Meglio tardi che mai, viene da dire alla notizia dell'avvenuta presentazione della proposta di legge regionale per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici.
Diciamo meglio tardi che mai, perché questo provvedimento, atteso da tempo e considerato un passo essenziale per mettere un freno allo scandaloso spreco di energia elettrica, cui assistiamo di questi tempi, è destinato a finire nel cassetto in attesa che qualcuno, forse uno dei firmatari se rieletto, forse qualche altro consigliere sensibile alle questioni ambientali, lo tiri fuori per farlo approvare dalla prossima assemblea regionale; quella uscente di tempo non ne ha più.
L'inquinamento luminoso, intanto, di danni ne crea parecchi, e non soltanto ai numerosi appassionati che scrutano il cielo notturno alla scoperta degli astri, ormai costretti a rifugiarsi sulle vette montane. Gli esperti hanno stimato che per produrre 4.200 Kwh (kilowatt per ora) si rilasciano nell'atmosfera 3.192 chili di anidride carbonica. Se poi si scopre che almeno il 40 per cento della luce irradiata dagli impianti di illuminazione pubblica sale verso l'alto - in pratica è totalmente sprecata e non serve a rendere più sicure le nostre strade - si scopre che l'inquinamento luminoso si traduce oltre che nello spreco di denaro pubblico (si parla di circa 210 milioni di euro gettati ogni anno al vento in Italia), anche nel peggioramento dell'aria che respiriamo.
"Nel Comune di Codroipo che da 4 anni ha avviato un progetto di conversione dei propri impianti - spiega Bruno Di Natale, primo firmatario del disegno di legge regionale contro l'inquinamento luminoso siglato anche dai consiglieri Violino, Asquini, Molinaro e Stefanoni - hanno scoperto che a parità di condizione illuminata, si risparmia con i moderni impianti fino al 50% dell'energia impiegata. In pratica, anche se le lampade che evitano alla luce di salire verso l'alto costano un po' di più, permettono un risparmio di denaro tale da essere sicuramente più economiche, consentendo al contempo di ridurre molto l'inquinamento ambientale. Un dato fondamentale va sottolineato: questa legge è pensata prima di tutto per l'illuminazione pubblica e i grandi impianti utilizzati dai privati, come nel caso dei centri commerciali o delle aree industriali, e comunque prevede tempi di attuazione adeguati. I privati che nei loro giardini hanno già installato luci inquinanti, come nel caso dei globi di plastica che si vedono un po' ovunque, non saranno costretti a cambiarli, ma se lo faranno potranno godere di appositi finanziamenti della Regione".
Certo il dubbio che la presentazione del disegno di legge, vista la data, sia semplicemente un modo per farsi un po' di pubblicità in vista delle elezioni è venuta a più di qualcuno. Di Natale, con una buona dose di onestà intellettuale lo ammette, ma non rinuncia a un po' di ottimismo: "E' fin troppo facile dire che se rieletto mi impegno a portare avanti questo provvedimento. In realtà, grazie soprattutto all'impegno delle associazioni di astrofili della regione, è stato dato il via a un meccanismo tale da creare la giusta sensibilità anche nei colleghi che il problema non lo conoscevano e sono convinto che la nuova legislatura terrà conto dell'importanza di questa proposta".
Viene da chiedersi, a questo punto, perché mai i nostri amministratori pubblici, in nome del "più luce c'è, meglio è" molto conveniente dal punto di vista elettorale, ma insostenibile per la nostra salute, insistono nello spendere cifre astronomiche per installare ovunque lampioni sempre più potenti, che alla fine rendono il cielo una cappa lattescente e ci costringono, come contribuenti a pagare una bolletta sempre più salata.
Cosa prevede in dettaglio la proposta di legge regionale? Tra le varie finalità del provvedimento il legislatore ha inserito ovviamente la riduzione dei consumi di energia elettrica negli impianti di illuminazione e la prevenzione dell'inquinamento ottico e luminoso derivante da impianti esterni, compresi quelli realizzati a scopo pubblicitario; la protezione dell'ambiente naturale, dei ritmi naturali delle specie animali e vegetali; la salvaguardia del cielo notturno per tutta la popolazione e la salvaguardia della salute del cittadino; la formazione di tecnici delle pubbliche amministrazioni con competenze nell'ambito dell'illuminazione; la tutela dall'inquinamento luminoso delle attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici di rilevanza regionale o provinciale.
