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LEONIDI 2001 E CHE SIA TEMPESTA!

di Mirco Villa

pubblicato su l’Astronomia (mensile di scienza e cultura) numero 225 - novembre 2001

Si ringraziano l'autore e l'editore della rivista per la gentile concessione.


Il giorno 18 di questo mese è la data in cui potrebbe verificarsi la tanto attesa tempesta di Leonidi. Le previsioni sull’intensità del fenomeno sono allettanti, e le condizioni visuali saranno favorevoli, dato che la Luna sarà illuminata solo per il 10% e tramonterà in prima serata. Purtroppo, se il massimo di attività si verificherà all’ora prevista, non sarà visibile in Italia e in Europa, ma come si è già detto in più occasioni, le meteore riservano spesso qualche sorpresa. Certo, la stagione non invoglia a trascorrere nottate sotto le stelle, ma questa volta il disagio potrebbe essere abbondantemente compensato da uno spettacolo indimenticabile.

Perché tante aspettative nei confronti di questo sciame meteorico? Gli studi sulle Leonidi hanno evidenziato che negli anni che precedono e seguono il passaggio al perielio della cometa genitrice P/Tempel-Tuttle, che avviene ogni 33,2 anni circa, il tasso zenitale orario (ZHR) aumenta gradualmente passando dal suo valore di base, che di norma è intorno a 15, ad alcune centinaia o anche migliaia di meteore/ora. Simili picchi di attività possono presentarsi anche per due o tre anni consecutivi, e il meteor storm ha una durata che varia da pochi minuti a 2 o 3 ore (nel 1966 durò circa quaranta minuti, nell’arco dei quali venne raggiunta una punta massima di 150.000 meteore/ora).

Questo andamento è stato riscontrato anche in occasione dell’ultimo passaggio della cometa, avvenuto nel 1998: già nei quattro anni precedenti si era registrato un graduale incremento dell’attività, che aveva alimentato molte speranze per il 1998 e successivamente per il 1999. Nel 1998 molti osservatori sono rimasti spiazzati da un picco anticipato che si è verificato la mattina del 17 novembre alle 1h 55m, con una frequenza insolitamente alta di bolidi e meteore luminose, e uno ZHR massimo pari a 350.
Nel 1999 lo spettacolo è stato ancora migliore, con un tasso ZHR di quasi 4000. Lo scorso anno invece le nubi hanno coperto il cielo in gran parte dell’Europa, e sono state davvero poche le osservazioni disponibili, sufficienti comunque per confermare le previsioni sull’orario di massima attività.

Ma il meglio deve ancora venire, perché le piogge più abbondanti di questo ciclo dovrebbero verificarsi quest’anno e il prossimo. Il condizionale è d’obbligo. Infatti, sebbene il passaggio al perielio della cometa comporti un aumento ciclico dell’attività dello sciame, l’intensità delle piogge di Leonidi è estremamente variabile e di difficile anticipazione. Il periodo orbitale della cometa Tempel-Tuttle non corrisponde ad un numero intero di anni, quindi le posizioni relative di Terra e cometa cambiano a ogni ritorno. La loro distanza nel momento del passaggio della Terra al nodo, cioè all’intersezione con l’orbita cometaria, e il grado di avvicinamento della Terra all’orbita dei meteoroidi, influiscono sull’intensità del fenomeno. Queste e altre variabili contribuiscono alla complessità di un sistema che negli ultimi anni è stato oggetto di approfondite ricerche.

Diversi studi sono stati indirizzati alla formulazione di modelli che consentano di prevedere il tasso di attività dello sciame e l’orario di massima frequenza, con la maggiore precisione possibile.

 

I vecchi modelli di previsioni

Alcuni ricercatori hanno ricavato le loro previsioni da un’analisi statistica dei dati storici che si riferiscono alle osservazioni di Leonidi nel passato. Nel 1981 D. K. Yeomans, del Jet Propulsion Laboratory in California, in un lavoro che costituirà un riferimento per gli studi successivi di altri autori, raccolse i dati disponibili in letteratura riguardanti l’attività delle Leonidi dal 902 al 1969, ricavandone un diagramma che riporta in ordinata la distanza (P-E) tra l’orbita della cometa parentale e la Terra nel momento di massimo avvicinamento, espressa in U.A., e in ascissa la differenza temporale in giorni (Dt) tra la cometa e le particelle incontrate dalla Terra.
Nel grafico, le piogge e le tempeste prese in esame venivano rappresentate sotto forma di punti di diverse dimensioni a seconda dell’intensità, e la loro collocazione in uno dei quattro quadranti delimitati dagli assi delle coordinate indicava se le particelle dello sciame si trovavano dietro o davanti alla cometa e all’interno o all’esterno della sua orbita. Yeomans poté così determinare la distribuzione dei meteoroidi che danno origine ad alte attività dello sciame, stabilendo che essi sono collocati quasi esclusivamente all’esterno dell’orbita della cometa, e prevalentemente dietro ad essa. Dall’analisi dei dati egli dedusse che un’intensa pioggia di Leonidi, con un tasso orario superiore a 100, è possibile soltanto nell’arco di tempo compreso tra 2500 giorni prima e dopo il passaggio al perielio della Tempel-Tuttle se, in concomitanza, la cometa si è avvicinata all’orbita terrestre di almeno 0.025 U.A. internamente ad essa, o di 0.010 U.A. esternamente.
Una sola tempesta, nel 1366, si verificò all’incontro della Terra con particelle che si trovavano all’interno dell’orbita cometaria e davanti ad essa, contrariamente ai molti casi avvenuti nella situazione opposta. Yeomans però non azzardò previsioni sull’attività delle Leonidi in occasione del successivo passaggio della cometa al perielio, osservando che la distribuzione delle polveri intorno alla cometa è alquanto disomogenea, con piccole nubi di maggiore densità che potrebbero non essere attraversate dalla Terra. Nonostante le ottimali condizioni che si sarebbero presentate nel 1998 e nel 1999, dunque, Yeomans concluse che un’elevata attività in quegli anni sarebbe stata probabile, ma non certo sicura.

