ANNO IX - NUMERO 27
1° TRIMESTRE 2001
La fine dell'estate coincide con l'inizio del migliore periodo per poter
osservare e fotografare due meraviglie del cielo:
Giove e
Saturno.
Lo spettacolo che essi offrono è già gratificante con un piccolo
telescopio ma, catturare i loro dettagli sulla pellicola fotografica, è ben più difficile.
alla fine di settembre mi sono imbattuto in una di queste serate;
avevo già preparato per questo scopo due diverse pellicole (Kodak E-200 e Kodak Chrome Elite
400) ed inoltre avevo preventivamente acquistato un oculare, appositamente studiato dalla
Takahashi, per poter effettuare la fotografia in proiezione di oculare.
Come molti sanno: il modesto diametro apparente dei due pianeti non
permette di effettuare delle fotografie al primo fuoco di un telescopio per dilettanti; il
diametro risultante sul negativo, al fuoco di un telescopio di 2000 mm di focale, sarebbe di
appena 0,48 mm. (approssimati per un diametro apparente di Giove di c.a. 50").
Avendo a disposizione un CCD, basterà usare una Barlow o, come alcuni
fanno, due Barlow messe a cascata. Le focali che si possono raggiungere in proiezione di
oculare sono enormi e vanno calcolate con una formula che poi ci servirà anche per calcolare
i tempi di posa indicativi, a seconda dei pianeti e delle pellicole usate; per tali formule
vi rimando all'appendice dell'articolo.
Per evitare di introdurre anche le più piccole vibrazioni preferisco,
pur avendo una macchina fotografica alla quale si può sollevare lo specchietto prima di
scattare, usare la tecnica del cartoncino nero, la quale consiste nel coprire l'obiettivo,
senza toccarlo, poi scattare, aspettare 10 secondi quindi scoprire per la durata dello scatto
prevista ed infine ricoprire l'obiettivo.
E' necessario inoltre aspettare che i due astri passino in meridiano
in modo che si trovino nella parte più alta del cielo, notoriamente meno sensibile alla
turbolenza atmosferica.
Personalmente preferisco usare diapositive, le quali non creano problemi
di sviluppo ai vari laboratori; inoltre sarà facile visionare le stesse per scegliere le
migliori. Queste andranno, successivamente, riversate su CD-Rom da uno laboratorio fotografico
alla massima risoluzione possibile.
Ciò comporta la necessità di possedere un computer capace d'elaborare
files di oltre 25 MB; non possedendo tale hardware, consiglio di eseguire le scansioni a
risoluzione ridotta.
In pratica il metodo consiste nello scegliere diverse buone immagini
da sommare, via computer, in un'unica fotografia al fine di aumentare i dettagli visibili.
L'operazione è un po' lenta ma con la pratica diventa semplice ed i
risultati assai
soddisfacenti.
Dopo aver eseguito tutti i passaggi avremo un'immagine che riporterà
quasi tutti i dettagli contenuti nella diapositiva originaria e che altrimenti sarebbe
impossibile stampare con i soliti sistemi fotografici.
Una volta ho fatto eseguire delle stampe Ciba da diapositive di Giove
e Saturno: erano semplicemente da buttare!
A chi, come me, è appassionato dalla fotografia del profondo cielo, capita, dopo aver
fotografato qualche
galassia,
al sorgere della luna,
di proseguire la nottata, col cielo oramai chiaro, con l'osservazione dei due "giganti".
Usare un normale oculare per la proiezione è fattibile, ma sicuramente non darà i risultati
che può offrire un oculare creato per questo scopo; esso, infatti, garantisce assenza di
distorsioni e di curvatura di campo.
Per questo motivo è indispensabile effettuare tali riprese in proiezione
dell'oculare.
Data la lunga focale impiegata, che nel mio caso era di c.a. 29.000 mm, è importante che lo
strumento sia ben collimato, che la turbolenza atmosferica sia minima, che lo strumento sia
ben stazionato, che si evitino le più piccole vibrazioni e che la fuocheggiatura sia perfetta.
Per ciò che attiene alla collimazione dello strumento vi rimando all'articolo apparso sulla
rivista Coelum nel febbraio 1999 (pagina 90).
Questo procedimento evita anche le più piccole vibrazioni; è inoltre indispensabile l'uso dello
scatto flessibile. Per la perfetta fuocheggiatura consiglio a tutti di usare, se possibile, dei
mirini ingranditori e dei vetrini più chiari di quelli normali; purtroppo questi accessori sono
applicabili unicamente su determinate macchine fotografiche.
