Transitando in Carnia alle 3:45 del mattino, Alessandro Di Giusto stavolta ha fotografato una chiesa situata nel comune montano di Sutrio.
La prima cosa che si nota nell'immagine, ancora prima della chiesa fortemente illuminata, è il pesante alone diffuso in cielo, segno che l'illuminazione del complesso non è ottimale. Ma anche l'illuminazione in se' mi pare che non sia ottimale, in quanto le pareti della chiesa e del campanile sono fortemente abbaglianti, al contrario del resto dell'insieme che si vede poco o niente. Non so se chi ha progettato le luci ne abbia tenuto conto, ma qui si vede una zona molto luminosa e un'area circostante molto buia, invece d'una distribuzione maggiormente uniforme dell'irraggiamento luminoso.
Di Giusto mi ha commentato l'immagine: "Sarebbe giusto chiedersi a chi serva una chiesa illuminata a giorno in piena notte e chi paghi quella luce; la medesima situazione la si trova ormai in tutte le chiese friulane. Anche ammettendo la valenza paesaggistica di tale scelta, applicata spesso a chiese che sono totalmente prive d'interesse storico o artistico, è giusto chiedersi se ha senso lasciar acceso quei riflettori tutta la notte. Ovviamente in nessuna delle tante chiese illuminate a giorno abbiamo constatato il corretto posizionamento dei riflettori, con la luce sparata ovunque."

Si potrebbe dire che siamo alle solite: se si pensa che un immobile destinato al culto se non risulta "accecante" non lo si veda..., allora significa che abbiamo capito ben poco della religione cristiana (come opinione strettamente personale).

Uno spunto riflessione lo si può trovare leggendo l'articolo L'INQUINAMENTO LUMINOSO: Un problema ecologico visto da una prospettiva teologica di Dorian Bozicevic (Presidente della Società Astronomica croata "Leo Brenner" e studente del quinto anno di Teologia Cattolica all'Università di Zagabria).

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