PARERE TECNICO
di Alessadro Di Giusto
Pubblicato su Il Friuli del 30 agosto 2002
La luce, nessuno lo nega, è sinonimo di progresso, ma in Italia troppi impianti di illuminazione pubblica sono obsoleti e sprecano energia. Sembra pensarlo anche l'ingegnere Anna Busolini, dello studio Busolini e Costantini di Tavagnacco, membro dell'Associazione nazionale professionisti dell'illuminazione, veri e propri designer della luce capaci di proporre soluzioni moderne e soprattutto di buona qualità.
"E' difficile negare - ci dice Anna Busolini - che il problema
dell'inquinamento luminoso esista, anche se a volte mi sembra che lo si strumentalizzi un po'.
I motivi per cui ci troviamo in questa situazione sono molteplici: da una parte la rete
dell'illuminazione pubblica soffre di vecchiaia.
Impianti datati e con rendimenti molto bassi andrebbero sostituiti, ma d'altra parte, per molti
impianti di nuova realizzazione non si cerca il giusto compromesso tra forma e funzionalità.
Spesso si vedono apparecchi (lampioni diciamo noi) molto belli che però
diffondo ovunque la luce e per di più c'è la tendenza ad eccedere nelle potenze installate".
E' proprio sul problema della luce dispersa verso l'alto che ci concentriamo dato che, secondo gli astrofili, almeno il 30 per cento della radiazione luminosa si disperde verso l'alto rovinando irrimediabilmente il cielo: "Le normative attuali, sono a carattere tecnico e si limitano a fissare limiti minimi di illuminazione. In realtà spesso si eccede in potenza installata.
Oggi la tecnologia mette a disposizione apparecchi dotati di ottiche in grado di ottimizzare il fascio luminoso: in tal modo è possibile evitare dispersioni indesiderate e illuminare al meglio la sede stradale. Inoltre, anche le lampade sono migliorate notevolmente, con un forte calo dei consumi e l'aumento dell'efficienza che permette fino al 40 per cento del risparmio rispetto ai vecchi impianti.
Nella stessa progettazione di un nuovo impianto, oggi è possibile
utilizzare dispositivi capaci di diminuire o aumentare la luce irradiata sulla strada a seconda
dell'ora e della frequentazione, come già stanno facendo in altri paesi europei".
La tecnologia dunque esiste, ma è lecito chiedersi perché sembra la si usi poco, mentre si
continua a installare orribili globi di plastica che illuminano ovunque salvo dove serve
veramente: "Per fare un buon progetto - ci spiega sorridendo l'esperta - è bene rivolgersi a
un tecnico qualificato, ma ci vuole anche una buona committenza".
Ovvero, diciamo noi, amministratori sensibili al problema, disposti a investire sulla qualità e che finalmente la smettano di usare la luce come uno strumento per raccogliere facili voti.
Articolo pubblicato su Il Friuli del 30 agosto 2002
Si ringraziano l'autore e l'editore per la gentile concessione.