Questa è una delle più antiche costellazioni. Rappresenta un uomo che tiene in braccio un otre ad qui sgorga il Fluvius Aquarii e nell’altra mano regge un bastone o un lembo di manto.
Vari sono i miti greci legati a questa figura. Per alcuni è Cecrope, primo mitico re dell’Attica.
Poiché a quel tempo il vino non era ancora stato scoperto i sacrifici agli dei si facevano con l’acqua; per questo motivo sarebbe stato
raffigurato nell’atto di versare acqua. Altri associano la figura zodiacale con Deucalione, che assieme con la moglie Pirra
fu risparmiato da Zeus dalla distruzione del mondo. I due ritenuti i soli uomini giusti meritevoli di salvarsi si imbarcarono su
un arca simile ad una grande cassa e dopo una navigazione durata nove giorni e nove notti approdarono sui monti della Tessaglia.
Ma la maggior parte delle leggende identificano l’Acquario con Ganimede.
Ganimede, figlio di Troo e Calliroe, e custode dei greggi paterni, era un bellissimo ragazzo di cui si innamorò
Zeus. Un giorno Zeus mandò un’aquila a rapirlo, o fu lui stesso in sembianze d’aquila, per condurlo sull’Olimpo
dove divenne il coppiere degli dei.
Le due stelle più luminose della costellazione sono: alpha Aquarii Sadalmelik, dall’arabo "al sa’dal malik" che secondo la tradizione significa la stella fortunata del re e beta Aquarii Sadalsuud da "al sa’d al su’ud" che significa il più fortunato dei fortunati.
Rubes Turchetti