NOTIZIARIO

ANNO VII - NUMERO 21
2° TRIMESTRE 1999


VENERE

Massa (kg)......................................................................................4,87 x 1024
Diametro (km)........................................................................................12.104
Densità media (kg/m3) ................................................................................5.250
Velocità di fuga (m/sec)..............................................................................10400
Distanza media dal Sole (UA)..........................................................................0,723
Periodo di rotazione (lunghezza del giorno in giorni terrestri)..........................243,0 (retrograda)
Periodo di rivoluzione (lunghezza dell'anno in giorni terrestri)......................................224,7
Obliquità (inclinazione degli assi in gradi)............................................................178
Inclinazione dell'orbita (gradi).......................................................................3,39
Eccentricità dell'orbita (deviazione dal cerchio).....................................................0,007
Temperatura media sulla superficie (K)..................................................................726
Albedo geometrica visuale (riflettività)...............................................................0,59
Punto di massima altezza sulla superficie............Monte Maxwell (17 km sopra il raggio medio planetario)
Componenti dell'atmosfera.........................96% diossido di carbonio, 3% azoto, 0,003% vapore d'acqua
Materiale componenti la superficie......................................Roccia basaltica ed altri materiali

Tabella tradotta da The Nine Planets.

Confronto dimensione pianeti terrestri: 30 KB

Immagine 1 - Confronto delle dimensioni dei pianeti di tipo terrestre cioé, in ordine crescente di distanza dal Sole: Mercurio, Venere, Terra e Marte.     Image credit: NASA/JPL

Venere è il secondo pianeta del Sistema Solare per distanza dal Sole. Esso è noto fin dalla preistoria; infatti è molto brillante e si può vedere facilmente ad occhio nudo, al massimo della sua luminosità, in quanto è 12 volte più brillante di Sirio, la stella più luminosa del nostro cielo.

Animated gif: 301 KB  

Animazione 1 - Ottenuta dalle immagini dal 29/10/2002 al 05/11/2002 del satellite SOHO, mostra il Sole occultato dal coronografo della sonda, mentre viene eruttata e si espande nel Sistema Solare interno una grande CME (coronal mass ejection). Venere è il pianeta più luminoso in basso che si sposta da sinistra a destra, mentre sopra si vede il pianeta Marte che si muove in senso opposto.

Image credit: NASA/SOHO

L'orbita di Venere è tale che il pianeta è visibile in cielo nelle vicinanze del Sole, in certi periodi all'alba e in altri al crepuscolo. Per questo gli antichi credevano che si trattasse di due astri distinti: Lucifero quello del mattino, Vespero quello della sera. A causa della sua lucentezza, questo pianeta è stato dedicato alla dea della bellezza e dell'amore. Venere deve la sua luminosità non solo alla sua vicinanza al Sole, ma anche al fatto che è il pianeta più vicino alla Terra, quindi il più visibile. Inoltre il pianeta riflette il 70 % della luce che riceve dal Sole: la sua albedo è la più alta di tutto il Sistema Solare.
Questo deriva dal fatto che è avvolto da una fitta coltre di nubi, le quali ostacolano la penetrazione della luce del Sole all'interno e la riflettono invece verso l'esterno.

La massa del pianeta è pari a 4,869 x 1027 g, cioè circa l'80% di quella della Terra. Il suo diametro è pari a 12.103 km, il 95% di quello terrestre, mentre la sua densità media è 5,18. Venere (caso unico con Mercurio) non possiede nessun satellite. La sua distanza media dal Sole è di 108,2 milioni di chilometri, pari a 0,72 U.A.; la distanza all'afelio è di 109 milioni di chilometri, mentre quella al perielio è pari a 107,46 milioni di chilometri. L'orbita del pianeta è la meno eccentrica tra quelle planetarie, in pratica è quella che si avvicina di più al cerchio, ed il suo piano orbitale è inclinato di soli 3,39 gradi sull' eclittica.

Venere inquadrato nell'aprile 2001: 37 KB  

Immagine 2 - La sottile falce di Venere ripresa dal nostro socio Mauro Zorzenon il 1 aprile 2001; il pianeta presenta una fase simile a quella della Luna. Quest'immagine fu fatta in pieno giorno, col pianeta a soli 8° di distanza dal Sole, creando un grosso problema per la sua inquadratura nell'obbiettivo della videocamera digitale che l'ha ripreso: per ovvi motivi di sicurezza il Sole non doveva mai venir inquadrato! (dimensione immagine: 300 x 239 pixel)

Image credit: CAST

Immagine 3 - La fase di Venere il 28 marzo 2004 ripresa da Paolo Beltrame da Mortegliano (Ud) (dimensione immagine: 547 x 443 pixel)

Image credit: CAST

  Venus in march 2004: 26 KB

Trattandosi di un pianeta interno, quando viene osservato dalla Terra presenta delle fasi: la superficie del pianeta appare cioè illuminata totalmente o parzialmente oppure del tutto oscura, a seconda della posizione relativa Terra-Sole-Venere. L'osservazione delle fasi di Venere al telescopio, da parte di Galileo Galilei, contribuì a convalidare la teoria Copernicana del Sistema Solare.

