06/02/2003 ore 18:37 TU |
Immagine di Virginio SAVANI | Ripresa dall'Osservatorio Astronomico di Talmassons (Ud) | Sezione Comete | |
Cometa Neat / 2002 V1 | ||||
La 16a immagine della star assoluta dei
primi due mesi dell'anno ritrae la cometa Neat C/2002 V1 ormai prossima al limite della
riprendibilità dal nostro osservatorio: essa è così bassa sull'orizzonte che, entro qualche
giorno, non riusciremo a scendere più col telescopio, dato che il basamento della cupola
impedisce il puntamento sotto i 15° sull'orizzonte.
La ripresa ccd della Neat ci mostra l'oggetto chiomato ancora molto bello e interessante,
rimanendo il più luminoso della sua categoria del periodo. A prima vista essa sembrerebbe
"sostanzialmente" simile alle immagini acquisite nei giorni antecedenti, ma le comete si
caratterizzano per la mutevolezza delle loro chiome e soprattutto code. In questo caso la chioma
è cambiata come forma, in quanto è più allungata per la maggiore attività del nucleo all'
approssimarsi del perielio, ed è anche più splendente, sempre per la maggiore emissione nucleare.
La bella e diritta coda di gas si mantiene relativamente lunga: qui l'osserviamo arrivare sino
a una quarantina di secondi d'arco di distanza dal nucleo. Essa presenta tanti filamenti nella
parte iniziale e parecchi addensamenti e rarefazioni lungo la sua estensione. La parte finale
della coda è sovraesposta a causa del peggioramento meteorologico, dovuto all'abbassarsi
dell'astro vicino all'orizzonte dove stazionavano nuvole abbastanza compatte.
Qualcuno mi ha chiesto perché ci siano delle differenze di luminosità fra i diversi "quadri" (i
singoli frames con le parti della cometa). Ciò è dovuto al fatto che un oggetto diffuso, soprattutto
come una cometa ma anche come una nebulosa o una galassia, presenta luminosità molto diverse
fra le sue parti. Si deve cercare di ottenere molto segnale (i fotoni che riempiono i "canali"
del ccd) per ridurre il più possibile il "rumore" fondo cielo e il rumore proprio del ccd (dovuto
all'agitazione termica creata dalla temperatura e all'elettronica di amplificazione, ma non solo), ma
nel contempo non tanto da saturare i pixel e produrre quel fastidioso effetto di sbordamento dei
fotoni nei pixel adiacenti del canale del ccd. E' la barra verticale di luce (blooming) che
vedete prodursi in alcune stelle (perchè troppo luminose per i parametri scelti per la ripresa);
un tipico caso ne è la stella in alto a sinistra nella ripresa qui sopra.
Per vedere direttamente le immagini precedenti, ed eseguire un confronto fra di esse, cliccate: L'immagine ha una dimensione di 359 x 350 pixel ed è a 256 toni di grigio; occupa 1.1 MB, qui compressi a 102 KB. Cliccando l'immagine l'aprirete a 800 x 780 pixel. La risoluzione è di 2,5"/pixel, mentre il campo inquadrato è di 41'x40' d'arco. | ||||
Telescopio riflettore : NEWTON da 350 mm di diametro ; lunghezza focale : 1750 mm ; f/5 | ||||
CCD : SBIG ST9E (KAF 261) | ||||
Tempo dell'integrazione : 2 pose da 60 secondi per la chioma 1 posa da 120 secondi ripetuta per ognuno dei due frames della coda | ||||
Stima della magnitudine pubblicata dall'International Comet Quarterly : == | ||||
Stima del diametro della chioma : == | ||||
Stima del diametro della chioma : == ; Angolo di posizione : == | ||||
Stella di riferimento : == | ||||
Immagine inserita nell'articolo
"Le due comete invernali" di Giovanni Bonini, pubblicato sulla rivista Nuovo Orione n° 132 (maggio 2003) a pagina 58. |
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