Questo studio ha costituito la base per lavori successivi in cui i dati storici sono stati ripresi e utilizzati per costruire modelli predittivi. Nel 1997 W. J. Cooke del Marshall Space Flight Center, studiò i flussi meteorici al fine di prevedere la probabilità di impatti tra meteoroidi e sonde spaziali. Cooke compilò una tabella che riportava il numero di eventi storicamente accertati corrispondenti a piogge o tempeste di Leonidi, in relazione agli stessi parametri geometrici considerati da Yeomans, cioè la distanza tra la Terra e l’orbita cometaria al momento dell’evento e l’intervallo in giorni tra le particelle e la cometa madre. Applicando poi un semplice algoritmo, egli calcolò la probabilità che si verificasse una tempesta di Leonidi negli anni successivi, considerando per ciascun anno le caratteristiche geometriche specifiche dell’incontro e confrontandole con quelle passate. Ne risultò che per il 1997 la probabilità di tempesta sarebbe stata pari a 0.80, circa uguale a quella del 1998 (0.78), mentre nel 1999 un simile evento sarebbe stato pressoché certo, con una probabilità che avrebbe raggiunto il valore di 1.00, per poi scendere a 0.33 nel 2000.
Naturalmente, l’uso di campioni tanto poveri (meno di quaranta eventi accertati, tra piogge e tempeste) rendeva più che discutibile l’attendibilità statistica, per ammissione dell’autore stesso; d’altronde questo limite non sarà facilmente superabile, poiché il numero di passaggi al perielio della cometa è limitato a causa del suo lungo periodo, e ancor più lo è il numero di piogge o tempeste documentate.

In seguito, Cooke rappresentò graficamente i valori dei tassi orari zenitali delle piogge storiche in funzione delle medesime coordinate utilizzate per le tabelle, tracciando linee di uguale intensità meteorica. Collocando sul grafico i punti relativi agli incontri degli anni successivi, in funzione dei parametri geometrici dell’incontro, sarebbe stato possibile prevedere lo ZHR atteso.
In realtà, le previsioni di uno ZHR pari a 1400 per il 1999 e a 1230 per il 2000 sono risultate sottostimata, la prima, e sovrastimata, la seconda, di circa 2,5 volte in entrambi i casi.

Un lavoro del tutto analogo è stato compiuto da I. R. Ferrin, dell’Università delle Ande in Venezuela, nel 1999, a partire dai valori di ZHR relativi agli anni di maggiore attività tra il 1799 e il 1998. Ferrin disegnò un grafico in cui, sempre in funzione della distanza minima tra la Terra e le particelle e dell’intervallo di tempo tra i passaggi della Terra e della cometa al nodo, venivano tracciate le isolinee di uguale intensità meteorica. Alcune isolinee erano incomplete o mancanti a causa di "buchi" osservativi. Di nuovo, collocando nel grafico i punti relativi agli anni successivi l’autore produsse per il 1999 previsioni decisamente in linea con la realtà che poi si produsse, con uno ZHR di 2500-4500, contro quello di 3700; nel 2000 invece, nonostante Ferrin avesse lasciato un ampio margine all’errore, pronosticando un’attività massima compresa tra 5000 e 20.000, lo ZHR è risultato molto più basso, attestandosi sul valore di 480.

I dati storici costituirono il punto di partenza anche per P. Brown, dell’Università Western Ontario in Canada, il quale ricostruì il momento, l’intensità e l’ampiezza dei picchi di attività relativi a 32 piogge di Leonidi tra il 1799 e il 1997. Per rendere confrontabili le osservazioni storiche con quelle più recenti, Brown introdusse, per le stime precedenti il 1969, un fattore di correzione per l’interferenza lunare. Sulla base dell’elaborazione delle osservazioni degli ultimi due secoli, Brown individuò tre distinte componenti che concorrono alla formazione dello sciame.
La prima, costituita dai meteoroidi più vecchi, si manifesta ogni anno per 3 o 4 giorni e raggiunge appena il tasso delle meteore sporadiche. Una seconda componente dà luogo a una attività più elevata, spesso caratterizzata da meteore luminose, ed è visibile solamente in alcuni anni prossimi a quello di massima attività; la pioggia che ne origina dura 1 o 2 giorni, con picchi di centinaia di meteore/ora che possono protrarsi per alcune ore, come avvenne nel 1965 o nel 1998. In precedenza queste due componenti non venivano distinte, ma accomunate sotto la definizione di clino-Leonidi. La terza componente, quella delle orto-Leonidi, determina le tempeste di altissima intensità e breve durata, si presenta uno o due anni dopo il passaggio della cometa al perielio ed è originata dai meteoroidi più recenti. Rappresentando graficamente l’andamento dell’attività dello sciame intorno al momento del massimo, l’autore dimostrò che per le tempeste esso dà luogo a una curva gaussiana, tanto più stretta quanto più alto è il valore di picco e viceversa.

 

Nubi di meteoroidi

Il problema della previsione dell’attività delle Leonidi è stato affrontato anche con un approccio diverso. Invece di elaborare statisticamente i dati osservativi di cui si dispone, alcuni studiosi basano i loro studi sul calcolo dei parametri orbitali della cometa in occasione dei diversi passaggi. Ad aprire questo filone di indagine furono i ricercatori russi E.D. Kondrat'eva e E.A. Reznikov, che nel 1985 posero l’accento sul fatto che a ogni passaggio la cometa non ripercorre mai esattamente la stessa orbita, a causa delle perturbazioni gravitazionali dei pianeti maggiori. I detriti cometari sono dunque distribuiti in modo disomogeneo, e la Terra può incontrare nello stesso anno nubi di meteoroidi originatisi nel corso di passaggi diversi della Tempel-Tuttle. Quanto più precisamente si riescono a determinare la distribuzione delle nubi di polveri cometarie e il punto di incontro della Terra con esse, tanto più corretta sarà la previsione del momento del picco.
In questo primo lavoro, ripreso da Kondrat’eva nel 1997 insieme a I.N. Murav'eva e E.D. Reznikov, gli autori determinarono gli elementi orbitali della cometa ai vari passaggi, trovando una buona corrispondenza tra i momenti di picco calcolati in base al loro modello e i dati visuali delle Leonidi del 1833 e del 1966. Il modello venne quindi applicato alla previsione delle piogge degli anni successivi. Nel 1999 il massimo avvicinamento della Terra alla nube di detriti del 1899 era previsto alle 2h 24m; lo scarto fu di una ventina di minuti: 2h 02m ± 2 m. Nel 2000 la massima attività si sarebbe dovuta registrare alle 7h 12m, in occasione dell’attraversamento dei detriti rilasciati nel ritorno 1866; dai dati raccolti dall’IMO sappiamo che il picco è stato riscontrato esattamente alla stessa ora. In entrambi i casi l’errore è stato ampiamente contenuto entro i limiti dell’approssimazione dichiarata, pari a 140 minuti circa.

