INQUINAMENTO LUMINOSO
di Alessadro Di Giusto
Pubblicato su Il Friuli del 30 agosto 2002
A Johannesburg ci si accapiglia per trovare il giusto compromesso tra sviluppo e tutela dell'ambiente. Ma mentre in molti Paesi non si sa come fare per accendere almeno una lampadina in ogni casa, da noi la luce la sprechiamo, tanto che si parla ormai di inquinamento luminoso.
Che la situazione stia rapidamente peggiorando è evidente: l'ultimo grido d'allarme in ordine di tempo è contenuto nell'accorato appello lanciato a Venezia dagli astronomi di tutto il mondo preoccupati per la progressiva scomparsa del cielo stellato, causata dalla sempre più forte dispersione di luce verso l'alto.
Che strano. A nessuno di noi piace pagare bollette della luce salate.
Anzi, in genere ci insegnano a spegnerla quando non serve.
E invece, soprattutto per strada, è tutto un fiorire di lampioni che illuminano a giorno le
nostre strade fino all'alba, fari, luci di ogni genere sparate ovunque, spesso verso il cielo
come si vede sempre più spesso vicino alle discoteche, tanto che ormai, quando è nuvoloso, il
cielo appare di un insopportabile colore bianco-giallastro.
Invece, quando è sereno si vede, bene che vada, solo qualche stella.
Se un faro inutilmente rivolto verso l'alto, o che spara luce senza controllo, può dare fastidio perché rovina il paesaggio e addirittura entra in camera da letto, che dire però delle bollette, sempre più salate che paghiamo con le nostre tasse ai Comuni? Nel giro di vent'anni, anche nella nostra regione, la situazione è peggiorata rapidamente, ma a differenza che da altre parti dello Stivale, come in Lombardia, Campania o anche nel vicino Veneto, siamo ancora privi di una legge che metta fine allo sperpero di energia e al relativo inquinamento e non giova neppure l'assoluta assenza proprio a livello nazionale di una normativa specifica.
Vista panoramica notturna di Udine dalle colline di Moruzzo (cortesia Alessandro Di Giusto). |
In realtà, le cose si stanno muovendo: nei prossimi mesi anche il
Friuli-Venezia Giulia potrebbe approvare un legge che punterà prima di tutto a risparmiare
energia, ma che consentirà allo stesso tempo di eliminare, almeno si spera, parte
dell'inquinamento luminoso che rende ormai lattescente il nostro cielo.
Già da qualche mese i consiglieri regionali Bruno Di Natale di AN, Roberto Asquini di FI e
Claudio Violino della Lega Nord, stanno lavorando alla redazione del nuovo testo.
Della nuova legge abbiamo brevemente parlato con Di Natale che non ha nascosto un certo
ottimismo: "La maggioranza è seriamente intenzionata ad approvare una proposta di legge che
riduca lo sperpero di luce. Siamo già a buon punto e attendiamo i risultati di un nuovo incontro
a livello tecnico per mettere a punto gli ultimi dettagli, dopo quello avuto con le associazioni
astronomiche dell'Alpe-Adria avvenuta lo scorso luglio.
L'intenzione è quella di redigere una normativa avanzata che permetta anche nella nostra
regione un forte risparmio nell'utilizzo di energia elettrica e al contempo porti alla
diminuzione dell'inquinamento luminoso, tanto invocata dagli astrofili".
Di Natale mette l'accento su alcune caratteristiche salienti della nuova
legge: "Si tratterà di un provvedimento applicabile con gradualità nel tempo, che all'inizio
riguarderà soprattutto gli impianti di illuminazione di grandi dimensioni o pubblici, e poi,
tutti quelli presenti sul territorio regionale.
Di un fatto siamo certi: con la nuova legge, anche se il costo della riconversione potrà
risultare un po' più salato rispetto agli impianti tradizionali sarà possibile risparmiare
notevoli somme, ora invece sborsate per pagare bollette sempre più care.
L'intenzione è, in ogni caso, di approvare la legge entro il termine della legislatura e dunque
entro il 2003".
La legge però rischia di restare lettera morta, se non crescerà la
sensibilità dell'opinione pubblica e degli amministratori locali sul problema dell'inquinamento
luminoso. In molti si accorgono che il cielo sta sparendo soltanto dopo aver osservato la
splendida volta stellata da un luogo non inquinato.
Abbiamo perciò parlato con alcuni consiglieri regionali che sono anche sindaci - proprio agli
enti locali si rimprovera l'uso disinibito dell'illuminazione pubblica - per vedere se conoscono
il problema, cosa ne pensano e, soprattutto, per verificare cosa stanno facendo.
Cominciamo dalla leghista Viviana Londero, sindaco di Osoppo: "Ho ben
presente il problema ed anzi lo ritengo molto fastidioso sia dal punto di vista paesaggistico
che dal punto di vista dello spreco. Orami si usa la luce per motivi assolutamente banali e
penso proprio sia ora di regolamentare il settore, pur approfondendo le questioni tecniche.
A Osoppo non abbiamo realizzato di recente nuovi impianti, ma di certo, in prospettiva, puntiamo
su apparecchiature meno impattanti di quelle attuali".
Ci spostiamo poco più a Sud. Giorgio Baiutti sindaco di Cassacco e consigliere dei Socialisti
Democratici Italiani ci spiega che a suo tempo aveva anche presentato una proposta di legge poi
finita in chissà quali cassetti: "Sono convinto che non sia più rinviabile una migliore
regolamentazione degli impianti di illuminazione. A risentirne sono il paesaggio e sopratutto
la bolletta, sempre più cara. Risparmiare energia è necessario e se la nuova legge regionale
avrà quest'obbiettivo la appoggerò sicuramente. Penso anche che, come amministratori pubblici,
dovremo rivedere il nostro atteggiamento. In troppi, anche per questioni di sicurezza, ci siamo
fatti prendere la mano convinti che la luce risolvesse ogni cosa".
E invece pare addirittura che in certi casi troppa luce aiuti i ladri. Come è accaduto a un negoziante del centro di Tricesimo: i ladri hanno svuotato il negozio qualche mese fa indisturbati, potendo contare su locali perfettamente illuminati dalle lampade pubbliche, senza dover neppure usare una torcia, che magari sarebbe stata notata dal servizio di vigilanza.
Infine, parliamo con Franco Baritussio, sindaco di Tarvisio e consigliere di AN che con molta onestà intellettuale ammette di non essere a conoscenza del problema. Una volta spiegato però dice la sua: "Nessuno oggi, anche alla luce degli sconvolgimenti climatici può pensare seriamente di sprecare energia. Una legge che punti sul risparmio mi vedrebbe sicuramente favorevole, anche perché, credo che il progresso tecnologico potrebbe darci senz'altro una mano".
Non resta che attendere la nuova legge e sperare nel frattempo, che gli amministratori la smettano di installare lampioni assurdi o, come spesso accade, anche schermati ma dotati di una lampada talmente potente da provocare la riflessione a terra col risultato che si spreca in ogni caso. Rivedere almeno un po' di stelle, anche nei nostri paesi farà bene non solo agli occhi, ma sopratutto al nostro portafoglio.
Articolo pubblicato su Il Friuli del 30 agosto 2002
Si ringraziano l'autore e l'editore per la gentile concessione.