Anche quest'anno il C.AS.T., in concomitanza con il novilunio e le
vacanze, ha organizzato un campo estivo in alta quota.
Dopo aver considerato molte malghe, baite e rifugi, la scelta è caduta sul Rifugio-Albergo
Verenetta sito a 1650 m sul Monte Verena, nell'Altopiano di Asiago.
Il gruppo partecipante era costituito da Giovanni, Giuliano, Mauro ed i
suoi genitori Walter e Ancilla, Paolo, Rolando e Paola. Per motivi di lavoro Francesco non è
venuto, ma era idealmente con noi e ci è mancato molto per la sua simpatica carica emotiva.
Purtroppo, per vari motivi, all'ultimo momento hanno dovuto rinunciare anche Marco e Marzia.
Sabato pomeriggio, 10 agosto, caricate le auto all'inverosimile, siamo
partiti alla volta della meta. Arrivati in quota però ci attendevano nuvole e umidità,
facendoci presagire che la prima serata sarebbe andata buca: e così fu!
La sistemazione confortevole e l'ottimo vitto del ristorante hanno
sollevato il nostro morale e le chiacchiere tra di noi sono continuate fino a tardi.
La giornata di domenica e la mattinata di lunedì sono trascorse sotto continui acquazzoni.
Noi, per passare il tempo, abbiamo programmato le osservazioni da effettuare, fantasticato sul
futuro di un nostro osservatorio sociale e giocato interminabili partite a carte.
Lunedì pomeriggio siamo scesi ad Asiago per distrarci un poco e, sapendo
che eravamo a due passi dall'Osservatorio Astronomico di Cima Ekar con il suo "182 cm"
(che nessuno di noi aveva mai visto), abbiamo deciso di andare a visitarlo.
Arrivati in cima, l'enorme cupola ha impressionato tutti e abbiamo fatto un giro alla ricerca
del custode.
A questo punto mi sono ricordato di aver conosciuto Gabriele Cremonese,
astronomo dell'Osservatorio di Padova, ad un incontro indetto per organizzare le
osservazioni della Hale-Bopp e allora ho chiesto sue notizie al custode, il quale mi ha
riferito che l'avrei trovato nel tardo pomeriggio.
Al ritorno ad Asiago, verso le 17.00, ho rintracciato al telefono Cremonese e ci siamo accordati
di incontrarci verso le ore 21.00. Dopo cena, il cielo ha cominciato ad aprirsi e, al nostro
arrivo all'osservatorio, più dell'80% era sgombro e terso.
L'astronomo ci ha accolti con grande simpatia e amicizia.
Ci ha mostrato prima alcuni pezzi del "Galileo", tra cui il secondario, che si trovavano lì per
essere testati e poi ci ha accompagnati verso il "182" perché, visto il tempo in miglioramento,
avrebbe preso degli "spettri" della coda della cometa Hale-Bopp.
L'eccitazione nel gruppo è aumentata man mano che salivamo i gradini che
ci conducevano alla cupola e lo sbigottimento più totale ci ha assaliti quando siamo entrati.
Personalmente sono rimasto senza fiato: lo spettacolo di un telescopio di quasi 2 metri,
all'interno di una cupola di 16 metri di altezza, è sinceramente impressionante!
Come una scolaresca abbiamo scattato un sacco di foto sotto lo strumento,
anche assieme all'astronomo, che subito dopo ha iniziato il suo lavoro. In religioso silenzio
abbiamo visto aprirsi la cupola verso un cielo nerissimo, in cui si stagliava Giove, e muoversi
il telescopio per puntare rapidamente dove era situata la cometa.
Nella mezz'ora seguente abbiamo assistito a come ci si prepara alle
osservazioni in un osservatorio professionale con le calibrazioni, puntamento e ripresa.
Nel frattempo il cielo si era completamente rasserenato, ma l'umidità era ancora alta: 74%
all'interno e 85-93% all'esterno. L'astronomo ci ha spiegato che se l'umidità avesse
raggiunto il 95%, avremmo dovuto interrompere le osservazioni e chiudere la cupola per evitare
la condensa sul primario che, tra l'altro, era stato da poco alluminato.
Dopo i ringraziamenti per averci concesso una simile opportunità ed i
saluti, siamo tornati verso il "nostro punto osservativo".