Anche R.H. McNaught e D. Asher, tenendo conto delle risonanze, delle perturbazioni planetarie e di altri effetti minori, hanno cercato di "mappare" gli addensamenti relativi alle singole nubi di polveri lasciate dalla cometa Tempel-Tuttle ad ogni ritorno al perielio. Dalla loro distribuzione hanno ricavato che il picco inatteso del 1998, quello ricco di bolidi particolarmente luminosi, era riferibile alla nube generata nel 1333. L’intensa attività del 1966 era attribuibile invece alle polveri lasciate nel 1899 (solo due rivoluzioni prima), che la Terra attraversò centralmente. Lo stesso addensamento sarebbe stato incontrato nel 1999, ma in una regione periferica, dando luogo così ad una attività molto meno intensa, che gli autori avevano stimato in 1500 meteore orarie. In realtà lo ZHR ha poi raggiunto punte superiori a 3000, ma il momento del massimo previsto da Asher e McNaught è risultato sorprendentemente preciso (a meno di pochi minuti).
Nel 2000, i due picchi del 18 novembre si sono invece presentati in anticipo rispettivamente di 20m e 40m, e l’attività è stata almeno 5 volte superiore a quanto gli autori avevano previsto.

I tedeschi C. Göckel e R. Jehn, dell’ESA/ESCPT, hanno applicato alle particelle originate dalla Tempel-Tuttle alcuni modelli descritti in letteratura per il calcolo della velocità di eiezione, velocità che dipende dalla distanza eliocentrica della cometa, dalla massa e dalla densità dei meteoroidi, dalle dimensioni del nucleo cometario. Sulla base dei dati relativi alle Leonidi del 1999, essi hanno individuato il modello che meglio si accorda alla distribuzione dei meteoroidi di questo sciame, e se ne ù sono avvalsi per pronosticare l’attività meteorica degli anni seguenti.
Per il 2000 gli autori avevano previsto due picchi ravvicinati di 700 e 900 meteore/ora, rispettivamente alle 7h 30m e alle 8h 20m TU. L’attività era quindi stata sovrastimata di quasi il doppio, e il massimo fu registrato in leggero anticipo rispetto alle attese, alle 7h 12m.

A conclusioni simili, pur partendo da presupposti differenti, è giunto il ricercatore finlandese E. J. Lyytinen, insieme a T. Van Flandern del Meta Research (USA). In un recente lavoro, i due studiosi hanno determinato la distribuzione delle particelle che originano le Leonidi tenendo conto delle forze di dispersione a cui esse sono sottoposte dal momento della loro eiezione. In particolare, si sono soffermati ad analizzare la pressione derivante dalla radiazione solare e gli effetti non isotropici che concorrono alla distribuzione dei meteoroidi intorno al "cammino" della cometa. Sulla base del loro modello, Lyytinen e Van Flandern avevano previsto per il 2000 tre picchi di intensità, dovuti al successivo passaggio della Terra in prossimità degli addensamenti di meteoroidi che risalgono rispettivamente al 1932, al 1733 e al 1866. Questa previsione ha trovato effettivo riscontro nella realtà, anche se le stime sull’attività dello sciame eccedevano del doppio i valori realmente riscontrati, e il momento di massimo indicato degli autori differiva da quello reale di 15-30m.

Considerando la complessità delle dinamiche interplanetarie, le previsioni formulate negli scorsi anni hanno già raggiunto un’ottima approssimazione alla realtà, che presumibilmente sarà ancora migliorata negli anni a venire, in seguito ai continui perfezionamenti dei modelli. McNaught e Asher, per esempio, hanno affinato il loro operando una correzione topocentrica, che tiene conto del fatto che l’osservatore si trova sulla superficie della Terra, e non al centro di essa. Lo sviluppo di questo settore di ricerca ancora giovane porterà ad anticipazioni sempre più precise del momento e dell’intensità delle piogge meteoriche, preziose per gli osservatori di meteore ma ancor più per chi studia i sistemi di protezione da impatti tra meteoroidi e sonde o satelliti.

 

Che cosa apettarci quest'anno

Stando alle previsioni per quest’anno, sembra proprio che gli osservatori che si troveranno in Europa e in Africa siano i meno favoriti. A livello globale, comunque, quasi tutti sono concordi nel prevedere un’attività meteorica molto elevata, anche tre o quattro volte superiore a quella del 1999. Secondo Gockel e Jehn, già la mattina del 17 novembre verso le 1h 30m (gli orari sono sempre riportati in TU, a cui bisogna aggiungere un’ora per ottenere il tempo locale italiano) potrebbe esserci un picco di attività con uno ZHR di circa 300, che potrebbe quindi essere osservato in Europa, a cui seguirebbero un altro picco meno intenso (ZHR di circa 200) alle 9h 20m, visibile nel continente americano, e un terzo alle 17 (ZHR = 300), per la soddisfazione degli osservatori australiani e dell’est asiatico. Secondo Ferrin, circa 400 meteore/ora potranno essere osservate lo stesso giorno alle 16h 30m.

Il 18 novembre, un primo picco, già previsto da Kondrat’eva, Murav’eva e Reznikov nel 1997, si dovrebbe verificare intorno alle 10h, quando la Terra potrebbe incontrare la nube di meteoroidi staccatisi dalla Tempel-Tuttle nel 1767; Asher e McNaught prevedono per quell’occasione uno ZHR intorno a 1500, valore sul quale sono sostanzialmente concordi anche Lyytinen e Van Flandern (ZHR = 2000), così come Brown e Cooke (ZHR = 800). A quell’ora saranno gli osservatori americani a poter godere dello spettacolo.
Due ore dopo, alle 12h, quando sarà buio nel cielo dell’America nord-occidentale, la Terra dovrebbe avvicinarsi alla nube rilasciata nel 1799. Se le previsioni di Brown e Cooke troveranno riscontro, lo ZHR potrebbe arrivare a 1300. Lyytinen e Van Flandern, al contrario, ritengono che il suo valore si dovrebbe attestare sulle 100 meteore/ora. La terza corrente che la Terra incontrerà il 18 novembre è quella derivante dal passaggio del 1833: secondo Lyytinen e Van Flandern ciò avverrà alle 14h 10m, con uno ZHR di appena 60, secondo Brown e Cooke alle 14h 36m con un picco di attività pari a 1100 meteore/ora (a quest’ora l’area favorita per l’osservazione corrisponde all’Oceano Pacifico orientale).

Dalle 16h 30m alle 19h 30m, gli osservatori australiani e dell’est asiatico potranno assistere alle piogge più copiose: infatti, quasi tutti i ricercatori concordano nel ritenere che in queste tre ore la Terra dovrebbe incontrare la parte più densa della nube di meteoroidi. Secondo Brown e Cooke, alle 16h 50m incontreremo le particelle rilasciate nel 1666 (ZHR = 700); Lyytinen e Van Flandern ritengono invece che il picco si verificherà mezz’ora più tardi (ZHR minore di 600).
Secondo gli stessi autori, alle 17h 22m incontreremo la nube del 1633 (ZHR = 260) e ancora, alle 17h 33m, quella rilasciata nel 1699, che darà luogo a una copiosa pioggia, con 1500-2000 meteore/ora. Secondo Asher-McNaught e Brown-Cooke il picco di attività si verificherà alle 17h 31m, con uno ZHR pari a 9000 per i primi, a 700 per i secondi.

