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LA COSTELLAZIONE DEL DRAGO (DRACO)
SUPERFICIE : 1083 GRADI QUADRATI

Il testo è stato tratto dalla rubrica sulle costellazioni curata dal Prof. Bruno Cester sulla rivista l'Astronomia (che ringraziamo per la gentile concessione).

E' una costellazione molto estesa, posta tra le 9 e le 21 ore di ascensione retta ed occupa ben 1083 gradi quadrati. La sua testa è posta a nord-est di Vega, la brillante alfa della Lira ed è delineata da quattro stelle.
Il corpo si snoda quindi verso nord-est in direzione di Cefeo (alla quale costellazione, con la moderna delimitazione delle costellazioni per meridiani e paralleli, ha ceduto alcune sue stelle, come le 77 e 78 di Flamsteed). Poi ritorna indietro, aggirando l'Orsa Minore, insinuandosi tra questa e l'Orsa Maggiore, mentre la sua coda punta verso la Giraffa.
La caratteristica meglio individuabile è senz'altro la testa, anche perché contiene tre tra le stelle più brillanti dell'asterismo. Ricordiamo che la gamma, la più vicina a Vega, è celebre perché Bradley, nel tentativo di misurarne la parallasse, scopri nel 1725 il fenomeno dell'aberrazione della luce, una delle prime prove positive dei moto della Terra attorno al Sole; successivamente, nel 1737 individuava pure il fenomeno della nutazione dell'asse terrestre, una piccola oscillazione che si effettua in diciotto anni e due terzi circa, dovuta all'attrazione lunare e che si sovrappone alla precessione, di periodo molta maggiore.
Un'altra stella deve essere qui ricordata, ed è la alfa, perché, a causa della precessione poc'anzi citata (vedi anche la descrizione dell'Orsa Minore) era, circa 4.700 anni fa, la stella polare, com'è del resto comprovato dalle osservazioni fatte in Cina. Ciò che non ci si spiega è perché Bayer l'abbia chiamata alfa, dato che non è affatto la stella più luminosa della costellazione.

La Mitologia

E' probabile che questa figura sia stata immaginata dopo quelle delle due Orse, fors'anche per riempire i vuoti; in ogni caso il risultato di collegare stelle molto disperse in cielo tramite una figura sinuosa è stato senz'altro felice. Ecco quindi sorgere la figura del Drago, forse quello posto a guardia del giardino delle Esperidi e che venne ucciso da Ercole. L'origine non è però affatto sicura, anche se, sotto la testa dei Drago appare la figura di Ercole; il fatto è che il nome di Ercole, come vedremo nella scheda ad esso dedicata, apparve in tempi relativamente recenti.

Le coordinate sono al 1950.00 quelle precise al decimo di minuto d'arco; le altre, ove specificato, sono al 2000.00.

Gli Oggetti Astronomici più interessanti

Il fatto che il Drago sia una costellazione circumpolare e molto estesa in ascensione retta, permette la sua osservazione per un notevole periodo dell'anno. Con un cannocchiale si possono mettere in evidenza parecchie curiosità.

Stelle doppie
La più facile delle doppie da osservare è certamente la stella nu, uno dei vertici dei quadrilatero che delinea la testa del Drago. La sua magnitudine globale è 4,2 ed è composta da due stelle bianche separate tra loro di più di 62". Venne scoperta come doppia già da Flamsteed nel 1690 e da allora la posizione relativa delle due componenti è rimasta invariata.
Ad est della nu si individua subito la mu, una bella coppia di stelle quasi uguali tra loro (magnitudini 5,8 e 5,9) separate di soli 2".
Passiamo alla csi alla base della testa: ad ovest di essa notiamo una stella tripla, conosciuta con la sigla Sigma 2278 (il simbolo ricorda un catalogo di Wilhelm Struve): si nota un doppietto separato di 6" ed una terza stellina a quasi 37" da esso.
Proseguiamo lungo il corpo del Drago e, ad ovest di esso, ci si soffermi sulla stella 39: essa è composta da due stelle molto dissimili, di magnitudine 4,9 e 7,7 separate tra loro di meno di 4".
Continuando nella direzione dalla csi alla 39, incontriamo la omicron, composta da una stella gialla di magnitudine 4,8 ed una compagna azzurra di magnitudine 8,2 distante 34" dall'altra. La più luminosa è però a sua volta una doppia spettroscopica col periodo di 138 giorni.
Saliamo lungo il corpo e all'estremo occidentale troviamo la epsilon, pure doppia, ma piuttosto difficile, perché le componenti, di magnitudini 4,0 e 7,2, sono separate tra loro di soli 3".
Una bella doppia è invece la stella subito a nord-ovest della 50: è nota con la sigla Sigma 2452 ed è composta da due stelle bianche di magnitudine 6,6 e 7,4 distanti poco meno di 6".
A nord-est invece, non trascuriamo la coppia 40 e 41, composta da due stelle simili (le magnitudini sono 5,8 e 6,2) separate di 19".
Scendiamo ora lungo il corpo e troviamo la psi: è compostada due stelle di magnitudine 4,9 e 6,1 distanti 30" tra loro.
Scendiamo ai confini con Ercole per ammirare le stelle 16 e 17: esse distano tra loro di 90" ma la 17 è a sua volta una coppia di stelle di magnitudine 5,6 e 6,6, separate di 3".
Ma ci sono molte doppie (come appare indicato nelle cartine celesti della costellazione) degne d'essere osservate e sta all'osservatore il ricercarle con pazienza per ammirarle.

