Filosofo tedesco, 1724-1804, a sedici anni entrò nell'università di Königsberg. Dal 1746 al 1755
approfondì la conoscenza della fisica introdotta da Isaac Newton e, nei cinque anni successivi,
si dedicò alla lettura dei testi di Hume e Russeau. Dal 1770 al 1796 fu professore ordinario di
logica e metafisica presso l'università di Königsberg.
La fase costruttiva del criticismo iniziò nel 1770, quando affrontò il duplice problema
dell'origine della nostra conoscenza e dei limiti della ragione, la cui trattazione venne
sviluppata nell'opera "Critica della ragion pura" del 1781. Affermò che la conoscenza umana è
nel suo complesso un contesto di giudizi che possono essere "analitici o sintetici". Di fatto
la conoscenza si configura come un'attività unificante e ordinante, che il soggetto esplica
mediante forme a priori. L'intelletto costruisce così un mondo dei fenomeni, cioé conosce solo
attraverso i dati accumulati dall'esperienza. Il filosofo designa la realtà non fenomenoica col
termine "noumeno", della cui conoscenza la mente umana è assolutamente incapace. Nella "Critica
alla ragion pratica" (1788) Kant sostiene che a tutte le azioni dell'uomo è sempre sotteso un
comando (imperativo) della ragione. Tali imperativi vengono chiamati "ipotetici", quando la
ragione interviene come criterio della convenienza del mezzo rispetto al fine voluto.
Ora il carattere specifico del comando morale è invece quello di una imperatività incondizionata:
Kant chiama il comando della coscienza morale "imperativo catagorico". Nella "Critica del
giudizio" (1790) Kant tratta il problema dell'estetica.
L'opera di Immanuel Kant rappresenta indiscutibilmente uno dei più grandi sforzi di sintesi compiuti dalla mente umana, e a ragione gli storici della filosofia parlano di pensiero pre- e post-kantiano, facendo del criticismo una sorta di spartiacque fra due epoche. Oltre a quelle citate, le opere principali di Kant sono: "Prolegomeni ad ogni futura metafisica che intenda presentarsi come scienza" (1783), "Fondazione della metafisica dei costumi" (1785), "La religione entro i limiti della semplice ragione" (1794), "La metafisica dei costumi" (1797), "L'antropologia del punto di vista pragmatico" (1798) e "Logica" (1800).