Ma la pioggia più intensa dovrebbe aver luogo in occasione dell’incontro tra la Terra e i residui del passaggio cometario del 1866. Secondo i russi Kondrat’eva, Murav’eva e Reznikov ciò avverrà alle 19h 12m, mentre Asher e McNaught anticipano il momento del massimo alle 18h 12m, calcolando che possa essere raggiunta una frequenza di 15 mila meteore/ora. Le previsioni di Lyytinen e Van Flandern collocano invece il picco alle 18h 22m, con 6100 meteore orarie. Non mancano però le voci fuori dal coro: Jenninskens è in linea con le stime sull’orario, ma ritiene che l’attività sarà molto più scarsa, addirittura al di sotto di 100, mentre Göckel e Jehn prevedono un massimo di 600 meteore/ora alle 19h. Gli stessi ricercatori si attendono un ultimo picco la mattina del 19 novembre alle 1h 30m, con uno ZHR pari a circa 270.

Dall’esame dei pronostici risulta chiaro che, nonostante le dissonanze tra i vari ricercatori sulle stime dell’attività dello sciame, c’è un sostanziale consenso sull’orario dei massimi di attività. Questo offre ben poche possibilità agli osservatori italiani, dato che le piogge di Leonidi sono previste in orari diurni. Tuttavia, nella storia delle Leonidi, come di altri sciami, non sono mancati gli eventi sorprendenti; per rimanere nel passato recente basti pensare alla bella pioggia del 1998, in anticipo di 16 ore rispetto alle previsioni. Confidando nell’esattezza dei calcoli di Göckel e Jehn, varrà la pena di osservare il cielo non solo durante la notte del 18 novembre, ma anche nella precedente e nella seguente; una frequenza oraria di 300 meteore non è poi da disdegnare. E infine, non perdiamo le speranze per la pioggia più abbondante del 18. In fondo, in alcune occasioni il picco di attività si è protratto per 2-4 ore, e se anche quest’anno fosse così potremmo riuscire ad assistere ai titoli di coda dello spettacolo previsto per le 19h.

 

Nel 2001 la Luna sarà di 3 giorni.
Nel 2002 la Luna sarà di 15 giorni.

 

Dove e come osservarle

Il successo di un’osservazione meteorica dipende soprattutto dalla situazione meteorologica. Chiunque si appresti a spostarsi da casa scelga la meta tenendo conto delle previsioni del tempo, disponibili anche su Internet. Se invece la meta richiede spostamenti più importanti, sarà necessario affidarsi alle statistiche meteorologiche. In Italia la probabilità di avere un cielo sereno a metà novembre è in media del 20-30%. Si arriva al 40% sulla costa laziale e sulla Riviera di Ponente ligure, mentre all’interno si scende al 20%. Ancora più critica la situazione nell’Europa del centro-nord, con una probabilità di cielo sereno che arriva appena al 10-20%. Spagna e Portogallo offrono un 40% di cielo sereno, che aumenta fino al 50-60% se si considerano solo Andalusia e Algarve. Per chi volesse uscire dai confini europei, affascinato dalla possibilità di assistere a una memorabile tempesta, è utile ricordare che negli Stati Uniti il cielo è migliore negli stati occidentali: in Arizona e New Mexico la probabilità di cielo sereno raggiunge il 70-80%, è circa il 60-70% nel Nevada e in California, mentre in Oregon, Idaho e Montana arriva solo al 30-50%. Anche dall’altra parte del globo si dovrebbero verificare ottime condizioni di osservabilità: nell’est asiatico in novembre il cielo è sereno nel 60-80% dei casi, e lo stesso vale per l’Australia, dove oltre tutto ci si avvicina alla stagione più calda, con temperature più gradevoli delle nostre.

Nella scelta del sito di osservazione è conveniente valutare anche l’inquinamento luminoso e la trasparenza atmosferica. Entrambe queste condizioni migliorano allontanandosi dai centri abitati, mentre alzarsi di quota aiuta ad evitare nebbie e foschie.

L'attrezzatura non è particolarmente impegnativa. Se l’osservazione è visuale non si richiede strumentazione; è consigliabile però utilizzare un registratore, che permette di incidere su nastro tutte le informazioni senza distogliere lo sguardo dal cielo. Una carta celeste per individuare radiante e magnitudine limite, e una luce rossa che non disturbi la vista già adattata al buio completano l’equipaggiamento tecnico. Sarà necessario procurarsi una sedia reclinabile o un lettino pieghevole, abbigliamento pesante e sacco a pelo per proteggersi dal freddo, e qualche bevanda calda.

Prima di cominciare a contare le meteore, bisogna stabilire alcuni parametri necessari per il calcolo dello ZHR, il Tasso Orario Zenitale, ovvero il numero di meteore che si sarebbero osservate in un’ora in condizioni ideali. Attraverso lo ZHR vengono normalizzati tutti i dati, riportandoli a condizioni standard e consentendo il confronto tra diverse osservazioni.

Il primo di questi parametri è la magnitudine limite, ovvero il limite inferiore di luminosità che si riesce a percepire durante l’osservazione. Si può procedere secondo due metodi. Il primo consiste nell’individuare una stella al limite della visibilità e nel rilevarne la magnitudine consultando un atlante: questo valore verrà assunto come magnitudine limite. Secondo un altro metodo, si contano le stelle visibili in certe aree standard, e dal numero ottenuto si risale, attraverso una tabella, alla magnitudine limite. Per esempio, l’area nel Leone è delimitata dalle stelle alfa, beta, gamma e delta; al numero di stelle contate in questa regione corrisponde la magnitudine limite, secondo la tabella che segue.