Il problema della sua rotazione è sempre stato molto controverso. Il pianeta è circondato da una spessa coltre di nubi che ne oscurano completamente la superficie, quindi si rende impossibile determinare il periodo della sua rotazione sulla base della semplice osservazione visuale. Le moderne tecniche radar hanno permesso tuttavia di studiarne il moto, in quanto le onde radio riescono a penetrare oltre le nubi, fino al suolo venusiano.
Venere e le sue nubi hanno due moti di rotazione indipendenti tra loro ed entrambi ruotano in senso retrogrado (cioé in senso inverso a quello di rotazione degli altri pianeti). Venere ruota attorno al suo asse, inclinato di ben 177,36 gradi sull' eclittica, con un periodo di 243,16 giorni, mentre l'insieme delle nubi ruota invece con un periodo di 4 giorni, cioé con una velocità 60 volte maggiore rispetto al pianeta.

Clouds of Venus: 26 KB  

Immagine 4 - Venere in falsi colori ripresa dalla sonda Magellan nel 1989; si vedono le nubi in rotazione differenziale. (dimensione immagine 490 x 490 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 5 - Questo disegno mostra schematicamente come sia composta l'atmosfera di Venere. L'atmosfera del ianeta è impenetrabile nelle lunghezze d'onda del visibile, ma è trasparente nelle lunghezze d'onda radar, tanto che negli anni ottanta del secolo scorso fu studiata anche dalla Terra, impiegando il gigantesco radiotelescopio di Arecibo a Portorico (dimensione immagine: 410 x 410 pixel)

Image credit: ESA

    Venus atmosphere: 23 KB; click on the image to enlarge

Come già detto, Venere possiede un'atmosfera molto densa e calda e nei suoi strati superiori è presente una spessa coltre di nubi. L'atmosfera è composta per il 96% di anidride carbonica e per il 4% di azoto, con tracce di biossido di zolfo, argon e vapore acqueo. Al livello del suolo, la pressione è pari a circa 92 atmosfere: sul nostro pianeta, una pressione così alta si trova solo in mare, a circa 1 km di profondità.

La temperatura al livello del suolo è compresa tra 446°C e 482°C, cioé sul suolo venusiano i metalli come piombo e stagno fonderebbero: Venere appare decisamente un pianeta inospitale... L'alta temperatura è dovuta in parte alla vicinanza del Sole, in parte all'effetto serra: l'anidride carbonica presente nell'atmosfera, insieme all'acido solforico di cui sono composte le nubi, permette l'assorbimento delle radiazioni visibile ed infrarossa del Sole, ma la riflessione al suolo della componente "visibile" la sposta in frequenza in radiazione infrarossa, che viene trattenuta tra la superficie e le nubi (proprio con lo stesso meccanismo fisico che riscalda le serre).
A 30 km dal suolo, la pressione è circa di 1 atmosfera e la temperatura è 100°C. La zona della bassa atmosfera è percorsa da venti che non superano i 20 km/h.

Al di sopra di questo livello c'è un'altra zona, che termina a circa 85 km dal suolo, la quale comprende lo strato di nubi che caratterizzano Venere. Le nubi principali si trovano in una fascia d'altezza compresa tra 42 e 59 km; come abbiamo già accennato, esse sono composte di acido solforico e si spostano ad una velocità media di 360 km/h. Si osservano preferenzialmente nella banda utravioletta dello spettro. Ad altezze superiori, la radiazione solare dissocia l'acido solforico (H2SO4) in acqua (H2O) e biossido di zolfo (SO2). Questi, insieme all'anidride carbonica, formano una nebbia uniforme che circonda le nubi. In questa regione esterna, la pressione è circa 0,2 atmosfere e la temperatura -83°C. Venere è priva di acqua; probabilmente il pianeta possedeva un tempo mari e oceani come la Terra, ma la sua altissima temperatura li ha fatti evaporare ed ora il suolo appare arido e roccioso.

Venus core: 32 KB; click on the image to enlarge

   

Immagine 6 - Questo disegno mostra schematicamente come si pensa sia composto l'interno di Venere in base ai dati delle missioni realizzate sino ad oggi: una crosta basaltica formata da una singola placca tettonica posta sopra un mantello e un nucleo (dimensione immagine: 765 x 595 pixel)

Image credit: Calvin J. Hamilton

Le caratteristiche fisiche di Venere (massa, densità, presenza di atmosfera, dimensioni) sono molto simili a quelle terrestri, tanto che viene considerato un "gemello" della Terra. Anche se non ci sono indicazioni sicure, è molto probabile che i pianeti abbiano la stessa struttura interna: un nucleo ferroso di circa 3.000 Km di diametro e un mantello roccioso ed una crosta esterna dello spessore di circa 100 Km. Della sua superficie sono disponibili pochissime riprese, tutte quante frutto della discesa di due sonde ex sovietiche della serie Venera. Due immagini le potete vedere cliccando qui e qui.

