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LA COSTELLAZIONE DELL'ORSA MAGGIORE (URSA MAJOR)
SUPERFICIE : 1280 GRADI QUADRATI

Il testo è stato tratto dalla rubrica sulle costellazioni curata dal Prof. Bruno Cester sulla rivista l'Astronomia (che ringraziamo per la gentile concessione).

A prima vista non occorrerebbe spendere parole per presentare questa costellazione, arcinota a tutti. Però molti ritengono che l'asterismo si identifichi con le sette stelle dei Carro Grande e ciò non è affatto vero: la costellazione si estende per ben 1.280 gradi quadrati (è superata solo dall'Idra e dalla Vergine) nella regione tra 8 ore ed oltre 14 ore in ascensione retta e tra +73° e +30° circa in declinazione. E' forse una delle poche costellazioni che, ridotte ormai ad essere limitate da archi di cerchi orari e di paralleli, ha conservato abbastanza la forma dell'animale da cui prende il nome. Ovviamente, la caratteristica più evidente è data dal Grande Carro, che però ne rappresenta soltanto una parte del corpo e la coda. La testa si estende verso nord-ovest ed il naso è dato dalla stella omicron; le zampe anteriori sono individuate dalla coppia iota e cappa, mentre quelle posteriori sono divise tra le coppie lambda e mu e, più sotto, dalle nu e csi.

La Mitologia

Nella leggenda greca, come si è già detto parlando dell'Orsa Minore, l'Orsa Maggiore era in origine Callisto, figlia di Licaone, re di Arcadia. Zeus, che l'aveva amata (ne era pure nato un figlio, Arcade), per proteggerla dalla gelosia della moglie Era, la trasformò in orsa. In seguito, il figlio, mentre andava a caccia, s'era imbattuto nell'orsa e stava per ucciderla, cosicché Zeus pensò bene di portare entrambi in cielo: tutto ciò ci viene assicurato anche da Ovidio, nelle sue Metamorfosi. Anche gli Arabi mantennero il nome di Grande Orsa all'asterismo.
Molte interpretazioni vennero date invece alle sette stelle del Grande Carro: Cicerone le chiama i "Septern Triones" i sette buoi dei quali è guardiano Boote (da cui il termine settentrione per indicare il nord); gli inglesi le chiamano "la casseruola"; per gli Arabi esse rappresentano un feretro seguito dalle prefiche o piagnoni; per i Galli un cinghiale; per gli Egiziani un ippopotamo e così via.

I nomi delle stelle

Ad ogni modo, è dai nomi arabi che derivano praticamente tutti i nomi delle sette stelle: l'alfa è Dubhe (da Al-Thahr-al-Dubb-al-Akbar e cioè "il dorso del grande orso"), la beta è Merak (abbreviazione di Merak-al-Dubb-al-Akbar, "le reni del grande orso"), la gamma è Fegda o Fechda (da Fekhah, la coscia), la delta è Megrez (da Maghrez, "la radice della coda"). La epsilon, la prima della coda, è Alioth (da Al-lato al-Giun, cavallo nero). Ancor più strana è la zeta, Mizar, che significherebbe "grembiule"; il nome sarebbe stato introdotto nelle carte celesti, secondo congetture di Giuseppe Scaligero, in sostituzione del suo nome di Merak, già usato per la beta. Sufi, astronomo arabo dei X secolo, la chiamò Al-anak-al-Benat che significherebbe "la capra dei piagnoni". L'estremità della coda è segnata dalla eta che ha sia il nome di Alkaid che di Benetnasc', entrambi derivanti da Al-Kaid-al Benat-al-Nasc' cioè "il capo dei piagnoni".
Non dimentichiamo qui però la famosa stella che accompagna Mizar (la numero 78 di Flamsteed) detta Alcor: l'origine di questo nome è molto discussa ed è forse una profonda alterazione di qualche parola araba. Sembra che gli Arabi la chiamassero Al-Suha, cioè la "piccola stella trascurata" ed anche Al-Saidak (la stella di prova?). Ed è questo significato che si ricollega all'idea, ancor oggi mantenuta, che essa servirebbe per provare l'acuità visiva: eppure è una stella di quarta grandezza e dista quasi 12' dalla più lucente Mizar per non esser scorta da un occhio normale.
Ricordiamo infine che tra le due, formando un triangolo schiacciato, appare una stella di ottava grandezza, che venne denominata nel 1723 Sidus Ludovicium, la stella di Lodovico V. Per concludere, citiamo ancora alcune altre stelle che hanno un nome proprio: la 72 (p1 due) è Muscida, riportata nell'atlante del Bayer, il cui nome sembra derivare da una parola "barbara" del Medio Evo che significherebbe "il muso". Le v (flu?) e csi sono Alula Borealis e Alula Australis (deriverebbero da Al-Kafzah-al-Ula, il primo salto); la lambda e la mu sono Tania Borealis e Tania Australis (da Al-Kafzah-al-Taniyah, il secondo salto) ed infine iota è Talitha (da AI-Kafzah-al-Thalithah, il terzo salto) nome che è però attribuito anche alla vicina cappa.

