"L'ASTRONOMIA ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO"
Relatore : Dottoressa MARGHERITA HACK
(Docente ordinario di astronomia all'Università di Trieste)
Caorle - 17 aprile 1998
Grandissimo successo ha avuto la serata astronomica, organizzata dal
comune di Caorle (Ve) e dal Circolo Astrofili Talmassons, nella sala al primo piano del Centro
Civico della località veneta.
Relatore d'eccezione è stata la famosa astronoma Margherita Hack, che ricordiamo essere l'ex
direttrice dell'Osservatorio Astronomico di Trieste, la quale ha illustrato alla folta platea
(composta da almeno 200 - 250 persone) gli sviluppi dell'astronomia alle soglie del nuovo
millennio.
La serata è iniziata con i saluti dell'Amministrazione, portati dal
Sindaco e dall'Assessore alla Cultura, seguiti da un'esposizione veloce e puntuale della
dottoressa Hack sugli ultimi risultati raggiunti dalla comunità scientifica mondiale.
A tal riguardo sono state tracciate le linee guida dello sviluppo dell'astronomia della seconda
metà del XX secondo, con l'evoluzione dei telescopi, degli osservatori e delle strumentazioni
ausiliarie; a ciò ella ha abbinato la storia dell'astronomia spaziale, in quanto molte delle
nuove conoscenze sono dovute alle immagini catturate da satelliti via a via sempre più
sofisticati.
Ripercorrendo la costruzione degli osservatori, la dottoressa Hack ha
anche tratteggiato alcune delle figure astronomiche più celebri, spesso strenui propugnatori
della costruzione dei nuovi telescopi, progressivamente più grandi e complessi. Con la crescita
delle dimensioni degli specchi primari dei telescopi, si sono raggiunte magnitudini stellari
più alte, permettendo di sondare corrispondemente sempre più in profondità i misteri del cosmo.
Ma oltre la costruzione del telescopio Hale di Monte Palomar da 5,08 metri e del telescopio russo
a Zelenkukskaja da 6 metri, alla metà degli anni settanta sembrava non si potesse spingersi più
in là, nella realizzazione tecnica dei telescopi a terra.
A cambiare questa visione della ricerca astronomica, hanno contribuito gli
astronomi propugnatori dell'utilizzo dei satelliti artificiali, i quali hanno sviluppato e
realizzato le macchine che poi ci hanno fatto compiere un balzo enorme nella conoscenza della
più antica delle scienze.
In questa schiera hanno sempre ben figurato gli astronomi ed i tecnici italiani, tra i quali ci
sono il padre dell'astronomia X Riccardo Giacconi (successivamente direttore dello Space Telescope
Science Institute), il grande "meccanico celeste" Giuseppe Colombo (collaboratore prezioso della
N.A.S.A. ed inventore della tecnica del Gravity Assist) e la stessa dottoressa Hack, promotrice, negli
anni settanta, di un'intensa campagna a favore del satellite I.U.E. (il quale fu forse la prima
grande pietra miliare dell'astronomia da satellite).
La dottoressa Hack ha successivamente illustrato il progresso delle conoscenze avvevuto con le macchine al di fuori dell'atmosfera, le quali hanno permesso per la prima volta l'indagine in zone dello spettro elettromagnetico precluse all'osservazione da terra. Ricordiamo che l'atmosfera terrestre non solo permette la nostra sopravvivenza, ma ci scherma dalle letali radiazioni UV, X e gamma emesse dalle stelle e dagli altri oggetti loro emettitori. Inoltre scherma anche gran parte della radiazione infrarossa che raggiunge la Terra.
Lo studio di queste "finestre" elettromagnetiche ha permesso di conoscere
e capire molti fenomeni prima totalmente ignoti, e ci ha tracciato un quadro in cui l'universo
è in perenne cambiamento ed i fenomeni fortemente energetici sono più la norma che non l'eccezione.
L'evoluzione degli strumenti è andato di pari passo con lo sviluppo di lanciatori (razzi) sempre
più potenti, i quali hanno permesso di inserire in orbita, o di lanciare verso gli altri pianeti
del Sistema Solare, sonde con strumenti sempre più sensibili e perfezionati.
I casi più appariscenti sono senz'altro il Telescopio Spaziale Hubble, la Magellan (per Venere),
la Giotto (per Giove), la Mars Pathfinder con il rover Sojourner alla quale da ottobre si è
sostituita la Global Surveyor (per Marte) e, prossimamente, la Cassini con io modulo Huygens (per
Saturno). Margherita Hack non ha dimenticato di citare alcune delle prime missioni degli anni
sessanta, che spesso sono passate in sordina a causa del maggiore clamore delle missioni Apollo,
e soprattutto le missioni degli anni settanta: le varie Mariner, le due Viking ed il grandissimo
successo ottenuto con le Pioneer 10 e 11 e le Voyager 1 e 2 (che ancora oggi continuano a
trasmettere informazioni dal limite esterno del Sistema Solare).