Il cielo era splendido: Paolo è riuscito a scorgere stelle di 6,7 magnitudine, vicino alla
Polare. Abbiamo immediatamente montato gli strumenti, ma dopo circa un'ora, non avendo
adottato gli opportuni accorgimenti, l'umidità ci ha bagnato completamente le lastre dei
telescopi e le macchine fotografiche. Comunque Paolo e Mauro, avendo dei newtoniani, hanno
potuto effettuare delle osservazioni visuali insieme a Giovanni con il suo binocolo.
Giuliano ed io abbiamo tentato invano di eliminare la condensa dagli
strumenti, ma poi stanchi e delusi verso le ore 3.00 siamo andati a dormire.
Paola, libera dall'uso di strumenti, durante questa nottata ha contato circa sessanta meteore,
tra le quali una ventina di bolidi molto luminosi.
Martedì è iniziato ancora con pioggia, ma fortunatamente verso sera il
tempo è migliorato notevolmente. Allora abbiamo rimontato gli strumenti, ma l'umidità risultava
ancora elevata; Mauro perciò non si è sentito di usare il suo telescopio.
Io sono riuscito a riprendere qualche immagine della cometa e di qualche altro oggetto, anche
se non sono state molto soddisfacenti. Giuliano, avendo dimenticato a casa il tubo paraluce,
dopo pochi istanti aveva la lastra bagnata e imprecando come non mai ha smontato il tutto.
Nel frattempo Giovanni e Paolo sono riusciti a osservare, con il "Newton" da 20 cm, diversi
oggetti che in pianura non si riescono a scorgere. Anche stavolta Paola è riuscita a contare
parecchie meteore, circa 32, tra le quali alcune "acquaridi" molto belle.
Mercoledì è stato piovosissimo; abbiamo così trascorso la giornata ad
elaborare le poche immagini prese la notte precedente e a "pregare" che il tempo migliorasse.
Il giorno di ferragosto abbiamo deciso di ritornare a Cima Ekor a trovare Cremonese.
Sotto una pioggia fine e continua abbiamo ripercorso la strada per l'osservatorio.
Qui abbiamo trovato l'astronomo in compagnia di alcuni suoi amici e di un altro suo collega
studioso di galassie.
Gli abbiamo fatto vedere le immagini prese la sera prima con il CCD e le
ha trovate molto interessanti. Inoltre abbiamo mostrato ai suoi amici immagini di altri
oggetti che avevamo in memoria nel computer, ricevendo parecchi complimenti.
Salutandoci più tardi, Cremonesi ci ha spronati e incoraggiati a continuare le nostre
osservazioni e a ricercare supernove extragalattiche, che danno diverse possibilità di scoperta.
Più tardi il cielo si è rasserenato. Giuliano e Mauro sono riusciti,
finalmente, a scattare foto, mentre Paolo e Giovanni hanno continuato le osservazioni visuali.
Io, dopo aver migliorato la "taratura" dello strumento, non ho concluso nulla a causa di
problemi con la messa a fuoco. Paola ha proseguito il suo censimento di meteore, che però
tranne rari casi andavano sempre più indebolendosi.
Venerdì c'era uno splendido sole e la serata è stata stupenda.
Finalmente tutti abbiamo potuto lavorare tranquillamente senza problemi, non c'era traccia di
umidità. I più "duri" hanno continuato fino alle ore 4.30, ma già alle quattro, da dietro
agli alberi, era sbucata Venere, talmente brillante da illuminare il cielo tutto intorno;
sembrava una piccola luna e per il suo splendore non abbiamo più potuto vedere alcuni oggetti.
Stanchi, ma soddisfatti siamo andati a dormire.
Sabato mattina era ancora una bella giornata; tuttavia nel pomeriggio
il cielo si è annuvolato. A questo punto abbiamo deciso di tornare a casa.
Complessivamente il "bottino" osservativo non era molto ma, considerando la brutta estate quasi
finita, di più non si poteva ottenere. Certo è stata una bella esperienza!
Abbiamo potuto vedere per quattro notti un cielo fantastico e il suo
ricordo ci seguirà anche in futuro quando osserveremo dalla pianura.
Questo breve periodo è risultato positivo anche perché ha cementato l'amicizia tra persone che
hanno la medesima grande passione: l'astronomia !