Per fotografare Giove
e Saturno
bastano pochi secondi, sarà quindi opportuno effettuare un gran numero di fotografie, variando
leggermente i tempi di posa al fine di avere diverse foto "buone" per poterle poi sommare via
computer con appositi programmi di elaborazione fotografica.
Le ultime fotografie che ho scattato nel mese di settembre erano, sulla diapositiva, molto
dettagliate, però dopo averle digitalizzate molti dettagli erano svaniti; ho così deciso di
elaborarle al computer seguendo i consigli apparsi su Coelum del n° 12/1998 (a pg. 70) e del
n° 1/1999 (a pg. 62).
Nel mio caso ho scelto 12 buone fotografie di Giove ed ho applicato loro una maschera di
contrasto, successivamente ho sommato le singole immagini con l'ausilio di Photohop.
Alla fine delle varie somme bisogna correggere le dominanti dei colori e, se la fotografia
appare troppo grezza, applicare una leggere maschera sfuocata.
Non si dimentichi di correggere il contrasto ed i colori, in modo tale da dare al pianeta un
aspetto il più naturale possibile.
Il pianeta Giove ripreso nell'autunno 2000
dal socio Enrico Perissinotto di Premariacco (Ud) con un telescopio Celestron da 11", in
proiezione d'oculare Takahashi da 12 mm e Focale equivalente=29.000 mm (F/103). |
I dettagli sono poco visibili poiché non sono contrastati ed i colori
non rispecchiano le immagini professionali del pianeta. La Grande Macchia Rossa è confusa
e non si distingue in modo netto dalla banda sottostante.
A prima vista era molto più gratificante la fotografia di Saturno (nell'immagine in altro a
destra).
Ma poi, con un'elaborazione e la fotocomposizione di più esposizioni, nell'immagine sotto
riportata ecco come si presenta Giove: molto più ricco di dettagli di Saturno.
Il pianeta Giove ripreso nell'autunno 2000
dal socio Enrico Perissinotto di Premariacco (Ud) con un telescopio Celestron da 11", in
proiezione d'oculare Takahashi da 12 mm e Focale equivalente=29.000 mm (F/103). Compositazione di quattro singole immagini. |
Questa foto è il risultato della somma di 12 immagini di Giove eseguite
con Adobe Photoshop ed elaborate come descritto nel testo. Ora la Grande Macchia Rossa è
giustamente colorata e risalta. Grazie alla somma di più esposizioni si vedono due grandi
festoni sopra la banda più scura.
Il risultato è sicuramente degno di nota per una fotografia chimica. Vi assicuro che la stampa
è migliore dell'immagine a video: i bianchi sono bianchi e l'insieme appare veramente naturale.
Per poter eseguire correttamente le fotografie a colori dei pianeti sarà indispensabile applicare le seguenti semplici formule:
1 - Calcolo della dimensione lineare, in millimetri, raggiunta dall'oggetto da fotografare sulla pellicola:
Dove:
A = diametro apparente dell'oggetto in secondi d'arco
F = focale dell'obiettivo fotografico in millimetri
D = dimensioni raggiunte sul negativo in millimetri
2 - Calcolo della focale equivalente, in millimetri, nella proiezione da oculare:
Dove:
F = focale dell'obiettivo fotografico in millimetri
T = distanza dall'oculare al piano pellicola in millimetri
Fo = focale dell'oculare in millimetri
3 - Rapporto focale:
Dove:
F. eq. = è la focale dell'obiettivo fotografico risultante dalla proiezione d'oculare
A = è il diametro in millimetri dell'obiettivo fotografico
N.B.: è consigliabile non superare di molto il rapporto di 100 - 110;
4 - Calcolo dei tempi di esposizione in secondi:
Dove:
S = tempo di esposizione in secondi
F = è i rapporto focale espresso in millimetri
I = è la sensibilità in ASA della pellicola
V = è un coefficiente che indica la luminosità dei pianeti secondo la seguente scala:
Mercurio = 400
Venere = 1100
Marte = 60
Giove = 15
Saturno = 4,5
N.B. Date le suddette formule sarà bene usare delle pellicole non superiori ai 400 ASA,
in modo da evitare grane troppo grosse.
Su Giove, sarebbe opportuno, non oltrepassare i 200 ASA; infatti quest'ultimo, grazie alla
sua luminosità, ci permette di scattare foto "veloci" anche con pellicole poco sensibili.