Numero stelle

Magnitudine limite

7

4,4

8

5,0

11

5,6

13

5,7

15

6,0

18

6,1

20

6,3

21

6,4

24

6,6

25

6,7

29

6,9

32

7,0

Bisogna poi determinare quale percentuale di cielo è oscurata dalla presenza di ostacoli o nubi, e l’altezza del radiante dall’orizzonte (o il suo complemento: la distanza dallo zenit). Il radiante è la regione di cielo da cui, per effetto prospettico, sembrano provenire tutte le meteore appartenenti a uno sciame. Si tratta di un’area estesa 5°-10°, che si sposta rispetto alle stelle di circa un grado al giorno, per via del moto relativo tra la Terra e gli sciami di meteoroidi. Come suggerisce il nome, il radiante delle Leonidi si trova nel Leone, all’interno dell’inconfondibile falcetto alle coordinate 153° A.R., +22° dec. La costellazione del Leone può essere individuata partendo dall’Orsa Maggiore, prolungando di 7-8 volte la linea immaginaria formata dalle ultime due stelle del Grande Carro nella direzione opposta alla stella Polare.
In Italia il radiante raggiunge la sua massima altezza di mattina, quando supera i 60°, mentre a mezzanotte (ora locale) è alto solo 10°. La tabella seguente fornisce l’altezza del radiante sull’orizzonte in tre città italiane, con un’approssimazione di 1°.

Ora in Tempo Universale del 18 novembre

Altezza del radiante a Milano

Lat +45°28’

Long 9°11’

Altezza del radiante a Roma

Lat +41°55’

Long 12°27’

Altezza del radiante a Palermo

Lat +38°08’

Long 13°23’

22

-2

-2

-3

23

7

8

7

24

18

19

19

01

28

30

31

02

39

42

43

03

49

52

54

04

58

62

65

05

65

69

73

Generalmente, per comodità si effettuano campionature di 60m effettivi, poiché lo ZHR è un tasso orario. Quando l’attività è molto intensa e supera le 100 meteore/ora, come si presume sarà per le Leonidi di quest’anno, è utile dividere il campione in intervalli di 5m o 10m, in modo da determinare con più precisione l’istante e l’altezza del picco di attività. Il conteggio delle meteore in sé è particolarmente semplice, anche se richiede attenzione e concentrazione. Dal conteggio andrebbero escluse le meteore che non appartengono allo sciame delle Leonidi, anche se l’incidenza delle altre meteore è molto ridotta in caso di alta attività dello sciame. Le Leonidi si distinguono per la traiettoria, che si diparte dal radiante, e per la loro velocità, la più alta finora registrata per uno sciame meteorico, pari a 71 km/s. Bisogna comunque ricordare che una meteora osservata nelle vicinanze del radiante sembra più lenta e mostra una traccia più corta, mentre se appare lontano dal radiante lascia una scia lunga e sembra molto veloce.

Un altro dato che di solito gli osservatori registrano è la magnitudine della meteora, la cui determinazione può rappresentare una difficoltà per chi è alle prime armi; con un po’ di esperienza anche la rilevazione di questo elemento diventa immediata. Questo parametro, che generalmente viene riportato approssimandolo alla magnitudine intera, può essere determinato confrontando la meteora con stelle di magnitudine nota presenti nella regione di cielo che si sta osservando. Le Leonidi sono molto spettacolari anche perché oltre il 15% di esse ha magnitudine negativa.

Nell’eventualità che si assista a un meteor storm, come tutti ci auguriamo, potrebbe rivelarsi impossibile la registrazione delle luminosità di tutte le meteore. In questo caso si darà la priorità al conteggio, cercando di stimare almeno le magnitudini delle meteore più luminose.

Altre annotazioni interessanti da rilevare sono il colore e la scia persistente, presente in almeno un terzo delle Leonidi.

Molte organizzazioni, a livello nazionale e internazionale, raccolgono ed elaborano i dati derivanti dalle osservazioni amatoriali. Per esempio, lo scorso anno l’IMO (International Meteor Organization) ha ricevuto dati sulle Leonidi da centinaia di osservatori di 38 Paesi del mondo, e li ha integrati ricavando un quadro complessivo dell’attività dello sciame.

 

E infine una foto...

Una bella pioggia di meteore, specialmente se molto luminose, è un soggetto affascinante anche per chi ama l’astrofotografia. Volendosi cimentare in questa occasione, si può utilizzare una comune macchina fotografica reflex, purché dotata di posa "B" con otturatore meccanico, in modo da evitare la necessità di batterie. L’uso dello scatto flessibile e di un buon cavalletto ridurrà il rischio di vibrazioni. La scelta dell’obbiettivo è particolarmente importante; i risultati migliori si ottengono con obbiettivi molto luminosi, e un campo non troppo ampio (che darebbe luogo a tracce molto piccole), né troppo ristretto (perché diminuirebbero le probabilità di fotografare una meteora). Infatti, non è possibile prevedere quando e dove la meteora sarà visibile, né se sarà luminosa o debole. Disponendo di più corpi macchina aumenta la porzione di cielo inquadrata e con essa le possibilità di catturare una bella immagine.

E' consigliabile utilizzare pellicole ad alta sensibilità, non inferiore agli 800 ISO, meglio se 1000 o 1600 ISO. Il tempo di esposizione va regolato in base alla sensibilità della pellicola, al diaframma dell’obbiettivo e alla magnitudine limite del cielo. Indicativamente, nelle condizioni più comuni, ovvero pellicola 1600 ISO, obbiettivo con diaframma 1.8 e magnitudine limite di 6.0, il tempo di esposizione non dovrebbe superare i 3m. L’esposizione può essere prolungata se si dispone di obbiettivi poco luminosi o se il cielo è particolarmente scuro, mentre deve essere ridotta nel caso contrario.

Fin qui le indicazioni per documentare la pioggia o (osiamo?) la tempesta di Leonidi di quest’anno. C’è un’altra possibilità: godersela senza pensare a conti, statistiche e fotografie. Per questo bastano i nostri occhi e la disponibilità a emozionarsi ancora di fronte agli spettacoli della natura.

 

Autori	                                  	Previsioni per il 2001
data ora TU passaggio ZHR visibilità
C. Göckel e R. Jehn 17 01h 30m 300 Europa C. Göckel e R. Jehn 17 09h 20m 200 America Ignacio Ramon Ferrin Vasquez 17 16h 30m 400-26.100 Australia, Est Asia C. Göckel e R. Jehn 17 17h 00m 300 Australia, Est Asia E.D. Kondrat'eva, I.N. Mueav'eva, E.A. Reznikvov 18 09h 36m 1767 Est Oceano Pacifico Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 09h 58m 1767 2000 Nord e Centro America "Peter Brown; William J. Cooke" 18 10h 01m 1767 800 Nord e Centro America David Asher, Robert Mc Naught 18 10h 01m 1767 1500-2500 Nord e Centro America "Peter Brown; William J. Cooke" 18 12h 00h 1799 1300 Ovest America Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 12h 00m 1799 110 Ovest USA Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 14h 10m 1833 60 Est Oceano Pacifico "Peter Brown; William J. Cooke" 18 14h 36m 1833 1100 Est Oceano Pacifico "Peter Brown; William J. Cooke" 18 16h 50m 1666 700 O. Australia, E. SE. Centro Asia Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 17h 19m 1666 600 O. Australia, E. SE. Centro Asia Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 17h 22m 1633 260 O. Australia, E. SE. Centro Asia David Asher, Robert Mc Naught 18 17h 31m 1699 9000-15.000 Australia, Est Asia "Peter Brown; William J. Cooke" 18 17h 31m 1699 700 O. Australia, E. SE. Centro Asia Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 17h 33m 1699 1500-2000 O. Australia, E. SE. Centro Asia David Asher, Robert Mc Naught 18 18h 19m 1866 15.000 O. Australia, E. Centro Asia Esko J. Lyytinen, Tom van Frandern 18 18h 22m 1866 6100 O. Australia, Est e Centro Asia Peter Jenniskens 18 18h 22m 1866 72 O. Australia, E. e Centro Asia C. Göckel e R. Jehn 18 19h 00m 600 Australia, Asia E.D. Kondrat'eva, I.N. Mueav'eva, E.A. Reznikvov 18 19h 12m 1866 O. Australia E. Centro Asia C. Göckel e R. Jehn 19 01h 30m 270 Europa