Venus surface: 121 KB; click on the image to enlarge

   

Immagine 7 - La superficie di Venere ripresa fotograficamente dalla sonda sovietica Venera 14, che atterrò sul pianeta nel 1982. A causa delle proibitive condizioni ambientali, queste sonde trasmisero alcune immagini solo nella prima ora dopo l'atterraggio.

Cliccando l'immagine l'aprirete a 983 x 492 pixel.

Image credit: Agenzia Spaziale Sovietica (URSS-1982)

Il campo magnetico di Venere è praticamente inesistente: viene stimato con un'intensità pari meno di un millesimo di quello terrestre. Non esiste pertanto una magnetosfera, mentre esiste una ionosfera, ad un'altezza compresa tra i 120 ed i 180 Km dal suolo.

Venus emisphere: 28 KB    

Immagine 8 (a sinistra) - Un emisfero di Venere ricostruito in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 463 x 463 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 9 (a destra) - L'altro emisfero di Venere ricostruito in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 500 x 480 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

   
Venus emisphere: 21 KB

Altimetria di Venere; 35 KB

Immagine 10: la distribuzione altimentrica delle masse "continentali" del pianeta; le tre strisce scure in basso sono zone non ancora coperte dalle rilevazioni della Magellan (dimensione 637 x 344 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

La maggior parte della sua estensione è occupata da pianure desertiche. Sulla sua superficie sono presenti anche delle vaste depressioni, due grandissimi altopiani e alcune regioni montuose, alcune delle quali raggiungono i 10 km di altezza. Questi monti sono di natura vulcanica, e gran parte della superficie di Venere è coperta di lava solidificata. Una piccola parte di questi vulcani potrebbero essere tuttora in attività.

Venus surface: 36 KB    

Immagine 11 (a sinistra) - Ripresa in falsi colori della superficie: inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan; le zone rosse corrispondono alle maggiori elevazioni, mentre il blu alle maggiori depressioni rispetto al raggio medio planetario (dimensione 463 x 598 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 12 (a destra) - Triplice ripresa che mostra l'immagine grezza presa dalla Magellan (in alto), una sua elaborazione in falsi colori (al centro) e una elaborazione con l'asse verticale di dimensione maggiore rispetto ai due assi orizzontali (in basso) (dimensione 584 x 463 pixel

Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Data analysis: 32 KB

Non si osservano invece crateri recenti sulla superficie venusiana: i meteoriti che attualmente cadono hanno dimensioni sufficientemente piccole da venire ompletamente disgregati dalla densa atmosfera del pianeta. Mentre gli impatti dei planetesimi, che cadevano sulla sua superficie agli albori del Sistema Solare, sono stati in parte cancellati dall'azione vulcanica quando il nucleo del pianeta era sicuramente fluido. In ogni caso si osservano ancora un nutrito numero di casi, situati sulla parte crostale più antica.
Si suppone che un'intensa attività vulcanica, avvenuta all'incirca 800 milioni di anni fa, abbia cancellato quasi ogni cratere prodotto in precedenza dai grossi asteroidi, mentre la craterizzazione successiva ha prodotto quelli visibili attualmente.

Magellan durante l'assemblaggio: 56 KB    

Immagine 13 (a sinistra) - La sonda Magellan sta per essere completamente assemblata nel centro della NASA; comparandola con l'altezza dei tecnici che vi ci stanno lavorando, s'intuiscono le sue vere dimensioni (dimensione 462 x 621 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 14 (a destra) - La sonda Magellan sta per lasciare la baia di lancio dello space shuttle che l'ha portata in orbita; non esisteva nessun altro vettore americano che potesse lanciare un satellite così grande (dimensione 462 x 621 pixel)

Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Lo space shuttle sta mettendo in orbita la Magellan: 49 KB

Di seguito sono proposte una serie d'immagini prese dalla sonda americana Magellan, visibile qui sopra durante la fase finale d'assemblaggio e al momento del suo rilascio dalla baia di lancio dello space shuttle della NASA. La Magellan è la sonda interplanetaria che ha fornito il maggior quantitativo di dati recenti e che ha rivoluzionato la conoscenza del pianeta gemello per dimensioni della Terra. Giunta in orbita nel maggio 1989, la sonda è rimasta operativa per circa cinque anni e mezzo (per la precisione fino all'ottobre 1994), fornendo rilievi radar altimetrici di ineguagliata precisione e fornendo la prima mappa tridimensionale di Venere, sino ad allora studiato mediante l'analisi delle onde radio inviate dal radiotelescopio di Arecibo a Portorico e debolmente riflesse dal pianeta verso la Terra. Questo ha permesso di stabilire con precisione la distribuzione degli altipiani di Atlas Regio e Beta Regio, i principali "continenti" elevati.
La Magellan ha studiato anche l'atmosfera e la rotazione del pianeta, fornendo misure d'inestimabile valore. Da allora nessuna missione ha avuto come scopo il solo studio di Venere, mentre varie sonde hanno sfruttato il gravity assist del pianeta, riprendendolo e misurando alcuni suoi parametri fisici nel momento del massimo avvicinamento.


