09+14/08/2007 Ripresa in due notti |
Immagine di Rolando LIGUSTRI |
Ripresa dall'Osservatorio Astronomico di Talmassons (Ud) |
Sezione Deep Sky |
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NEBULOSA PLANETARIA M 76 / NGC 651 (Little Dumbbell o Cork Nebula) | ||||
Catalogata anche come: PK 130-10.1, CS=17.0, Little | ||||
Note dal Catalogo NGC2000: vB, p of Dneb; = M76 | ||||
Descrizione del Dreyer: VB,FOFDNEB; very bright, preceding (westward) of double neb; = M76 | ||||
Ascensione retta: 01h42.3ms; declinazione: +51 34' (2000.0) | ||||
Asse maggiore: 1.08 minuti d'arco; magnitudine: 12.2 | ||||
In quest'immagine di Rolando Ligustri ammiriamo la nebulosa planetaria M 76-NGC 651, questa volta in una ripresa a colori, la quale sostituisce la vecchia immagine presa col ccd ST9E da 512 x 512 pixel. Quella sopra venne presa col Sbig ST10XME da 1024 x 1024 pixel, ed è una composizione di varie pose in luminanza, per un'ora complessiva di ripresa, oltre a alcune pose coi tre filtri primari RVB (rosso, verde, blu), coi quali è stato possibile ottenere i tre colori e vedere la bellissima conformazione di questa planetaria. Questa volta non ho scritto un link con la vecchia immagine, in quanto la differenza con questa è abissale sia in termini di segnale di luminanza, sia per il fatto che in precedenza non si erano utilizzati i filtri. La nebulosa planetarie giovani di solito sono di forma sferica, ellissoidale o a clessidra, mentre quelle più vecchie risentono della differente espansione del gas emesso dalla stella centrale che si è scontrato col mezzo interplanetario (formato da polvere e gas). Quest'oggetto diffuso si trova nella costellazione del Perseo (PER-Perseus), nella propaggine settentrionale che s'incunea tra le costellazioni di Cassiopea e Andromeda. Essa è stata prodotta dai resti gassosi degli strati più esterni della stella, espulsi dall'astro quando terminò la propria riserva d'idrogeno nel nucleo. La stella posta al suo interno, nelle ultime fasi della sua vita "normale" e lasciando la sequenza principale, diventò instabile e produsse un fortissimo vento stellare. L'accumulo di gas generò la nebulosa, mentre la stella infine diventò una nana bianca. La temperatura superficiale delle stelle genitrici delle nebulose planetarie sono molto elevate (le temperature tipiche vanno da parecchie decine migliaia di gradi a oltre centomila), quindi emettono prevalentemente radiazione ultravioletta; questa scalda e ionizza il gas circostante le stelle. Probabilmente la nebulosa ha assunto questa forma dopo alcune fasi in successione di emissione del gas da parte della stella genitrice. In fondo alla scheda c'è il link per vedere l'immagine in alta definizione. Di seguito riporto alcune delle note rintracciate sul Guide 8.0.
Commenti tratti dal Progetto NGC-IC:
Note dal Catalogo NGC2000:
Commenti dalle Osservazioni di Steve Coe:
Commenti tratti dal SAC (Saguaro Astronomy Club) 7.2: Per vedere l'immagine in alta definizione cliccate: nebulosa M 76 (HD) (2055 x 1370 pixel; 16,8 milioni di colori per 16,1 MB, qui compressi a 681 KB). Ovviamente l'immagine mostra molto meglio i dettagli di quella presentata a inizio pagina. Quest'immagine è di 1050 x 700 pixel, a 16,8 milioni di colori, e occupa 4,2 MB di memoria qui compressi a 97 KB. | ||||
Telescopio Riflettore: NEWTON da 350 mm di diametro; lunghezza focale: 1750 mm; f/5 | ||||
CCD: Sbig ST10XME | ||||
Tempo d'integrazione luminanza: somma di varie pose per un'ora complessiva di tempo in binning 1x1 | ||||
Tempo d'integrazione crominanza B: somma di 6 pose da 180 secondi in binning 2x2 | ||||
Tempo d'integrazione crominanze V e R: somma di 3 pose da 180 secondi in binning 2x2 | ||||
L'immagine del 08/08/1999 (ore 22:06 TU) ripresa da Emberger Alm (Austria) da Rolando Ligustri è stata ritirata il 24/08/2007 e sostituita con quella sopra. | ||||
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