Massa d'aria che si sposta prevalentemente in senso orizzontale da zone di alta pressione, dette anticicloniche,
verso zone di bassa pressione, dette cicloniche.
I venti sono originati dal fatto che, nelle zone cicloniche, l'aria, maggiormente riscaldata, si dilata e si
innalza, richiamando al suo posto quella delle zone anticicloniche circostanti. Teoricamente i venti dovrebbero
spirare perpendicolarmente alle isobare, ma, a causa della rotazione terrestre (forza di Coriolis), subiscono
una deviazione. Altre cause di perturbazione sono le irregolarità del suolo e l'attrito (interno al vento e col
suolo).
Nell'emisfero nord i venti escono da una zona anticiclonica in senso orario ed entrano in una zona ciclonica in
senso antiorario. Nell'emisfero meridionale accade il contrario.
Caratteristiche del vento sono la velocità e la direzione. La velocità del vento è tanto maggiore quanto meno
distano l'uno dall'altro i due centri di alta e bassa pressione e quanto più forte è la rispettiva diffrenza di
pressione; la velocità si misura con l'anemometro e
si esprime in km/h o m/s. Altro carattere è la direzione da cui il vento spira e che si osserva con gli anemoscopi. I
venti si dicono: costanti, quando spirano costantemente nello steso senso (alisei, venti occidentali e polari); periodici, quando spirano alternativamente
in due sensi opposti (monsoni, brezze); variabili, quando spirano saltuariamente (föhn, scirocco, bora, mistral,
ecc.)
Venti occidentali: masse d'aria che affluiscono dalle zone subtropicali di alte pressioni verso le zone temperate di basse pressioni: spirano tra i 35° e i 65° di latitudine nord e sud, da sud-ovest nell'emisfero boreale e da nord-ovest in quello australe, per effetto della deviazione impressa dalla rotazione terrestre (forza di Coriolis).