A tal riguardo facciamo una breve digressione su che cosa si sa.
A partire dalla prima proposta sulle membrane sviluppata da Paul
André Marie Dirac nel 1962, ipotesi in cui si teorizzava che l'elettrone non fosse una
particella puntiforme, ma bensì una minuscola bolla, prodotta da una membrana richiusa su se
stessa, la Teoria delle Membrane ha ricevuto solide basi teoriche soprattutto a partire dal
1995. E sembrerebbe che sia proprio questa, la Teoria M quella che si sta cercando da
da tanto tempo per unificare (o sostituire) le teorie fisiche attualmente usate: Relatività
Generale e Meccanica Quantistica soprattutto, ma anche ipotesi di lavoro come la Teoria delle
Supercorde e la Supergravità, ed impiegando i Difetti Topologici e gli Spazi Multidimensionali
delle Matrici.
La nuova teoria inizialmente si era indirizzata verso lo studio di
un'entità matematica diversa, quella delle corde, proposta nel 1967 dal fisico italiano
Gabriele Veneziano (ora al C.E.R.N. di Ginevra).
Essa era stata introdotta per spiegare i mesoni, particelle subnucleari abbastanza comuni.
Per dare un'isea grossolana della teoria, si può dire che il mesone veniva rappresentato come
una corda vibrante, lunga 10-13 cm., con due quarks agli estremi,
uno materia "ordinaria" (il quark) e l'altro di antimateria (l'antiquark).
I problemi vennero superati verso la metà degli anni settanta, con dei
lavori innovativi effettuati da vari ricercatori: John Scherk (Ecole Normale Supérieure di Parigi)
e John Schwarz (del C.I.T. in California) capirono che la teoria di Veneziano poteva essere mutata
in una Teoria Supersimmetrica e che essa rappresentava più una teoria gravitazionale, che una delle
particelle, nella quale le dimensioni supplementari alle quattro solite erano estremamente
arrotolate.
Questa rappresentazione serviva per spiegare come mai non si osservassero mai quarks liberi, cioè
isolati; e nemmeno oggi è stato mai possibile evidenziare con certezza un quark isolato.
Essendo la corda lunga una distanza ben precisa, i due quarks avrebbero potuto muoversi liberamente
nello "spazio vincolato", ma non allontanarsi oltre una certa distanza. Altrimenti, con la rottura
della corda si sarebbero formate due coppie sempre legate.
Questa prima ipotesi aveva delle grosse limitazioni, quali la necessità di introdurre particelle
tachioniche, cioé viaggianti a velocità superiore a quella della luce, e usare uno spazio a 25
dimensioni.
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