 

Autori

Previsioni per il 2001

2002

Bibliografia

ZHR

Peter Brown

(Università Western Ontario, Canada)

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 10:01 1767 800 Nord e Centro America

18/11/2001 12:00 1799 1300 Ovest America

18/11/2001 14:36 1833 1100 Est Oceano Pacifico

18/11/2001 16:50 1666 700 O. Australia, E. SE Centro Asia

18/11/2001 17:31 1699 700 O. Australia,E. SE Centro Asia

200-800

Brown, P. (1999) "The Leonid meteor shower: historical visual observations.", Icarus, 138, 287-308

"The 2000-2002 Leonids: An Activity Forecast"

http://home.att.net/~leonid2000/forecast00/swrileo2000.pdf

"The July Leonid Forecast for 2001"

http://see.msfc.nasa.gov/see/Leonid_Forecast_2001.html

William J. Cooke

Marshall Space Flight Center

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 10:01 1767 800 Nord e Centro America

18/11/2001 12:00 1799 1300 Ovest America

18/11/2001 14:36 1833 1100 Est Oceano Pacifico

18/11/2001 16:50 1666 700 O. Australia, E. SE Centro Asia

18/11/2001 17:31 1699 700 O. Australia,E. SE Centro Asia

 

Cooke, W. (1997) "Estimation of Meteoroid Flux for the Upcoming Leonid Stroms.", http://see.msfc.nasa.gov/see/mod/leonids.html

Cooke. W. e Suggs R.M. (1999) "The 1998 Leonid Apparition: Satellite Fluences and Projected Values for 1999", htpp://see.msfc.nasa.gov/see/models/lsfc/1999/mb99/mb99.html

"The 2000-2002 Leonids: An Activity Forecast"

http://home.att.net/~leonid2000/forecast00/swrileo2000.pdf

"The July Leonid Forecast for 2001"

http://see.msfc.nasa.gov/see/Leonid_Forecast_2001.html

Ignacio Ramon Ferrin Vasquez

(Università delle Ande, Venezuela)

Data e ora TU ZHR visibilità

17/11/2001 16:30 400±100 Australia, Est Asia

150

Ferrin, I. (1999) "Meteor storm forcasting: Leonids 1999-2001.", Astronomy Astrophysics, 348, 295-299

C. Göckel e R. Jehn

(ESA/ESOC Germania)

Data e ora TU ZHR visibilità

17/11/2001 ~01:30 ~300 Europa

17/11/2001 ~09:20 ~200 America

17/11/2001 ~17:00 ~300 Australia, Est Asia

18/11/2001 ~19:00 ~600 Australia, Asia

19/11/2001 ~01:30 ~270 Europa

nel testo parla di picco alle ore 12 TU

 

C. Göckel e R. Jehn (2000), "Testing cometary ejection models to fit the 1999 Leonds and to predict future showers", Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, 317, L1-L5

http://home.att.net/~leonid2000/forecast00/mnr3764.pdf

Peter Jenniskens

(Istituto SETI, NASA, California)

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 18:22 1866 72 Ovest Australia, Est e Centro Asia

38

Jenniskens (2000), "Lorenz-shaped comet dust trail cross section from new hybrid visual and video meteor counting technique – implications for future Leonid storm encounters"

http://leonid.arc.nasa.gov/MS024.pdf

Kondrat'eva, E.D., Murav'eva, I.N. and Reznikov, E.A.

(Russia)

Data e ora TU passaggio visibilità

18/11/2001 19:12 1866 Ovest Australia, Est e Centro Asia

18/11/2001 09:36 1767 Est Oceano Pacifico

 

Kondrat'eva, E.D. & Reznikov, E.A. (1985), "Comet Tempel-Tuttle and the Leonid meteor swarm.", Solar System Research, 19, 96-101

Kondrat'eva, E.D., Murav'eva, I.N. and Reznikov, E.A. (1997) "On the forthcoming return of the Leonid meteoric swarm.", Solar System Research, 31, 489-492

David k. Lynch

( Space and Environment Technology Center - Aerospace Corporation California)

ZHR

50-200

50-100

 

Esko J. Lyytinen, (Finlandia )

Tom Van Flandern

(Meta Research USA)

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 09:58 1767 2.000 Nord e Centro America

18/11/2001 12:00 1799 110 Ovest USA

18/11/2001 14:10 1833 60 Est Oceano Pacifico

18/11/2001 17:19 1666 600 O. Australia, E. SE Centro Asia

18/11/2001 17:22 1633 260 O. Australia, E. SE Centro Asia

18/11/2001 17:33 1699 1.500-2000 O. Australia,E. SE Centro Asia

18/11/2001 18:22 1866 6.100 Ovest Australia, Est e Centro Asia

7400

Lyytinen, E. (1999) "Leonid Predictions for the Years 1999-2007 with the Satellite Model of Comets.", Meta Research Bulletin, 8, 33-40

Lyytinen, E., Van Flandern, T. (2000) "Predicting the strength of Leonid outbursts"

http://leonid.arc.nasa.gov/MS033.pdf

David Asher

(Osservatorio Armagh - Irlanda)

Robert Mc Naught

(Osservatorio Siding Spring – Australia)

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 10:01 1767 2.500? N. e Centro America

18/11/2001 17:31 1699 9.000 Australia, E. Asia

18/11/2001 18:19 1866 15.000 O. Australia, E. Centro Asia

(Asher e Mc Naught)

http://www.arm.ac.uk/leonid/encounters.html

Data e ora TU passaggio ZHR visibilità

18/11/2001 10:01 1767 1.500? N. e Centro America

18/11/2001 17:31 1699 15.000 Australia, E. Asia

18/11/2001 18:19 1866 15.000 O. Australia, E. Centro Asia

(Mc Naught) http://www.atnf.csiro.au/asa_www/info_sheets/leonids.html

 

 

30000

Asher, D.J. (1999) "The Leonid meteor storms of 1833 and 1966.", Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, 307, 919-924

McNaught, R.H. (1999) "On predicting the time of Leonid storms.", The Astronomer, 35, 279-283

McNaught, R.H. & Asher, D.J. (1999a) "Leonid dust trails and meteor storms.", WGN, 27, 85-102

McNaught, R.H. & Asher, D.J. (1999b) "Variation of Leonid maximum times with location of observer.", Meteoritics and Planetary Science 34, 975-978

Yeomans, Donald K.