LA SUPERFICIE DI VENERE

La superficie di Venere: 34 KB    

Immagine 15 (a sinistra) - La superficie di Venere ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan: per esigenze di migliore comprensione, la dimensione verticale in questo tipo d'immagine è moltiplicata di un fattore 10; in realtà le altezze delle montagne e le profondità delle valli sono dieci volte inferiori a quanto mostrato (dimensione 630 x 480 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 16 (a destra) - Un'altra ripresa radar del pianeta inquadrato dalla sonda Magellan: vi si osserva un complesso sistema di rilievi montuosi, vallate e i resti di antiche colate laviche (dimensione 640 x 466 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Saturno ripreso da Cassini: 35 KB

Superficie di Venere: 35 KB    

Immagine 17 (a sinistra) - Anche questa zona della superficie di Venere appare un susseguirsi di montagne e canyons; ci si ricordi che al suolo la temperatura è di oltre quattrocentro gradi celsius mentre la pressione è di quasi novanta bar (dimensione 634 x 471 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 18 (a destra) - In aggiunta a quanto detto nella nota precedente ricordo che, anche se la composizione prevalente è di diossido di carbonio, gli acidi presenti nell'atmosfera (soprattutto solforico) corroderebbero in pochissimo tempo qualsiasi protezione metallica d'un modulo di atterraggio (dimensione 627 x 480 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Superficie di Venere: 36 KB

Vulcano di Venere: 35 KB    

Immagine 19 (a sinistra) - Un cratere da impatto visto da un'angolatura intermedia, con al centro la montagna formatasi per il rinculo dell'onda d'urto dell'impatto; inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 632 x 480 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 20 (a destra) - Un vulcano a "scudo" con il suo complesso sistema di fiumi di lava che solcano la superficie circostante (dimensione 493 x 477 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Per vedere un altro vulcano cliccate qui (42 KB) (dimensione 468 x 623 pixel
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Vulcano: 31 KB

Superficie di Venere: 146 KB    

Immagine 21 (a sinistra) - La superficie in bianco e nero ripresa dal radar della sonda Magellan; si vedono formazioni di varie tipologie, tra le quali vulcani, colate laviche, crateri d'impatto, faglie crostali . L'immagine copre una regione piuttosto vasta, con le strutture circolari che vanno da una dimensione di 50 ad una di 230 km. Dal vulcano centrale si dipartono una serie di fratture crostali; inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 1024 x 1024 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 22 (a destra) - Ecco come appare la superficie simulata dalle riprese radar della Magellan (dimensione 627 x 468 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

   
Superficie di Venere: 33 KB

Superficie di Venere: 54 KB    

Immagine 23 (a sinistra) - "Fiume" di lava; ripresa ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 433 x 639 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 24 (a destra) - La ripresa radar della Magellan qui inquadrò uno dei vulcani che solcano la superficie di Venere (dimensione 468 x 577 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Per vedere un altro vulcano, ripreso con due angolazioni della luce che lo illumina, cliccate qui (40 KB) (dimensione 463 x 533 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Superficie di Venere: 57 KB

La superficie fratturata di Venere: 49 KB    

Immagine 25 (a sinistra) - La superficie di Venere ricostruita dalle misure radar della sonda Magellan: vi si vedono caldere vulcaniche, pancakes e fratture tettoniche; data la temperatura, la pressione al suolo e la composizione dell'atmosfera è assolutamente preclusa ogni forma di vita di tipo terrestre (dimensione 615 x 480 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 26 (a destra) - Un'altra immagine radar del pianeta inquadrato dalla sonda Magellan: vi si osserva un complesso sistema di fratture tettoniche e antiche colate laviche (dimensione 460 x 479 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Saturno ripreso da Cassini: 34 KB

Vulcano di Venere: 35 KB    

Immagine 27 (a sinistra) - Le particelle di colore chiaro emesse dal vulcano sono state sospinte dai deboli venti presso la superficie di Venere lungo la direzione di dispersione; inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 498 x 463 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 28 (a destra) - La ripresa radar inquadrò un complesso sistema di fiumi di lava solidificati che solcano la superficie (dimensione 639 x 455 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Colate di lava: 73 KB

Superficie di Venere: 30 KB    

Immagine 29 (a sinistra) - Zona ricoperta da successive colate di lava; inquadratura ricostruita in base alle misure radar della sonda Magellan (dimensione 473 x 463 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

Immagine 30 (a destra) - Curiose formazioni chiamate "pancakes", in quanto assomigliano a quel particolare tipo di torta anglosassone: si trovano in molte zone della superficie di Venere; forse sono dovute a estrusioni di lava meno densa del normale (dimensione 516 x 480 pixel)
Image credit: NASA/JPL/Magellan

    Pancakes: 68 KB

Venus planisphere: 83 KB; click on the image to enlarge

   

Immagine 31 - Questo disegno mostra la superficie di Venere in base alle rilevazioni radar della sonda americana Magellan, che studiò il pianeta dal 1989 al 1993. Cosa troverà la sonda europea Venus Express? Dall'aprile 2006 cominceranno ad arrivare le prime immagini.

Cliccando l'immagine l'aprirete a 1200 x 1177 pixel.