Per raggiungere tali finalità il testo afferma che tutti gli impianti di illuminazione esterni, siano essi pubblici o privati dovranno rispettare la normativa antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico. In parole povere ogni lampione dovrà essere schermato per non disperdere luce direttamente verso l'alto, dovrà usare comunque potenze tali da non creare inutili riflessioni di luce verso l'alto, mentre l'impianto dovrà essere progettato in modo tale da ridurre dopo la mezzanotte, di almeno il 30 per cento, la quantità di luce emessa.
Un comma della legge è dedicato espressamente all'uso di riflettori, fari e torri e fari roteanti che saranno espressamente vietati, mentre per l'illuminazione degli edifici e dei monumenti si dovranno privilegiare sistemi che illuminino dall'alto verso il basso. Qualora ciò non sia possibile, il fascio di luce dovrà essere opportunamente diretto da schermi o alette paraluce in modo tale che la luce illumini soltanto la superficie interessata, senza andare, come invece avviene ora, un po' ovunque verso il cielo.
La legge affida poi varie competenze a Regione e Province, ma i compiti maggiori saranno dati ai Comuni, che dovranno, entro tre anni dall'entrata in vigore della legge, dotarsi di piani di illuminazione che programmino l'installazione di nuovi impianti e la modifica o sostituzione di quelli esistenti. Sempre ai Comuni spetterà il compito di verificare gli impianti d'illuminazione esterni costruiti dopo l'entrata in vigore del provvedimento, individuando tramite la Polizia municipale le fonti di luce pericolose per la viabilità stradale a causa dei fenomeni di abbagliamento.
Questi i passaggi salienti della proposta, anche se non è detto che tali restino una volta che il testo passerà al vaglio prima della commissione competente e poi dell'assemblea, perché attorno all'illuminazione ruotano molti e neppure troppo nascosti interessi, visto l'enorme giro d'affari legato prima di tutto alla fornitura di energia elettrica (in corso, vale la pena di ricordarlo di privatizzazione) e poi alla loro realizzazione e manutenzione, che costa ogni anno parecchi milioni di euro.
Vada come vada, gli astrofili delle varie associazioni regionali hanno fatto quanto potevano per frenare il fenomeno che sta peggiorando "a vista d'occhio". Tra questi Rolando Ligustri, presidente del Cast (Circolo AStrofili Talmassons) e Walter Boschin, referente regionale dell'associazione internazionale "Cielo buio" e socio dell'Afam (Associazione friulana di astronomia e meteorologia), soddisfatti per l'elevato spessore della proposta appena depositata. "Questa legge sarà importantissima - conferma Ligustri, che ha collaborato assiduamente con i consiglieri regionali alla predisposizione delle norme - perché diminuirà, a beneficio delle future generazioni l'inquinamento ambientale. Non si tratta certo, come qualcuno potrebbe pensare di spegnere qualche luce ad uso e consumo di noi astrofili, ma di produrre meno anidride carbonica limitando lo spreco di luce attuale. E poi, sono sempre più numerosi i ricercatori che parlano di gravi conseguenze sulla nostra salute e sull'ambiente naturale, a causa dell'eccesso di luce. Speravamo in una maggiore sollecitudine nella sua presentazione, ma vigileremo comunque affinché la proposta sia ripresentata nella prossima legislatura". Anche Boschin è fiducioso: "Questo è tra le leggi più avanzate al mondo e lasciarla nel cassetto sarebbe davvero un grave errore, anche per la nostra salute".
Nell'attesa che i nostri prossimi consiglieri regionali, finalmente liberati dalle beghe pre-elettorali, decidano di discutere seriamente della proposta, non resta che sperare che gli amministratori locali, anche quelli che ora sono allo stesso tempo sindaci e consiglieri regionali, colgano questo notizia come segnale e comincino a installare impianti più rispettosi dell'ambiente e meno spreconi.
Se poi, oltre a non essere più disturbati da fari e da lampioni, potremo anche rivedere le stelle, sarà un bene per tutti.