Una soluzione per l'evento Tunguska
Traduzione dell'articolo pubblicato su Astron. Astrophys. 342, L1-L4 (1999) SOMMARIO Questa lettera presenta una nuova soluzione per l'evento di Tunguska del 30 giugno 1908. La soluzione è stata ottenuta a partire dai dati sismici, è in buon accordo con le evidenze osservative, e è a favore della ipotesi di un'origine asteroidale del corpo cosmico Tunguska. Si basa su un modello migliorato del flusso ipersonico intorno a un piccolo asteroide nell'atmosfera terrestre. Parole chiave: meteore, meteoroidi - pianeti minori, asteroidi.
1) INTRODUZIONE
Il 30 giugno 1908 qualcosa esplose sopra Tunguska, nella Siberia Centrale.
Nei passati novant'anni questo catastrofico evento ha ispirato una pletora di investigazioni
scientifiche. Nonostante molte scoperte interessanti, ci sono ancora delle sostanziali questioni
aperte ed inconsistenze circa le teorie e i dati disponibili (per una rivista vedi Vasilyev
1998). 2) MODELLI CORRENTI Molti diversi modelli sono stati sviluppati al fine di collegare i dati disponibili dell'evento di Tunguska (per esempio, Chyba et al. 1993, Grigoryan 1998, Hills e Goda 1993, Lyne et al. 1996). Tutti questi modelli hanno contribuito in modo significativo a migliorare la nostra conoscenza sulla disgregazione dei meteoroidi nell'atmosfera. Questi modelli presumono generalmente che il processo di frammentazione inizi quando la pressione aerodinamica è uguale alla resistenza meccanica S del corpo cosmico. Ponendo in relazione la densità dell'aria con l'altezza dell'esplosione, questo permette di stabilire la velocità del meteoroide (V):
dove è la densità
atmosferica al livello del mare, h è l'altezza della prima frammentazione e H è
l'altezza di scala dell'atmosfera (circa 8 km).
Dalle analisi di Ben-Menahem, si deduce che c'è stato un singolo evento di frammentazione; non
ci sono prove di esplosioni multiple, come dovrebbe succedere durante eventi di frammentazioni
multiple (Ben-Menahem 1975). Di conseguenza,
l'equazione 1 può essere usata per derivare V, assumendo che la prima frammentazione
coincida con l'esplosione in atmosfera avvenuta a h=8.5 km.
Ora, dato che fino a poco prima dell'esplosione i grandi meteoroidi sono
sottoposti a una limitata perdita di massa durante il loro cammino atmosferico, la velocità
prima dell'esplosione deve essere vicina alla velocità orbitale (geocentrica), e questa deve
essere superiore alla velocità di fuga dalla Terra (11.2 km/s). Attualmente, prendendo per buona l'incertezza nella valutazione di S e dei diversi errori di misurazione (entrambi difficili da quantificare), la soluzione per gli oggetti pietrosi non può essere interamente esclusa usando questo argomento (le tipiche velocità geocentriche per gli asteroidi Near-Earth sono circa 15 km/s). Tuttavia è risaputo che l'interazione di grandi meteoroidi (o piccoli asteroidi) con l'atmosfera terrestre è caratterizzata da una grande varietà di comportamenti, e qualunque teoria quantitativa dovrebbe prendere in considerazione un grande numero di variabili: dimensione, forma, rotazione, composizione, struttura interna, velocità orbitale, angolo di volo. Quindi, attualmente ogni bolide può essere visto come un caso di studio, che può portare argomenti utili per una futura teoria generale. Come ulteriore conseguenza l'equazione 1 non può essere considerata utile per ottenere risultati quantitativamente credibili per ogni episodio. Di fatto sappiamo che talvolta gli asteroidi esplodono a una pressione dinamica molto più bassa della loro resistenza dinamica (Ceplecha [1995). Nel caso del bolide di Lugo, un'interessante possibilità è che questo comportamento sia in relazione alla struttura porosa del meteoroide (Foschini 1998). Tuttavia la Tabella 1 mostra che nel caso di Tunguska abbiamo il problema opposto e che dovremmo presumere una resistenza meccanica eccezionalmente elevata. Quindi io guarderò in un'altra direzione per una possibile soluzione del problema. 3) FLUSSO IPERSONICO
Quando un grande meteoroide entra nell'atmosfera terrestre, ha una
velocità compresa tra km/s, e quindi si muove
a velocità ipersonica (cioè, con un numero di Mach maggiore di 5). Dato che siamo interessati
alla dinamica di un meteoroide grande a sufficienza da raggiungere la bassa atmosfera, il fluido
che può essere trattato come un continuo. Perciò possiamo usare le attuali conoscenze
sull'aerodinamica ipersonica, per comprendere le esplosioni in atmosfera dei meteoroidi.
Per ulteriori esposizioni di questa teoria, il lettore si riferisca ai libri di Shapiro
(1954, Landau & Lifshitz
(1987) e Holman (1989).