L'ultima parte della relazione è stata dedicata ai nuovi strumenti introdotti a partire dalla metà degli anni ottanta: i telescopi con ottiche composite ed ora anche attive e adattive, le nuove pellicole fotografiche, le tecniche interferenziali adottate anche per i telescopi ottici (prendendo spunto dalla tecnologia dei radiotelescopi) e, soprattutto, i sistemi c.c.d., veri rivoluzionatori di tutte le indagini astronomiche, dal lavoro degli astronomi a quello degli astrofili.
Puntuale, da parte dottoressa Hack, è stato il sottolineare i risultati
raggiunti, ma anche il sottolineare la carenza di fondi in molte aree scientifiche, specialmente
nei confronti delle ricerche della fisica di base ed applicata.
A conclusione dell'esposizione il lungo e caloroso applauso della platea ha reso un doveroso
tributo ad un personaggio conosciuto non solo negli ambienti professionali, ma anche dalle platee
televisive che hanno spesso avuto la posssibilità di ascoltare le chiare esposizioni della
ricercatrice fiorentina.
Immediatamente dopo il pubblico ha effettuato molte domande, riguardanti argomenti anche, in alcuni casi, molto specifici, ai quali la dottoressa ha puntualmente risposto, approffitando spesso per integrare l'argomento discusso nell'ora precedente con informazioni più dettagliate.
Alla fine della breve sintesi, ricordiamo che abbiamo avuto nuovamente nostra ospite la dottoressa Hack a Talmassons, il 17 luglio 1998.
La dottoressa Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922 e si laurea in fisica nel 1945, all'Università di Firenze.
E' ordinario di astronomia dell'università di Trieste dal 1964; ha diretto l'Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
Dal 1985 al 1990 ha diretto il Dipartimento di Astronomia dell'università di Trieste ed attualmente è direttore del Centro Interuniversitario regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia di Trieste.
E' socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, membro della Royal Astronomical Society, dell'European Society of Physics, della Società Italiana di Fisica, dell'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey - U.S.A.), dell'Unione Astronomica Internazionale.
E' stata ricercatore visitatore presso l'Università di Berkeley (California - U.S.A.), presso l'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey - U.S.A.), L'Institut d'Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrcht e Groningen (in Olanda), professore visitatore presso l'Università di Ankara (Turchia), e di Città del Messico (Messico).
Ha lavorato presso numerosi altri osservatori americani ed europei.
Si è occupata di vari campi dell'astrofisica ed in particolare dello studio delle stelle con caratteristiche particolari e del loro stadio evolutivo, oltre che delle stelle binarie interagenti.
E' stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'E.S.A. (European Space Agency) e della N.A.S.A. (National Aeronautics and Space Administration). Ha fatto opera di promozione in Italia per la ricerca da satelliti per l'ultravioletto, organizzando convegni e scuole, ed ottenendo che per la comunità astronomica italiana si sia distinta nell'utilizzo dei vari satelliti.
Ha pubblicato circa 250 lavori originali su riviste internazionali ed una quindicina di libri, sia di livello universitario che di divulgazione.
Gli ultimi libri scritti:
Nel 1983 - "L'Universo violento della radioastronomia", pubblicato da EST - Modadori.
Nel 1992 - "L'Universo alle soglie del 2000" e "Dalle particelle alle Galassie", pubblicati
dalla Rizzoli.
Nel 1993 - "Alla scoperta del Sistema Solare" (con Alessandro Braccesi e Giuseppe Caprara),
pubblicato da Mondadori (vincitore del Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione
scientifica nel 1995).
Nel 1993 ha pubblicato quale editor e coauthor una voluminosa monografia su "Cataclysmic Variables
and Related Objects" (editore M. Hack e C. la Dous; autori: Margherita Hack, C. la Dous, Pier
Luigi Selvelli, H. Duerbeck, M. Friedjung, A. Bianchini, R. Viotti), N.A.S.A. SP- 507, 1993, 769
pagine nella serie: Monograph Series on Nonthermal Phenomena in Stellar Atmosheres, edita dalla
N.A.S.A.
Nel 1995 - "Una vita fra le stelle", pubblicata da Di Renzo, Roma.
Nel 1998 - L'ultimo libro è un'autobiografia: "L'amica delle stelle", pubblicata dalla Rizzoli.
Conferenze effettuate per il C.AS.T.:
1. Caorle (Ve) (17 aprile 1998) - L'astronomia alle soglie del 2000.
2. Talmassons (Ud) (17 luglio 1998) - L'astronomia alle soglie del nuovo millennio.