Le coordinate sono al 1950.00 quelle precise al decimo di minuto d'arco; le altre, ove indicato, sono al 2000.00.

Gli Oggetti Astronomici più interessanti

Stelle più luminose
(11h 00,7m; +62°1'): di magnitudine 1,81 e spettro KO 110111; dunque una supergigante rosso-arancio, che ha una compagna di settima magnitudine ad una distanza di 6',3, che si sposta con lei nello spazio. Entrambe sono a loro volta doppie: la prima è una doppia visuale, molto stretta (le componenti fanno un giro in 47 anni), la seconda è una doppia spettroscopica (periodo di 6 giorni). Da notare che sia la alfa che la eta (all'estremità del timone) si spostano nello spazio in direzioni dei tutto diverse dalle altre cinque stelle del Carro; a lungo andare, questo perderà la sua forma caratteristica.
(10h 58,8m: +56°39'): è di magnitudine 2,37 e spettro Al V, cioè è una stella bianca come le altre cinque che si muovono con essa. Congiungendo la beta con la alfa e prolungando la loro distanza per cinque volte circa, si individua la Stella Polare, stella di seconda grandezza abbastanza isolata, dunque non difficile da riconoscere.
(11h 51,2m; +53°58'): la sua magnitudine è 2,44 ed è leggermente più distante della beta. Da notare, a meno di un grado verso sud-est una galassia a spirale, NGC 3992, spesso aggiunta al catalogo di Messier col numero 109.
(12h 13,0m; +57°19'): è la più debole dei gruppo, essendo di magnitudine 3,3; è stata ritenuta da molti una variabile a lunghissimo periodo ma sembra che ciò sia dovuto ad errori di stima fatti nel passato.
(12h 51,9m: +56°14'): è la più brillante di tutto il gruppo; la sua magnitudine è 1,79 ed è una variabile con un periodo di cinque giorni, del tipo alfa Canum Venaticorum, in cui pare che le variazioni nello spettro e quelle piccolissime in luminosità (non più di due centesimi di magnitudine) siano connesse con un campo magnetico variabile. Due altre variazioni dello spettro, in 0,95 giorni e in 4,15 anni, fanno sospettare la presenza d'una compagna.
(13h 21,9m; +55°11'): è la famosa Mizar: è la prima stella doppia scoperta (1650, Riccioli), la prima ad essere fotografata (1857, Bond) e la prima stella nella quale una componente venne riconosciuta binaria con lo spettroscopio (1889, Pickering). Già, perché Mizar, vista con uno strumento, si rivela anzitutto una bella doppia, con le componenti di magnitudine 2,4 e 4,0 distanti 14",4 e poste a 88 anni luce da noi; ma la più luminosa, come s'è detto, è composta da due stelle che rivalvono in 20 giorni e mezzo: e anche la secondaria è stata riconosciuta doppia, pure con lo spettrografo, nel 1907, ed ha un periodo sui 182 giorni. E già che ci siamo, guardiamo anche Alcor (80 UMa) anch'essa doppia, ma solo spettroscopica, col periodo ancora incerto.
(13h 45,6m; +49°34'): è l'ultima stella del Carro, di magnitudine 1,87 e spettro B3V; è quindi più azzurra delle altre e, come la alfa, non le accompagna nel loro moto spaziale; è anche molto più distante: circa 180 anni luce, contro i 70-90 a cui stanno le altre.

