La costellazione è situata in un’area dell’emisfero boreale in cui sono riunite tutte le figure di animali alati, tranne il corvo. La figura ha un’origine molto antica, poiché già gli antichi popoli mesopotamici vedevano in questo gruppo di stelle un uccello della foresta, indicato dai greci con il nome generico di Ornis. Anche Ipparco e Tolomeo, parlando della costellazione, usano il nome generico di "uccello". Solo in un secondo tempo Eratostene diede alla costellazione il nome specifico di Cigno.
Secondo la tradizione greca l’origine mitica della figura del cigno è legata alle imprese amorose di Zeus (Giove). Secondo un mito Zeus, per conquistare Nemesi, chiese alla dea Afrodite di trasformarsi in aquila. A sua volta Zeus si trasformò in cigno e finse di farsi rincorrere dall’aquila, per cercare rifugio tra le braccia dell’inconsapevole Nemesi. Come previsto Nemesi accolse tra le braccia il cigno per proteggerlo e si addormentò accanto all’animale senza sospettare nulla, così Zeus nel sonno abusò di lei e poi volò via. Alcuni uomini videro il Cigno/Zeus volare tanto in alto che credettero vivesse in cielo. Per evitare che qualcuno sospettasse l’accaduto Zeus pose in cielo la sua figura alata di cigno assieme a quella dell’aquila.
Un altro mito ci narra che Zeus innamoratosi di Leda per potersi accoppiare con lei all’insaputa di Era (Giunone) si trasformò in un cigno.
Un'altra tradizione si rifà invece al mito di Fetonte e al suo sfortunato viaggio con il carro infuocato del Sole.
Non sempre però queste stelle sono state associate a vicende così eccezionali o ad un uccello così elegante. Gli Arabi vedevano in esse un piccione o una gallina, e quest'associazione venne usata per diversi secoli, cioé per quasi tutto il Medioevo, finché con il Rinascimento si affermò la versione latina del Cigno.
Con questa confusione, e dato che quello che colpisce a prima vista è la forma a croce, non ci si deve meravigliare se lo Schiller nel 1627 tentasse di sostituire all'antico nome pagano quello di la "Croce sostenuta da sant'Elena", la madre dell'imperatore Costantino, alla qualle viene attribuito il ritrovamento della Croce medesima, smarrita per tre secoli. Nonostante ciò alla fine prevalse il nome che oggi usiamo.
Le principali stelle del cigno sono Deneb, α Cygni, il cui nome deriva dall’arabo "Dheneb-ed-Dajajeh" (o
"Dhanab-al-Dajajah"), che significa "la coda della gallina".
La coda dell’uccello femmina, Albireo, β Cygni, è la deformazione d'una parola araba a sua volta traduzione della parola greca "ornis".
ε Cygni, Gienah, deriva da "al janah", l'ala, mentre γ Cygni, Sadr, significa "petto" (ovviamente dell'uccello).
Edoardo Piani, Rubes Turchetti e Lucio Furlanetto