Image credit: NASA/JPL/Magellan/ESA

Danilova crater: 178 KB; click on the image to enlarge

   

Immagine 32 - Lo studio della superficie di Venere da parte della sonda americana Magellan nel periodo maggio 1989 - ottobre 1994 ha portato un enorme ampliamento della nostra conoscenza del pianeta. L'immagine qui sopra, che riproduce il cratere Danilova, ne è un chiaro esempio. Ora ci si attende che la sonda europea Venus Express amplierà ancora di più la conoscenza e possa dare finalmente risposta sul perché il pianeta, come dimensione identica alla Terra e come struttura inizialmente simile, sia diventato quello che è oggigiorno.

Cliccando l'immagine l'aprirete a 880 x 1024 pixel.

Image credit: NASA/JPL/Magellan


La tabella qui sotto riporta la serie delle sonde Venera che hanno toccato la superficie del pianeta lasciandovi oggetti artificiali. Non sono però compresi oggetti come i paracadute e gli scudi termici. Dopo la tabella c'è una scheda per ogni missione che sono riuscito a rintracciare. Le informazioni che leggerete sono tratte da varie fonti, in particolare dai siti della NASA, oltre che da Wikipedia e altre fonti.


La tabella qui sotto riporta la serie delle sonde sovietiche Venera e Vega, oltre alle americane Pioneer Venus. Le informazioni che leggerete sono tratte da varie fonti, in particolare dai siti della NASA, da Wikipedia e da altre fonti.

Oggetto spaziale Nazio-
nalità
Lanciato Entrata in atmosfera Massa (kg) Breve descrizione della missione (per maggiori informazioni leggete le schede dopo la tabella) Coordinate atterraggio
Venera 1 URSS 12/02/1961 ========= 643,5 Andata persa il 19/02/1961, una settimana dopo il lancio da Baikonur. ============
Venera 2 URSS 12/11/1965 27/02/1966 963 Flyby ============
Venera 3 URSS 16/11/1965 01/03/1966 958 Probabilmente si è schiantata sul pianeta.  ?
Venera 4 URSS 12/06/1967 18/10/1967 1106 Venera 4 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (67-058B) per una missione di studio diretto dell'atmosfera. 19° N, 38° E
Venera 5 URSS 05/01/1969 16/05/1969 1130 Venera 5 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-001C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella spaziale era simile a quella del Venera 4, sebbene avesse un disegno più massiccio, e trasmise dati per 53 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 3° S, 18° E
Venera 6 URSS 10/01/1969 17/05/1969 1130 Venera 6 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-002C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella era simile alla Venera 4, sebbene avesse un disegno più massiccio come la 5, e trasmise dati per 51 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 5° S, 23° E
Venera 7 URSS 17/08/1970 15/12/1970 1180 Venera 7 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik per una missione che studiasse l'atmosfera e altri fenomeni del pianeta. Trasmise dati per 35 minuti a potenza normale (e 23 minuti a debole potenza) mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti. 5° S, 351° E
Venera 8 URSS 27/03/1972 22/07/1972 1180 Sopravvissuta per 50 minuti. 10° S, 335° E
Venera 9 URSS 08/06/1975 22/10/1975 2015 Sonda da 5 tonnellate di peso fu lanciata mediante un vettore Proton. Il sistema era attrezzata per l'atterraggio e così rinviò a terra le prime immagini (in bianco e nero) della superficie di Venere, dove il lander sopravvisse per 53 minuti prima di soccombere. 32° N, 291° E
Venera 10 URSS 14/06/1975 25/10/1975 2015 Si separò dall'orbiter il 23 ottobre, atterrando il 25 Ottobre 1975 alle ore 05:17 UTC, col sole praticamente allo zenit. Misurò la distribuzione di pressione e temperatura a varie altezze, fotografò il suolo e misurò la velocità del vento al suolo. 16° N, 291° E
Pioneer Venus
Bus + 4 probes
USA == 1978 290 ======== 37.9° S, 290.9° E
Pioneer Venus
Large probe
USA == 1978 300 ======== 4.4° N, 304.0° E
Pioneer Venus
Small probe-North
USA == 1978 90 ======== 59.3° N, 4.8° E
Pioneer Venus
Small probe-Day
USA == 1978 90 ======== 31.3° S, 317.0° E
Pioneer Venus
Small probe-Night
USA == 1978 90 ======== 28.7° S, 56.7° E
Venera 11 URSS 09/09/1978 25/12/1978 2015 Il suo modulo di discesa era stato disegnato per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nuvole e il bilanciamento termico dell'atmosfera. Sopravvisse operativamente per ben 95 minuti, ma purtroppo non ritrasmise immagini della superficie. 14° S, 299° E
Venera 12 URSS 14/09/1978 21/12/1978 2015 Il lander portava strumenti progettati per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nubi, il bilanciamento termico dell'atmosfera. La discesa durò circa un'ora e rimase operativo per 110 minuti. 7° S, 294° E
Venera 13 URSS 30/10/1981 01/03/1982 2015 Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. 7.5° S, 303° E
Venera 14 URSS 04/11/1981 05/03/1982 2015 Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini a colori della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. 13.25° S, 310° E
Venera 15 URSS 02/06/1983 10/10/1983 4000 Il suo orbiter, assieme a quello della Venera 16, furono posti in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra. In otto mesi mapparono l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km), fornendo una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale: questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. 8.5° S, 164.5° E
Venera 16 URSS 07/06/1983 14/10/1983 4000 Il suo orbiter, assieme a quello della Venera 15, furono posti in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra. In otto mesi mapparono l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km), fornendo una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale: questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. 8.5° S, 164.5° E
Vega 1 modulo di discesa URSS 15/12/1984 1985 2500 Fu lanciata nel 1985 per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni. 7.5° N, 177.7° E
Vega 2 modulo di discesa URSS 21/12/1984 1985 2500 Fu lanciata nel 1985 per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni. 8.5° S, 164.5° E