Stelle Doppie
1258 (8h 39,9m: +4903'): si trova nell'angolo che punta verso la Lince ed è una bella doppia composta da due stelle simili, di magnitudini 7,5 e 7,8 separate di 10".
(8h 55,8m: +48°14'): è un sistema quadruplo piuttosto difficile; la primaria, di magnitudine 3,12 è una doppia spettroscopica col periodo di undici anni. A meno di 2" appare una stellina di decima magnitudine che gira con la precedente doppia in circa 820 anni. Questa stella è a sua volta doppia con un periodo di 40 anni e le componenti sono separate di soli 0",9.
13 2 (09h 06,Om; +67°20'): è un'altra coppia difficile perché le componenti, molto diverse tra loro (magnitudini 4,82 e 8,27) sono attualmente a 3",2 e la separazione sta lentamente aumentando. Si è calcolato che il periodo di rivoluzione supera i mille anni. La primaria è bianco-gialla e la secondaria è arancione.
1315 (09h 08,8m; +61°53'): è posta a 20' a nord della stella di quinta magnitudine 16 UMa ed è formata da due stelle simili (magnitudini 7,6 e 7,9) separate di 25".
1321 (09h 11,Om; +52°54'): è un sistema quadruplo; infatti, le due componenti entrambe di magnitudine 7,7 sono ciascuna una doppia spettroscopica con periodi di 44 e 16 anni. Tutto il sistema è poi in lento moto di rivoluzione, il cui periodo sarebbe sui 975 anni; attualmente la separazione èdi 17",6. Il tutto si presenta come una stella rossa relativamente vicina a noi, essendo la sua distanza di 20 anni luce.
1415 (10h 13,9m; +71°19'): è una coppia facile perché le componenti di magnitudine 6,6 e 8,0 sono separate di 13".
(11 h 15,5m; +31°49'): è un altro sistema quadruplo e composto da due stelle gialle (ciascuna a sua volta è doppia spettroscopica con periodi di 669 e 4 giorni) che compiono una rivoluzione in 59,8 anni. Scoperta nel 1780 da Herschel, è la prima stella doppia per la quale venne calcolata l'orbita (da Savary nel 1828) estendendo così la validità delle leggi della gravitazione al di là del Sistema Solare. L'attuale separazione è 2",9 e tende lentamente a diminuire. Anch'essa una stella relativamente vicina, trovandosi a circa 26 anni luce da noi.
57 (llh 26,4m; +39°37') le componenti di magnitudini 5,3 e 8,6 sono separate di 5".