Stelle Variabili
Nel Drago appaiono anche alcune variabili che possono essere seguite con profitto dagli astrofili.
La più antica variabile è la R, che è una stella rossa del tipo Mira: essa varia tra le magnitudini 6,7 e 13 in 245 giorni.
Anche la u è dello stesso tipo, e varia tra le magnitudini 9 e 14,6 in 316 giorni.
Invece la IW, la WW e la AI sono tre variabili ad eclisse; la prima varia tra la magnitudine 8 e la 10,5 in un periodo di 2,81 giorni ed è composta da una stella bianca tipo AO ed una gigante rossa del tipo KOHl. Fa parte d'una doppia visuale ed il suo compagno, di magnitudine 9,5 è a 3",6 di distanza.
La stella WW varia tra le magnitudini 8,3 e 9,5 in poco più di 4 giorni e mezzo ed ancor oggi la curva di luce non è ben conosciuta: essa sarebbe composta da due stelle subgiganti, una gialla ed una rossa.
La stella AI è, al massimo, di magnitudine 7,1 ed al minimo, che raggiunge ogni 1.2 giorni, scende a 8,1: esiste ovviamente anche un minimo secondario, che è appena un decimo di magnitudine sotto il massimo.
Citiamo infine la UX, che è una semiregolare che varia tra le magnitudini 5,9 e 7 in circa 168 giorni. Abbiamo riportato nella cartina, vicina alla IW, anche la VY perché questa stella, segnalata come variabile, sembrerebbe invece essere costante.

Nebulose
Segnaliamo la piccola nebulosa planetaria NGC 6543, del diametro di 22", la cui magnitudine globale è 8,8 e presenta una stellina centrale di magnitudine 11,1. Si presenta come un dischetto azzurro, allungato ma la sua fama è dovuta al fatto che a 10' a sud est di essa si trova il polo dell'eclittica (alle coordinate 18 ore di ascensione retta e +66°33' di declinazione).

Galassie
NGC 3147, una galassia spirale di 2'xl,7' e con una magnitudine visuale 10,9.
NGC 3735, vicina alla stella lambda, una spirale ancor più debole (magnitudine 12,7) di 3,8'xO,7'.
Sul bordo della costellazione si nota NGC 4125 (2'xl,2'); è di tipo ellittico e la sua magnitudine è sulla decima.
Nelle vicinanze si trova anche NGC 4128 che è di dimensioni comparabili alla precedente, e precisamente di 2'xO,5'; è una spirale di magnitudine 12,3.
NGC 4750 è pure una spirale di magnitudine 11,2.
Della stessa magnitudine è la galassia spirale NGC 5678, ai confini con l'Orsa Maggiore ed il Boote, e di dimensioni quasi uguali (2,6'xl').
Più brillante è invece la NGC 5866 (magnitudine 10,8) che appare spesso indicata anche con fa sigla M 102 (Catalogo di Messier); sembra invece che con due numeri, 101 e 102, Messier avrebbe registrato la medesima nebulosa, quella nota con la sigla NGC 5457, nell'Orsa Maggiore.
La NGC 5866 ha le dimensioni di 3'xl'.
Una galassia a spirale molto allungata (11'x0,6') è la NGC 5907, di magnitudine 11,3.
Altra coppia è costituita dalle NGC 5982 e NGC 5985; sono separate di circa 8', la prima è ellittica e di magnitudine 10,9, mentre la seconda è una spirale, più estesa (4'x2') ma più debole (magnitudine 11,4).
La più brillante di tutte è però la spirale NGC 6503, sull'allineamento chi - omega; le sue dimensioni sono 5'xl'.

Ammassi Aperti ed altro
In tutto il Drago non appaiono né ammassi aperti né globulari.

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Immagine Copyright © 2001 by ; adattamento testo di Lucio Furlanetto

Pagina caricata in rete: 7 giugno 2001; ultimo aggiornamento: 7 giugno 2001