31/12/2009 | Immagine di Giovanni PICUTI |
Ripresa da Todi (Pg) |
Inquinamento Luminoso |
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TEMPIO DELLA CONSOLAZIONE | ||||
La fotografia fu scattata alla fine del 2009 dal signor Giovanni Picuti, il quale stava percorrendo una strada dell'Umbria. La fotografia e il commento, pubblicati sul Corriere dell'Umbria del 02/01/2010, sono del signor Picuti e non sono stati alterati. Ringrazio l'autore per la gentile concessione. Procedevo verso una destinazione virtuosa, segreta e definitiva. Virtuosa, perché lontana dai deprimenti veglioni di San Silvestro. Segreta, perché nota solo ai bracconieri. Definitiva, perché di lì a poco sarebbe scoccata la mezzanotte, umida e raggelata: l’ultima dell’anno. Le ruote del fuoristrada avanzavano tra lentischi e corbezzoli verso il Poggio delle Civitelle, la montagna che separa Bettona da Gualdo Cattaneo. Procedendo tra il fango e le buche lasciate dalle auto dei cacciatori, ho raggiunto un punto di osservazione da dove mi si è rivelato lo sgradevole fenomeno della luce artificiale diffusa sul cielo delle valli umbre. Davanti a quell’ombrello lattiginoso ho provato lo stesso disagio che mi colse quando, proveniente dal Gran Canyon, dopo aver percosso duecento miglia di buio deserto, scambiai le luci di Las Vegas per il sorgere del sole. Ricordo ancora il fastidio per il passaggio repentino da una sensazione di pace interiore, all’abbaiante lusinga di una città fatta di kilowatt e di cartapesta. Anche la Las Vegas umbra è fatta di milioni di kilowatt. La Regione si è data uno strumento legislativo (L.R. 20/2005) per fronteggiare l'inquinamento luminoso, ma i risultati sono quelli che sono. Milioni d’inutili kilowatt sparati verso il cielo, ma anche verso antiche pietre ben messe dagli avi, la cui solennità non ha nulla di divertente che le faccia assomigliare al santuario del gioco americano. L’alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell'ambiente notturno, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. Nelle nostre valli sovrailluminate, non fa mai notte. Eppure il buio serve a portare riposo e l’illusione che il paesaggio abbia retto all’impatto con l’opera dell’uomo. Ce la volete lasciare o no - almeno per una decina di ore il giorno - questa illusione che non tutto è perduto? La luce serve, lo so, ma non quella che è dispersa al di fuori della zona da illuminare. Senza contare che la dissipazione verso l'alto rischiara le particelle in sospensione nell'atmosfera e le stesse molecole che la compongono, creando uno sfondo lattiginoso che offusca gli astri. Gli sprechi di luce artificiale ci isolano da quell’ambiente di cui noi e il nostro pianeta facciamo parte: l’Universo! Dagli anni Settanta a oggi la luminosità artificiale del cielo è più che quadruplicata e di conseguenza è moltiplicato lo spreco energetico. Sono amante del silenzio e del buio. E’ grave? Siparietto. Vi risparmio la descrizione dei botti e dei fuochi visti dall’alto, ma vi dirò come hanno conciato il Tempio della Consolazione a Todi. Sembra un igloo gigantesco: un capolavoro dell’architettura rinascimentale scristianizzato e infilato in un preservativo fosforescente. L’ho sgamato anche dal Poggio delle Civitelle, a chilometri di distanza. Le migliaia di kilowatt che lo avvolgono, lo privano delle sue ombre necessarie, le stesse che si erano mantenute nei secoli secolorum amen. Il Tempio fu costruito su progetto del Bramante e alla sua edificazione parteciparono artisti e architetti, come il Sangallo, il Peruzzi, l'Alessi, il Vignola e lo Scalza. Un altro artista, di cui ignoro il nome, illuminandolo, ci ha messo del suo. Ha trasformato un luogo di culto, che compare nei libri di storia dell’arte, in una cosuccia per chi conduce un’esistenza da mafioso russo a bordo di grosse cilindrate dai vetri oscurati. Beata umbritudine, umbra beatitudine. Giovanni Picuti L'immagine ha una dimensione di 403x600 pixel; è a 16,8 milioni di colori ed occupa 4,3 MB, qui compressi a 274 KB. Cliccando l'immagine l'aprirete a 687x1024 pixel. | ||||
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