(Jet Propulsion Laboratory – California)

   

Yeomans, D.K. (1981) "Comet Tempel-Tuttle and the Leonid meteors", Icarus, 47, 492-499

 

 

LE LEONIDI NELLA STORIA

 

 

 

 

 

 

 

data del perielio

data del massimo calcolato

data di segnalazione della massima attività

delta t

P-E

intensità del fenomeno

continente in cui è stato osservato il picco

ZHR massimo

 

età Luna

testimonianze nella storia

durata del picco in ore

28 set. 901

902 ott 12,7

ott. 13

597

-0,0113

tempesta

Europa, Africa

 

 

28

"..Sono state viste tantissime stelle che si sono mosse come se fossero state dardeggiate attraverso l'atmosfera…A causa di questo fenomeno, quest'anno è stato chiamato l'anno delle stelle" - " le stelle sono cadute come pioggia"

24 gen. 935

931 ott 13,6

ott. 15,16

-980

-0,0064

pioggia

Asia

 

 

1

"Molte stelle hanno volato e sono cadute"

934 ott 13,5

ott. 13,14

116

-0,0064

tempesta

Europa, Africa, Asia

 

 

2

"Molte stelle hanno volato come una tempesta a sud-ovest"

15 mar. 968

967 ott 14,0

ott. 14,19

43

-0,0064

pioggia

Asia

 

 

8

"Stelle sparse da nord-est a sud-ovest tutta la notte"

8 giu. 1001

1002 ott 13,7

ott. 12,14,15

634

-0,0129

tempesta

Asia

 

 

5

"Le stelle hanno volato da nord-est a sud-ovest a mezzanotte"

6 gen. 1035

1034 ott 13,1

 

-17

-0,0249

pioggia

 

 

 

28

 

1035 ott 13,2

ott. 14

348

-0,0249

pioggia

Asia

 

 

10

"Le meteore sono comparse alla mattina"

1037 ott 12,7

ott. 14

1079

-0,0249

pioggia

Asia

 

 

3

"Le meteore sono comparse a mezzanotte"

4 mar. 1069

1069 ott 15,0

 

211

-0,0205

pioggia

 

 

 

27

 

25 giu. 1102

1101 ott 17,2

ott. 17

-349

0,0111

pioggia

Europa

 

 

23

"Le stelle sono state viste cadere dal cielo"

1102 ott 18,8

 

17

0,0111

pioggia

 

 

 

6

 

3 mar. 1135

1135 ott 19,6

 

146

0,0131

pioggia

 

 

 

12

 

29 nov. 1167

1168 ott 18,8

 

264

0,0071

pioggia

 

 

 

16

 

14 gen. 1201

1199 ott 21,1

21,22 ott.

-481

-0,0059

pioggia

Africa

 

 

0

 

1202 ott 18,7

ott. 18

613

-0,0059

tempesta

Asia

 

 

1

"Le stelle erano inquiete e si muovevano come il volo della locusta. Ciò è continuato fino all'alba e la gente terrorizzata si affrettava a pregare"

29 ott. 1234

1237 ott 20,0

ott. 19

1090

-0,0030

pioggia

Asia

 

 

0

"Le meteore sono comparse la mattina"

1238 ott 20,4

ott. 18,25

1456

-0,0031

tempesta

Asia

 

 

9

"grandi e piccole meteore bianche e rosse sono comparse a mezzanotte"

6 gen. 1268

1267 ott 21,5

 

-74

0,0058

pioggia

 

 

 

2

 

15 nov. 1300

1300 ott 21,4

 

-25

0,0119

pioggia

 

 

 

8

 

12 set. 1333

1333 ott 22,0

 

35

0,0099

pioggia

 

 

 

13

 

18 ott. 1366

1366 ott 22,4

ott.21,22,23

-7

0,0027

tempesta

Europa, Asia

 

 

17

"dalla mezzanotte in avanti tutte le stelle si sono mosse … alcune in un senso altre in un altro … ed in seguito sono cadute dal cielo in tali numeri e spesso insieme … il cielo e l'aria sembravano essere in fiamme…

20 mag. 1400

1400 ott 23,5

 

145

0,0029

pioggia

 

 

 

5

 

30 lug. 1433

1433 ott 24,3

 

74

0,0087

pioggia

 

 

 

11

 

31 lug. 1466

1466 ott 24,9

ott. 22

73

0,0107

pioggia

Asia

 

 

13

"le meteore hanno volato da sud-ovest a nord-est"

6 set. 1499

1498 ott 25,0

ott. 24

-328

0,0054

pioggia

Asia

 

 

9

 

25 feb. 1533

1532 ott 24,5

ott. 24,25 - nov. 5

-135

-0,0066

tempesta

Asia

 

 

27

"le stelle hanno volato come una tempesta"

1533 ott 24,6

ott. 24,25,29 - nov. 2,3

230

-0,0065

tempesta

Europa, Asia

 

 

7

"le stelle hanno volato come una tempesta in tutte le direzioni", "molte stelle hanno volato in cielo e molte sono cadute sulla terre e sul mare"

1535 ott 26,0

26 ott

961

-0,0065

pioggia

Asia

 

 

0

 

1538 ott 25,0

ott. 26

2056

-0,0065

pioggia

Asia

 

 

4

"le meteore sono comparse in tutte le direzioni"

13 mar. 1567

1554 ott 26,3

ott. 24

-4531

-0,0024

pioggia

Asia

 

 

28

"le meteore sono comparse a intervalli"

1566 ott 26,4

ott. 25,27

-148

-0,0024

tempesta

Asia

 

 

13

"le meteore hanno volato come un acquazzone in tutte le direzioni"

20 lug. 1600

1601 nov 6,3

5 nov.

465

0,0102

tempesta

Asia

 

 

11

 

1602 nov 6,7

27 ott. - 6,7,11 nov.

