di Mauro Messerotti (Osservatorio Astronomico di Trieste)
Per gentile concessione dell'autore
La salvaguardia della vista è un problema di primaria importanza
quando si voglia osservare il Sole sia ad occhio nudo che con qualsiasi strumento ottico come
ad esempio un binocolo, un telescopio o una macchina fotografica. Approfonditi studi medici sono
stati condotti circa i danni subiti dall’occhio in seguito all’osservazione incauta del Sole
ed una rassegna specifica è stata preparata dal prof. B. R. Chou della Scuola di
Optometria dell’Università di Waterloo (Canada), esperto di tali problematiche.
Da essa si evince che il Sole, sia esso alto nel cielo oppure basso sull’orizzonte, non deve mai
essere guardato ad occhio nudo e neppure attraverso un paio di occhiali da sole, per quanto
scuri possano essere.
Sebbene infatti l’intensa luce visibile stimoli i meccanismi di difesa, cioè la chiusura
dell’iride per limitare il flusso luminoso verso la retina, sede degli elementi sensibili alla
luce (coni e bastoncelli), e l’impulso a distogliere lo sguardo, è stato comunque
dimostrato sperimentalmente che tali meccanismi sono insufficienti a garantire l’incolumità
della vista.
Anche quando la luminosità è ridotta e non si percepisce alcuna sensazione di
abbagliamento, come accade al tramonto o durante le fasi parziali di un’eclisse, la radiazione
infrarossa non viene percepita e non si attiva quindi alcun meccanismo di protezione.
L’eccesso di radiazione concentrata in una zona limitata della retina riscalda il tessuto fino
a determinarne, nei casi più gravi ed a seconda della durata dell’osservazione, una
bruciatura (fotocoagulazione).
Poiché la retina non è dotata di recettori del dolore, se il danno non è
molto grave, l’effetto sulla vista può venir avvertito anche molte ore dopo
l’osservazione, ma può anche essere di tipo irreversibile.
Le caratteristiche della lesione determinano la consistenza del danno agli effetti della visione
ossia diminuzione temporanea (o permanentemente) del visus, ma anche cecità nei casi
più gravi. Tali effetti nocivi sono potenziati quando si impieghino per l’osservazione
strumenti ottici, che hanno la capacità di concentrare nell’occhio una quantità di
radiazione molto maggiore.
Durante le eclissi solari totali, l’unica fase osservabile ad occhio nudo
è quella della totalità, mentre tutte le fasi parziali precedenti e seguenti
costituiscono un fattore di rischio, anche quando è visibile solamente una piccola
"falce" di Sole (99% di occultazione) ed il livello di illuminazione è simile
a quello del crepuscolo.
L’eclisse dell’11 Agosto richiederà a questo proposito una particolare attenzione,
perché in Italia sarà parziale e quindi una falce di Sole sarà sempre
visibile, ed avverrà inoltre in un periodo favorevole alle attività all’aria
aperta, così da costituire un richiamo irresistibile a volgere lo sguardo al Sole per
dare un’occhiata durante le quasi 3 ore di durata del fenomeno.
Le statistiche mostrano infatti che bambini e giovani costituiscono la maggioranza delle
persone che subiscono lesioni in seguito ad eclissi solari.
Ciò rende imperativo l’impiego di adeguati mezzi di protezione, che
siano effettivamente tali, ossia in grado di ridurre di 100.000 volte la luminosità della
luce visibile e di ridurre a livelli minimali la radiazione ultravioletta (UV) e quella
infrarossa (IR).
A questo proposito il prof. Chou mette in guardia circa l’impiego dei mezzi di fortuna, spesso
impropriamente utilizzati, perché precise misure di laboratorio ne hanno rivelato la
pericolosità, in quanto non filtrano sufficientemente le radiazioni nocive.
Rientrano così tra i mezzi da non impiegare assolutamente: il vetro affumicato con una fiamma (per la presenza di disomogeneità e per il ridotto potere filtrante del nerofumo), gli strati sovrapposti di pellicola in bianco e nero esposta alla luce e poi sviluppata (le pellicole moderne possono contenere pigmenti colorati invece di argento, che costituisce l’elemento filtrante) o qualsiasi altro tipo di negativo fotografico, i materiali a foglio metallizzato per usi diversi (perché non se ne conoscono le caratteristiche ottiche), gli occhiali da sole (anche quelli più scuri per alta montagna non garantiscono una protezione adeguata), la visione per riflessione su superfici d’acqua (l’intensità della radiazione riflessa è ancora eccessiva).
Il mezzo più economico e sicuro per l’osservazione diretta è
costituito dal vetro per saldatura di gradazione 14, venduto in diversi formati nei negozi di
articoli per saldatura e ferramenta.
Nei negozi di foto-cine-ottica, che trattano articoli per l’astronomia, si trovano invece degli
occhiali speciali, con montatura di cartone oppure plastica, dotati di filtri
appositamente progettati per l’osservazione del Sole, certificati dalla stampigliatura
"CE".
Analogamente, qualsiasi strumento ottico deve venir dotato di un filtro
posto davanti all’obbiettivo, anch’esso di tipo certificato per l’osservazione del Sole.
Quindi una macchina fotografica reflex necessita di un unico filtro, una macchina fotografica
non-reflex di due filtri (uno per l’obbiettivo ed uno per il mirino), un binocolo di due
filtri (per i due cannocchiali) come anche un telescopio (uno per l’obbiettivo ed uno per il
cercatore). Si raccomanda di non usare assolutamente i filtri solari da avvitare sull’oculare,
talvolta forniti a corredo dei telescopi economici, perché possono facilmente spezzarsi
all’improvviso a causa dell’
accumulo di calore.
Infine il metodo più semplice e sicuro per consentire anche ad un
gruppo di persone di osservare un’eclisse consiste nell’impiegare un piccolo telescopio o un
binocolo per proiettare l’immagine del Sole su un foglio di carta o su uno schermo in modo da
evitare la visione diretta.
Per aumentare il contrasto dell'immagine proiettata, è consigliabile collocare lo
schermo, per quanto possibile, in una zona di ombra.
Al posto del telescopio o del binocolo, si può anche usare un semplice pezzo di cartone
con un piccolo foro, che funge da obbiettivo e proietta l'immagine solare sullo schermo, oppure,
in mancanza di altro, addirittura le dita delle mani incrociate in modo da formare una piccola
apertura che proietti l'immagine del Sole sul terreno.