E' importante notare che per grandi numeri di Mach le equazioni linearizzate per la velocità
potenziale non sono valide, per cui non possiamo usare le leggi valide per le velocità
supersoniche. Nel flusso ipersonico, le onde di Mach e le onde d'urto oblique sono emesse a
piccole angolazioni in direzione del flusso, dell'ordine di grandezza del rapporto tra lo
spessore e la lunghezza del corpo, per cui tendono a seguire la superficie del corpo. In queste
condizioni, la traiettoria atmosferica di un grande meteoroide può essere vista come un lungo
cilindro, generante onde di pressione che possono essere captate come suoni infrasonici
(Cumming 1989, ReVelle 1976). La temperatura del fluido aumenta nello strato limite, perché la velocità deve decrescere a zero sulla superficie del meteoroide; inoltre ci sono effetti di riscaldamento dovuti alla dissipazione viscosa. Ci sono inoltre regioni (come nell'espansione Prandlt-Meyer) nelle quali la presenza del vuoto o quasi-vuoto riduce fortemente la trasmissione del calore, e questo contribuisce a incrementare la temperatura del corpo. Se la generazione del calore aumenta così velocemente che la perdita di calore può essere inadeguata a stabilire uno stato di equilibrio, possiamo avere un'esplosione termica. Questa esplosione genera onde di pressione che possono essere captate sul terreno dai sismografi. Da notare che dopo l'evento di Tunguska nessun meteorite è stato recuperato, così, in questo caso, l'argomento che i meteoriti sono solitamente freddi dopo l'impatto non costituisce prova contro questo tipo di esplosioni termiche. I modelli correnti dell'evento di Tunguska considerano come punto di riferimento solamente la pressione di stagnazione (per esempio, Hills & Goda 1993), anche se, per le ragioni sottolineate sopra, una descrizione fisica realistica dovrebbe tenere presente i processi di generazione e trasmissione del calore. Una simile conclusione, sulla necessità di modelli accoppiati radiativo-idrodinamici, è stato recentemente raggiunto da Borovicka e altri (1998a, 1998b), seguendo una dettagliata analisi delle teorie e osservazioni del bolide di Benesov. 4) L'IMPORTANZA DELLA TEMPERATURA DI STAGNAZIONE Consideriamo ora il riscaldamento dovuto alla conversione dell'energia cinetica del flusso in energia termica, quando il gas è portato a riposo (nello stato limite). Questo processo può essere descritto in termini di un flusso costante di energia in un processo adiabatico:
dove h0 e sono rispettivamente l'entalpia nel punto di stagnazione e del flusso libero, e è la velocità del flusso non perturbato. Da notare che la scelta del sistema di riferimento non è importante: se noi consideriamo un sistema di riferimento centrato sul corpo, il fluido sarà in movimento, e viceversa; di conseguenza può essere interpretata come la velocità del corpo rispetto all'atmosfera. Possiamo riscrivere l'equazione 2 in termini di temperatura:
dove è il calore specifico a pressione costante. Durante il
percorso atmosferico, dato che il numero di Mach è molto elevato, la velocità del meteoroide è prossima al valore massimo corrispondente
alla temperatura di stagnazione. Cambiamenti nelle proprietà del flusso sono dovute principalmente a cambiamenti nella temperatura di
stagnazione T0, che è una misura diretta dell'ammontare della trasmissione di calore.
dove è il rapporto tra i calori specifici. Per mezzo dell'equazione di stato per l'aria, Vmax può essere espressa in funzione della pressione e della densità nel punto di stagnazione:
Al fine di ottenere una condizione per la frammentazione del meteoroide, la pressione di stagnazione
p0 deve essere uguale alla resistenza meccanica S del corpo.
Per possiamo usare un valore di circa 1,7 risultato da studi sperimentali sul plasma sviluppato in impatti iperveloci (Kadono & Fujiwara 1996). Comparando l'equazione 6 all'equazione 1 possiamo vedere un fattore addizionale 1,6 circa. Ciò deriva dal fatto che l'equazione 6 deriva dall'equazione 4, secondo cui, quando un corpo sta viaggiando alla velocità ipersonica, la temperatura di stagnazione dipende dalla velocità. L'Equazione 6 mostra che l'esplosione in atmosfera avviene grazie alla combinazione di effetti termici e meccanici che agiscono sul meteoroide. In altre parole, i processi termodinamico abbassano in modo significativo la pressione effettiva che schiaccia il corpo, così lo stesso corpo può raggiungere un'altitudine più bassa, oppure per una data altezza di esplosione, occorre una resistenza più bassa. 5) UNA NUOVA ANALISI DELL'EVENTO DI TUNGUSKA Per mezzo dell'equazione 6 possiamo rimpiazzare la tabella 1 con una nuova tabella per le velocità di frammentazione di diversi tipi di corpi cosmici (vedi tabella 2).
Da notare che adesso la velocità dedotta di un corpo ferroso risulta
essere troppo alta, e che i corpi pietrosi forniscono la soluzione più plausibili. Questo è
compatibile con i risultati di una dettagliata analisi di diverse centinaia di meteore effettuata
da Ceplecha e McKrosky (1976) e Ceplecha
(1994), che hanno trovato che un'altezza attorno ai
10 km è tipica per corpi rocciosi.
Comparando questi risultati con quelli precedenti e con i dati a disposizione (per
una rivista vedi Vasilyev 1998),
notiamo generalmente un buon accordo, tranne che per l'inclinazione sopra l'orizzonte della
traiettoria. Il valore ottenuto qui è circa 3°, mentre Vasilyev riporta che l'angolo
d'inclinazione più probabile era circa di circa 15°. Tuttavia egli ha anche notato la
possibilità di una buona forma aerodinamica del corpo cosmico di Tunguska, che può avere
ridotto l'angolo d'inclinazione. Inoltre, abbiamo trascurato gli effetti di sollevamento,
seguendo Chyba e altri (1993).
6) CONCLUSIONI
In questo articolo, abbiamo delineato una nuova analisi dell'evento di
Tunguska, partendo dai dati sismici ottenuti da Ben-Menahem (1975)
e migliorando la relazione tra velocità del corpo, resistenza meccanica e l'altezza
dell'esplosione. Le principali conclusioni sono che il corpo cosmico di Tunguska era
probabilmente un asteroide roccioso con un diametro di circa 60 m.
Ringraziamenti: Riferimenti bibliografici (References)
Commento di Luigi Foschini all'evento di Tunguska (30 giugno 2008)
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