830

0,0102

tempesta

Asia

 

 

22

"centinaia di grandi e piccole stelle hanno volato" "molte stelle hanno volato in tutte le direzioni"

21 giu. 1633

1625 nov 7,5

4,5,6 nov.

-2791

0,0025

pioggia

Asia

 

 

4

" le stelle cadenti sono comparse nel cielo intero" - " molte stelle combattevano nell'ovest"

1633 nov 7,5

 

131

0,0026

pioggia

 

 

 

6

 

5 giu. 1666

1666 nov 8,0

7 nov.

147

-0,0043

tempesta

Asia

 

 

11

"una stella grande è caduta e una piccola l'ha seguita"

10 ott. 1699

1698 nov 7,8

8,9 nov.

-345

-0,0162

tempesta

Europa, Asia

 

 

6

"le meteore sono cadute come una tessitura"

1 ott. 1733

1733 nov 10,0

 

32

-0,0198

pioggia

 

 

 

4

 

24 feb. 1767

1767 nov 11,8

 

254

-0,0112

pioggia

 

 

 

21

 

2 mar. 1800

1798 nov 12,2

5 nov.

-482

-0,0032

tempesta

Asia

 

 

4

 

1799 nov 12,5

11,12 nov.

-117

-0,0032

tempesta

America

30.000

~4

15

"Migliaia di bolidi e stelle cadenti si sono viste durante lo spazio di quattro ore…Non c'era una parte di cielo grande due volte la Luna che non fosse in ogni istante colma di meteore"

2 gen. 1833

1831 nov 13,9

12,13 nov.

-416

-0,0013

pioggia

Europa

 

-

8

 

1832 nov 13,2

11,13 nov.

-51

-0,0013

tempesta

Europa, Asia

20.000

Giorni?

20

 

1833 nov 13,4

12,13 nov.

308

-0,0013

tempesta

America

100.000

~5

1

"Immaginate una costante successione di bolidi, come palle di cannone, che si irradiano in tutte le direzioni da un punto nella volta celeste" - "alcuni dei bolidi erano abbastanza luminosi da lasciare le ombre"

1836 nov 13,2

13,14 nov.

1404

-0,0013

 

Europa, America

 

~7

5

 

11 gen. 1866

1866 nov 13,7

14 nov.

299

-0,0065

tempesta

Europa

7.000

4

6

"vidi delle filanti di tutte le grandezze. Molte di esse erano assa più lucenti di Sirio"

1867 nov 13,8

13 nov.

664

-0,0066

tempesta

America

5.000

>5

17

 

1868 nov 13,2

13 nov.

1030

-0,0065

tempesta

America

1.000

>7

0

 

1 lug. 1899

1899 nov 15,4

14 nov.

130

-0,0017

pioggia

Asia

 

~12?

12

"nessun evento meteorico aveva suscitato prima di allora un tale intenso e generale interesse…Molti consideravano le previsioni degli astronomi come qualcosa di meraviglioso - ma l'ardente tempesta non apparve"

1900 nov 15,7

14,15 nov.

495

-0,0017

tempesta

America

1.000

 

21

 

1901 nov 15,9

14,15 nov.

861

-0,0017

pioggia

America

400

>7

3

 

1903 nov 16,4

15,16 nov.

1591

-0,0118

pioggia

Europa

140

~7

26

"per quindici minuti dalle 5:30 le meteore a 3 al minuto"

12 lug. 1932

1932 nov 16,5

16,17 nov.

121

-0,0062

pioggia

America

240

18

 

30 apr. 1965

1961 nov 17,3

16,17 nov.

-1265

-0,0033

 

America

 

9

 

1965 nov 17,0

16,17 nov.

195

-0,0032

tempesta

Europa

5.000

~48

23

"molti bolidi"

1966 nov 17,5

17,5 nov.

561

-0,0031

tempesta

America

150.000

12

5

"troppo numerose per contarle"

1969 nov 17,0

17,4 nov.

1656

-0,0032

pioggia

America

300

3

8

 

28 feb. 1998

1998 nov 17,1

17 nov.

257

-0,0080

pioggia

Europa, Asia, Africa

350

20

28

Nelle prime ore del 17 sono stati osservati moltissimo bolidi

1999 nov 18,1

18 nov.

623

-0,0080

tempesta

Europa, Africa

3.700

 

9

Stimare tutte le magnitudini si sta rivelando una vera impresa; sebbene non siano particolarmente luminose, è uno spettacolo emozionante vedere gruppi di quattro o cinque meteore solcare contemporaneamente la volta celeste

2000 nov 18,3

18 nov.

989

-0,0080

pioggia

Europa, America

480

 

22

 

2001 ….

18 nov.

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Didascalia tabella

La tabella riassume alcune informazioni e curiosità sulla storia dello sciame. La prima colonna riporta la data del perielio della cometa Tempel-Tuttle, come pubblicato da Yeomans; le date nelle caselle azzurre si riferiscono ai passaggi in cui l’astro chiomato risulta essere stato osservato dai nostri antenati. Nella seconda colonna è riportata la data calcolata del massimo avvicinamento tra l’orbita della cometa e quella della Terra, mentre in quella successiva sono indicate le date in cui la massima attività è stata documentata da osservatori visuali. Si noterà che il massimo di attività delle Leonidi nell’arco di oltre 1000 anni si è spostato in avanti di 36 giorni circa, dal 13 ottobre al 18 novembre. Questo è dovuto principalmente al fenomeno della precessione, e secondariamente alle perturbazioni gravitazionali dei pianeti. Inoltre con la riforma gregoriana, cambiando il calendario si recuperarono 10 giorni, passando dal 4 al 15 ottobre 1582. Il delta t è la differenza temporale in giorni tra il passaggio della cometa e quello della Terra al nodo; il segno – indica che la Terra precedeva il passaggio della cometa, il segno + che lo seguiva. P-E rappresenta la distanza in U.A. tra l’orbita cometaria e quella terrestre nel momento di massimo avvicinamento. Nella colonna "intensità del fenomeno" gli eventi meteorici sono distinti in piogge e tempeste, intendendo per pioggia una frequenza oraria compresa tra 150 e 1000 e per tempesta un’attività che supera le 1000 meteore orarie. Non va comunque dimenticato che nelle informazioni che si riferiscono al periodo precedente il XIX secolo il fenomeno non è quasi mai quantificato, pertanto le testimonianze richiedono una interpretazione soggettiva nell’attribuzione della caduta all’una o all’altra categoria. Nell’ultima colonna sono state riportati alcuni commenti che ci fanno rivivere l’evento con gli occhi dei nostri predecessori.


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Pagina caricata nel sito: 21 dicembre 2001; ultimo aggiornamento (1°): 29 dicembre 2001