Di seguito leggerete delle note sulle missioni che hanno interessato il pianeta, tradotte da varie fonti, soprattutto da quelle presenti ni siti internet della National Aeronautics and Space Admonistration e di Wikipedia. Ringrazio queste e tutte le altre fonti originali. Nota: Venera, il nome delle sonde sovietiche, significa Venere (Venus in inglese) e sono una serie di sonde conosciute in occidente come Venusik; furono sviluppate in URSS espressamente per raccogliere dati su Venere.
Leggendo complessivamente i risultati raggiunti dagli orbiter e dai probes, la serie di sonde automatiche che è stata mandata sul pianeta ha raccolto un buon numero di dati, mentre le immagini dirette, specialmente se paragonate a quelle delle missioni marziane, non molto poche. Bisogna considerare però la difficoltà di un atterraggio morbido con paracadute in un'atmosfera così estrema come quella venusiana, dove le sonde che riescono a toccare il suolo funzionano solo per un'ora o poco più. Discorso diverso è la mappatura radar in alta risoluzione, svolta egregiamente all'inizio del decennio scorso dalla sonda Magellan. Altre sonde hanno fatto mappature ma, in attesa della Venus Express, questo è stato il lavoro più completo. Venere si può mappare anche dalla Terra, ma la risoluzione è decisamente inferiore che non facendola con una sonda in orbita planetaria.

1VA (pre-Venera) - Flyby - lanciata il 4 Febbraio 1961 : Fallita l'entrata in orbita terrestre.
1VA (proto-Venera) - Flyby - launched February 4, 1961 : Failed to leave earth orbit.

Venera 1 - Flyby - lanciata il 12 Febbraio 1961 : Comunicazioni perdute nel viaggio per Venere.
Venera 1 - Flyby - launched February 12, 1961 : Communications lost en route to Venus.

Venera 2 - Flyby - lanciata il 12 Novembre 1965 : Comunicazioni perse appena prima dell'arrivo.
Venera 2 - Flyby - launched November 12, 1965 : Communications lost just before arival

Venera 3 - Atmospheric Probe - lanciata il 16 November 1965 : Comunicazioni perse appena prima l'entrata nell'atmosfera. Questo fu il primo oggetto costruito dall'uomo ad atterrare su un altro pianeta nel Marzo 1966 (impatto). Probabile regione d'atterraggio : da -20° a 20° N, da 60° a 80° Est. I Venera probes da 3 a 6 furono simili. Pesavano approssimativamente una tonnellata e furono lanciati da un razzo del tipo Molniya, il quale include un (razzo) "bus" da crociera e una sonda sferica che entra nell'atmosfera. La sonda fu ottimizzata per misurazioni atmosferiche e non fu equipaggiata con nessun speciale apparato di atterraggio, sebbene ci fosse la speranza che essa potesse raggiungere la superficie ancora funzionante. Il bus penetrò l'atmosfera con la sonda d'entrata e bruciò. Le sonde trasmisero direttamente alla Terra.
Venera 3 - Atmospheric Probe - launched November 16, 1965 : Communications lost just before atmospheric entry. This was the first manmade object to land on another planet on March 1966 (crash). Probable landing region : -20º to 20º N, 60º to 80º E. The Venera 3 to 6 probes were similar. Weighing approximately one ton and launched by the Molniya type booster rocket, they included a cruise "bus" and a spherical atmospheric entry probe. The probe was optimised for atmospheric measurements and not equipped with any special landing apparatus, although it was hoped they would reach the surface still functioning. The bus entered the atmosphere with the entry probe and burned up. The probes transmitted directly to Earth.

Kosmos 96/Venera 4 - Sonda atmosferica - lanciata il 23 Novembre 1965: fallì l'entrata in orbita terrestre e rientrato nell'atmosfera. Creduto da alcuni ricercatori fosse precipitato vicino Kecksburg, in Pennsylvania il 9 Dicembre 1965, un evento il quale si sarebbe fatto conoscere come l' "Incidente Kecksburg" tra i ricercatori UFO. Tutte le sonde spaziali sovietiche che non raggiungono l'orbita terrestre sono rinominate come consuetudine "Kosmos" indifferentemente dagli intendimenti della missione della sonda.
Kosmos 96/Venera 4 - Atmospheric Probe - launched November 23, 1965 : Failed to leave Earth orbit, and reentered the atmosphere. Believed by some researchers to have crashed near Kecksburg, Pennsylvania on December 9, 1965, an event which became known as the "Kecksburg Incident" among UFO researchers. All Soviet spacecraft that never left Earth orbit were customarily renamed "Kosmos" regardless of the craft's intended mission.