Stelle Variabili
R (lOh 4lm lOs; +69° 02',4): variabile tipo Mira tra le magnitudini 6,7 e 13,4 in 302 giorni. Anche Io spettro varia tra M3 al massimo e M9 al minimo.
S (12h 41m 47s; +61° 22',O): come la precedente è del tipo Mira e varia tra 7,0 e 12,4 magnitudini in 226 giorni; lo spettro è di tipo S0-S6.
T (12h 34m 08s; +59° 45',8): ancora una variabile di tipo Mira con periodo di 257 giorni; la magnitudine varia da 6,6 a 13,4, mentre lo spettro da M4 al massimo a M7 quando è al minimo.
W (9h4 0m 17s; +56° 11',O): è il prototipo d'un numeroso gruppo di variabili ad eclisse a corto periodo; i periodi sono inferiori ad un giorno, anzi, la maggior parte cade tra 8 e 12 ore. La curva di luce presenta una variazione continua, con i massimi (stelle fuori eclisse) arrotondati e spesso variabili nel tempo. Le due stelle girano stando praticamente in contatto tanto che devono avere un'atmosfera in comune. I tipi spettrali sono compresi tra F e K, ma la stella di maggior massa ha lo spettro più avanzato. W UMa ha un periodo di quasi 8 ore esatte e varia tra 7,9 e 8,63 magnitudini.
Z (11h 53m 55s; +58° 09',O): è una semiregolare e varia tra.6,6 e 9,1 in 196 giorni; è collegata alle variabili di tipo AV Tauri.
RY (12h 18m 05s; +61° 35',3): semiregolare di spettro M2-3 Ill che varia tra le magnitudini 6,7 e 8,5 in 311 giorni.
ST (11h 25m 08s; +45° 27',6): ancora una semiregolare che varia tra le magnitudini 6,4 e 7,5 in 81 giorni; il suo spettro è M4 Ill.
SY (09h 52m 28s: +50° 03',5): è la 31 UMa, la cui magnitudine, 5,23, è apparsa essere costante; sembrerebbe quindi una segnalazione errata.
TX (10h 42m 25s; +45° 49',8): è una variabile ad eclisse di tipo Algol; al massimo è di magnitudine 7,0 ed al minimo principale 8,76. II periodo è di 3,063 giorni; è composta da una stella tipo B8 ed una compagna.
VW (10h 55m 40s; +70° 15',5): è una semiregolare che varia tra le magnitudini 6,85 e 7,71 in circa 125 giorni. Il suo spettro è del tipo M2.
VY (10h 41m 39s; +67° 40',5): è una variabile irregolare che oscilla tra le magnitudini 5,9 e 6,5.
Prima di passare in rassegna i gruppi stellari, rammentiamo una stella di magnitudine 6,5 che compare 10' a nord della galassia NGC 3941 (le sue coordinate al 1950 sono 11h 50,1 m; +35° 05'); fu notata da Argelander nel 1842 ed è stata per molto tempo la stella che aveva il più grande moto proprio, di 7",05 per anno, in direzione sud-ovest. E' nota con la sigla di
Groombridge 1830, è gialla ed è definita come una subnana. La sua distanza è di 28 anni luce cosicché il suo grande moto proprio testimonia una notevole velocità nello spazio (è una delle cosiddette stelle ad "alta velocità" ed appartiene alla popolazione dell'alone della nostra galassia); il suo spettro indica una mancanza di elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio e ciò indicherebbe che essa si è formata molto anticamente, forse quando il disco galattico non si era ancora del tutto appiattito. Più di sessant'anni dopo la sua scoperta, si trovò la "stella di Kapteyn" nella costellazione del Pittore (con un moto proprio di 8",7 per anno) e, nel 1916, la "stella di Barnard" in Ofiuco, con un moto proprio di ben 10",3 all'anno.

Nebulose planetarie
NGC 3587 (llh 12,Om; +55°18'): è nota anche come Mgi. La si trova a circa 2°,5 a sud-est di beta, vicina alla galassia NGC 3556 (M 108). Scoperta da Méchain nel 1781, ricevette il nome di Owl, cioè civetta o gufo, da Lord Rosse per la somiglianza con la testa di quest'uccello. Questa nebulosa planetaria si presenta con una magnitudine totale intorno a 10 ed appare come un disco a bordo sfumato delle dimensioni di circa 200", con una stellina centrale molto debole, che ha dato origine alla nebulosità.

