous amount of heat. That heat would disable the device and allow only a small explosion to occur.

In order to solve this problem, a completely new method of detonation was invented: implosion. Although implosion required the intellectual energies of almost all the big minds of the Project, it was not clear that it would have worked. For this reason on the 16th of July 1945, the plutonium bomb was tested. At that time, Kurchatov and the Russians had got wind of the Project and of implosion as well. Yet, even though the Russians were allied with the Anglo-Americans in the war against Hitler, they were neither involved in the atom bomb's development nor officially aware of its existence. And at Los Alamos physicists worked in the greatest secrecy with a real tough nut watching over them: general Groves, military discipline incarnate. But this was not enough.

Having been enrolled in the Project in the spring of 1944, the American physicist Theodore (Ted) Hall was the youngest Los Alamos scientist and was working with the team verifying whether the implosion could have worked. By October '44, he had sketched some information about the Project, in particular about implosion, and then acting on his own initiative he had got in touch with the Russians.

And for the Russians he was not the only Los Alamos spy: Klaus Fuchs, an English physicist who did not know about Ted Hall's initiative, gave the Russians much more detailed information about plutonium bomb than did his colleague. But once the war was over, Fuchs was caught. Arrested in England in 1950, Fuchs confessed. He was given a relatively mild sentence, 14 years, but his arrest triggered a "domino effect" because Fuchs named another spy who dragged in another spy who accused two other people: the Americans Ethel and Julius Rosenberg. Prosecuted in the full Mc Carthyst delirium and accused as "central figures" of the atomic espionage, the Rosenbergs were sentenced to the electric chair. The night the Rosenbergs were executed, Ted Hall and his wife Joan, anxiety-ridden, were near the prison where the execution was taking place.

Although Ted did not know or have anything to do with them, he had even considered confessing his responsibilities, certainly more serious than those attributed to the Rosenbergs, to take the pressure off the Rosenbergs, but Joan pleaded with him: it would not save the Rosenbergs and it would ruin them. And everything turned out to be useless, both the world wide pleas and protests and the fact that the Rosenbergs had two small children, they were executed in 1953 and the reactionary press came out with the headline: "Rosenbergs Fried".

Ted Hall also was interrogated by the FBI in 1951, but he did not say a word. He left America and nuclear physics, went to England and became a distinguished biophysicist at Cambridge University. Ted and Joan kept the secret rigorously for fifty years, they never mentioned those facts in the house or the car for fear of hidden microphones.

In 1995, the National Security Agency (NSA), the American agency which codes and decodes all information relevant to national security, and which is said to be the largest employer of mathematicians as codemakers and codebreakers in the world, declassified "Venona", a top secret operation to decipher the coded communications between the Russians and their alleged American spies.

It clearly emerges from the Venona documents that the FBI knew about Ted Hall and knew that one of the people quoted in the communications and probably identifiable as Ethel Rosenberg "in view of her delicate health does not work", that is, she did not spy for the Russians. Probably she was set up to put her husband under pressure and he in turn was certainly not a "central figure" of the atomic espionage.

Whereas with regard to Ted Hall, we cannot know why he was never prosecuted. Probably, since there was no confession or witnesses, in order to prosecute him the American government would have had to expose the Venona documents. But this would have brought the operation into the open, whereas Venona went ahead as a top secret mission until 1980. What is certain in any case is that Venona's declassification was a relief for Ted Hall, who in 1999 died more at peace than he had lived in his last 50 years.

It is a tricky business to establish how much time the Russians saved thanks to the information from Fuchs and Hall, we will leave this for science historians. 50 years after the Rosenberg execution, and with a Hollywood film about Ted Hall underway, we found Joan Hall to ask her why Ted decided to give information about the atom bomb to the Russians, since at those years he was definitely not a convinced Communist, like Klaus Fuchs.

"He feared the United States might become a very reactionary power after the war" -she tells us- "and if it had a nuclear monopoly it might use this overwhelming advantage to dictate to the rest of the world". And then remembering that from the fifties on they had watched the Soviet Union with alternating hope and dismay, she concludes: "Looking back, Ted believed that despite his imperfect comprehension of some important facts, ultimately his decision had proved right. In the early postwar period the risk that the US would use the bomb, for example against China or North Korea, was really serious. If they had not been made cautious by the Soviets' retaliatory power, enhanced to an unknown extent by the contributions of Ted and (far more importantly) of Fuchs, there is no telling what they might have been capable of. In the end, then, Ted had no regrets".


Si ringraziano l'autrice del testo e l'editore per la concessione dell'articolo.


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Pagina inserita in rete: 10 gennaio 2004; ultimo aggiornamento (2°): 14 febbraio 2004