Venera 4 - Sonda atmosferica - lanciata il 12 giugno 1967 e arrivata il 18 Ottobre 1967: fu la prima sonda a entrare nell'atmosfera di un altro pianeta e a rimandare dati. Sebbene essa non trasmise dalla superficie, questa fu la prima trasmissione interplanetaria di qualunque sonda. Entrando nell'atmosfera venusiana liberò due termometri, un barometro, un radioaltimetro, un misuratore della densità atmosferica, 11 analizzatori di gas e due trasmittenti operanti nella banda (lunghezza d'onda) DM. Il veicolo principale (bus), il quale trasportò le capsule sino Venere, includeva un magnetometro, un rilevatore di raggi cosmici, un indicatore della presenza di idrogeno e ossigeno, una trappola di particelle cariche. Dopo l'entrata nell'atmosfera liberò il sistema di paracaduti quando raggiunse un'altezza di 24,96 km. Atterrò in qualche posto vicino alla latitudine 19° N e longitudine 38° E.
Venera 4 - Atmospheric Probe - launched June 12, 1967 : Arrived October 18, 1967 and was the first probe to enter another planet's atmosphere and return data. Although it did not transmit from the surface, this was the first interplanetary broadcast of any probe. Landed somewhere near latitude 19° N, longitude 38° E.

Venera 5 - Sonda atmosferica - lanciata il 5 Gennaio 1969 e arrivata il 16 Maggio 1969: quando la sonda entrò nell'atmosfera, una capsula pesante 405 kg, e contenente strumentazione scientifica, fu eiettata dalla navicella principale. Durante la discesa verso la superficie, un paracadute si aprì e la velocità di discesa rallentò molto. Per 53 minuti, mentre la capsula era sospesa ai paracaduti, rimandò a terra i dati atmosferici prima che venisse distrutta dalla pressione prima dei 26 km dalla superficie (di altezza). La navicella spaziale portò con sé nella faccia oscura di Venere un medaglione indossato sulla divisa militare sovietica e un bassorilievo di V.I. Lenin. Atterrò a(lle coordinate) 3° S, 18° E.
Venera 5 - Atmospheric Probe - launched January 5, 1969 : Arrived May 16, 1969 and successfully returned atmospheric data before being crushed by pressure within 26km of the surface. Landed at 3° S, 18° E.

Venera 6 - Sonda atmosferica - lanciata il 10 Gennaio 1969 e arrivata il 17 Maggio 1969: quando la sonda entrò nell'atmosfera, una capsula pesante 405 kg, e contenente strumentazione scientifica, fu eiettata dalla navicella principale. Durante la discesa verso la superficie, un paracadute si aprì e la velocità di discesa rallentò molto. Per 51 minuti, mentre la capsula era sospesa ai paracaduti, rimandò a terra i dati atmosferici. La navicella spaziale portò con sé nella faccia oscura di Venere un medaglione indossato sulla divisa militare sovietica e un bassorilievo di V.I. Lenin. Atterrò a(lle coordinate) 5° S, 23° E.
Venera 6 - Atmospheric Probe - launched January 10, 1969 : Arrived May 17, 1969 and successfully returned atmospheric data before being crushed by pressure within 11km of the surface. Landed at 5° S, 23° E.

Venera 7 - Lander (veicolo d'atterraggio) - lanciata il 17 Agosto 1970 e arrivata il 15 Decembre 1970: dopo l'aerofrenata si aprì il sistema dei paracaduti. Fu la prima sonda spaziale di un altro pianeta atterrata con successo e subito dopo fu estratta l'antenna per inviare la prima trasmissione radio dalla superficie d'un altro pianeta. Essa inviò un segnale radio a potenza normale per 35 minuti, oltre che uno debolissimo per altri 23 minuti, prima di soccombere al calore e alla pressione. Atterrò a(lle coordinate) 5° S, 351° E.
La sonda Venera 7 fu inizialmente disegnata per sopportare le tremende condizioni presenti sulla superficie di Venere e per fare un atterraggio morbido. L'obiettivo scientifico della missione era limitato anche per un'insufficienza del quadro di comando, sebbene il controllo riuscisse nella compensazione dei dati di pressione e temperatura, i quali risultarono la prima misura diretta dalla superficie. Le misurazioni doppler delle sonde Venera 4, 5, 6, 7 furono le prime a evidenziare l'esistenza di venti zonali ad alta velocità (superiore a 100 m/s) nell'atmosfera venusiana, ora conosciuta come superrotazione.
Venera 7 - Lander - launched August 17, 1970 : Arrived December 15, 1970, was the first successful landing of a spacecraft on another planet and survived for 23 minutes before succumbing to the heat and pressure. This was the first broadcast from another planet's surface. Landed at 5° S, 351° E.