Galassie
Elencheremo soltanto alcune tra le galassie più notevoli che si trovano in questa costellazione.
NGC 2681 (08h 50,Om; +51° 31'): galassia a spirale, di magnitudine totale 10,6 e dimensioni 2',8x2',5. Di forma circolare, è dotata di un nucleo compatto e brillante da cui si evidenziano i bracci spirale.
NGC 2768 (09h 07,8m; +60°16'): è una galassia ellittica, di dimensioni 1',5x0',7. Appare come una nebulosità ovale e forma un triangolo con due stelle di nona poste verso nord, a 5'.
NGC 2787 (09h 14,9m; +69° 25'): è una galassia spirale di dimensioni 2'x1',3. Appare come una debole nebulosità.
NGC 2841 (09h 18,6m; +51° 12'): galassia spirale situata a sud-ovest della theta, ha magnitudine totale 9,4 e dimensioni 6'x1',6. Si nota una condensazione centrale e dei prolungamenti laterali.
NGC 2950 (09h 39,1m; +59° 05'): è una spirale barrata di dimensioni 1',3x0',9 e situata ad ovest della stella v.
NGC 2985 (09h 46,Om; +72° 31'): galassia spirale di magnitudine globale 10,5 e dimensioni 5'. Si trova vicino al bordo nord con la costellazione del Drago.
NGC 3031 (09h 51,5m; +69° 18'): è la bella spirale M81, di magnitudine totale 7,0 e dimensioni 16'xlO'. Mostra una netta condensazione centrale luminosa con bracci molto più deboli. Fu scoperta, assieme alla vicina M82, situata a poco più di mezzo grado a nord, da Bode nel 1774. Esse formano il nucleo di un piccolo gruppo di galassie, oltre il Sistema Locale. La distanza, incerta, è stimata sui 7 milioni d'anni luce.
NGC 3034 (09h 51,9m; +69° 56'): nota anche come M 82 è una galassia peculiare a forma di fuso, di dimensioni 7'x1',5; magnitudine totale 8,4; è più debole della precedente ma più contrastata di essa. Con i piccoli telescopi, se vista di taglio potrebbe esser ritenuta una spirale, invece la sua struttura è molto più complessa, con filamenti ai bordi e nessuna indicazione di bracci spirali. E' una forte radiosorgente: materia eiettata lungo i filamenti si espande dal suo centro, suggerendo che li deve essere avvenuta una enorme esplosione.
NGC 3310 (lOh 35,7m; +53° 46'): altra galassia irregolare, situata 10' a sud d'una stella arancione di sesta grandezza; le dimensioni sono di 1',5x0',8.
NGC 3556 (llh 08,7m; +55° 57'): galassia spirale di forma allungata nel senso est-ovest di dimensioni 8'x1',5, nucleo più brillante: magnitudine globale 10,1. Spesso aggiunta al catalogo di Messier col numero 108.
NGC 3877 (llh 43,5m; +47° 46'): spirale posta a 15' a sud di chi UMa di quarta magnitudine; dimensioni 4',4x0',8.
NGC 3675 (llh 23,5m; +43° 32'): spirale di dimensioni 3'xl' ad est di 56 e 58 UMa: forma ellittica con condensazione centrale. NGC 3941 (llh 50,3m; +37° 16'): è una ellittica di dimensioni 2'xl'.
NGC 3945 (llh 50,6m; +60° 57'): spirale barrata di dimensioni 5',2x2',2.
NGC 3953 (11h 51,2m; +52° 37'): spirale di magnitudine totale 10,1 e dimensioni 6',3x3',2.
NGC 3992 (llh 55,Om; +53° 39'): spirale di magnitudine totale 9,9 e dimensioni 6',2x3',5. E' a meno di 1° ad est della gamma.
NGC 4026 (llh 56,9m; +51°14'): spirale allungata nel senso nord-sud, dimensioni 3'x0',6.
NGC 5457 (14h 1 ,4m; +54°35'): è la spirale M 101 (o anche 102). Posta a circa 6° ad est-di Mizar, è una delle più belle spirali vista di faccia, scoperta da Méchain nel 1781. E una grande nebulosa che occupa 22' di diametro e ha magnitudine totale 7,9. Spettacolare in fotografia. dove vengono messi in evidenza i bracci spirali, è meno appariscente visualmente.

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Immagine Copyright © 2001 by ; adattamento testo di Lucio Furlanetto

Pagina caricata in rete: 7 giugno 2001; ultimo aggiornamento (2°): 27 aprile 2002