Venera 8 - Lander - lanciata il 27 Marzo 1972, arrivò il 22 luglio 1972 e sopravvisse per 50 minuti prima di soccombere al calore e alla pressione (della superficie). Atterrata all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 10.70° S, 335.25° E.
La Venera 8 fu equipaggiata con un set strumentale scientifico più completo per studiare la superficie (con un gamma-spettromentro e altro). Il veicolo di crociera delle Venera 7 e 8 era simile, con un design che derivava dalla missione Zond 3.
Venera 8 - Lander - launched March 27, 1972 : Arrived July 22, 1972 and survived for 50 minutes before succumbing to the heat and pressure. Landed within a 150 km radius of 10.70° S, 335.25° E.

Venera 9 - Orbiter e Lander - Sonda da 5 tonnellate di peso, fu lanciata mediante un vettore Proton l'8 Giugno 1975; la navicella si separò dall'orbiter il 20 Ottobre 1975, e atterrò il 22 Ottobre 1975 alle ore 05:13 UTC, col sole quasi allo zenit. Essa disponeva di un circuito di raffreddamento a fluido per smaltire il forte calore e, durante la discesa, due gusci protettivi semisferici, tre paracaduti, un freno di resistenza a forma di disco e un ammortizzatore d'atterraggio metallico, compressibile e a forma di ciambella permisero alla sonda di giungere integra al suolo. Il sistema poté così rinviare indietro le prime immagini (in bianco e nero) della superficie di Venere, dove il lander sopravvisse per 53 minuti prima di soccombere per il calore e la pressione (al suolo).
Atterrò all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 31.01° N, 291.64° E, circa a 2.220 km di distanza da dove sarebbe atterrata la gemella Venera 10.
I risultati preliminari indicarono:
(A) nubi spesse 30-40 km con la base a 30-35 km d'altezza;
(B) i costituenti atmosferici includevano HCl, HF, Br e I;
(C) una pressione superficiale di circa 90 atmosfere (terrestri);
(D) una temperatura superficiale di 485 °C;
(E) livelli di luce comparabile come quelli terrestri alle medie latitudino in una giornata nuvolosa estiva;
(F) le fotografie TV mostrarono ombre, apparentemente niente polveri nell'aria e una varietà di rocce da 30-40 cm di dimensione le quali non apparivano erose.
Venera 9 - Orbiter and Lander - launched June 8, 1975 : Arrived October 22, 1975, sent back the first (black and white) images of Venus' surface while the lander survived 53 minutes before succumbing to the heat and pressure. Landed within a 150km radius of 31.01° N, 291.64° E. The Venera 9 to 14 probes were of a different design. Venera 9 landerThey weighed approximately five tons and were launched by the powerful Proton booster. They included a transfer and relay bus that had engines to brake into Venus orbit (Venera 9 and 10, 15 and 16) and to serve as receiver and relay for the entry probe's transmissions. The entry probe was attached to the top of the bus in a spherical heat shield. The probes were optimized for surface operations with an unusual looking design that included a spherical compartment to protect electronics from atmospheric pressure and heat for as long as possible. Beneath this was a shock absorbing "crush ring" for landing. Above the pressure sphere were a cylindrical antenna structure and a wide dish shaped structure that resembles an antenna but is actually an aerobrake. They were designed to operate on the surface for a minimum of 30 minutes. Instruments varied on different missions, but included cameras and atmospheric and soil analysis equipment. The Venera 9 and 10 landers had two cameras each. Only one functioned because the lens covers failed to separate from the second camera on each lander. The design was changed for Veneras 11 and 12, but this made the problem worse and all cameras failed on those missions. Veneras 13 and 14 were the only landers on which all cameras worked properly. The external link at the bottom of the page shows all lander imagery.

Venera 10 - Orbiter e Lander - lanciata il 14 Giugno 1975, si separò dall'orbiter il 23 ottobre, atterrando il 25 Ottobre 1975 alle ore 05:17 UTC, col sole praticamente allo zenit. Anch'essa disponeva d'un circuito di raffreddamento a fluido per smaltire il forte calore, il quale fu azionato prima dell'ingresso nell'atmosfera, permettendo al lander di sopravvivere ben 65 minuti dopo l'atterraggio, prima di soccombere per il calore e la pressione. Anch'essa, come la Venera 9, disponeva di due gusci protettivi semisferici, con dentro i tre paracaduti, poi (più internamente) d'un freno di resistenza a forma di disco ed un ammortizzatore d'atterraggio metallico, compressibile e a forma di ciambella, i quali permisero alla sonda di giungere integra al suolo.
Atterrò all'interno di un raggio di 150 km da(lle coordinate) 15.42° N, 291.51° E, circa a 2.220 km di distanza da dove sarebbe atterrata la gemella Venera 9.
I risultati preliminari indicarono:
(A) come profilo d'altitudine (in km) con la pressione (in atmosfere terrestri) e la temperatura (in gradi Celsius) i seguenti valori: a 42 km di quota / 3.3 atm / 158 °C, a 15 km di quota / 37 atm / 363 °C e 0 km (livello del suolo) / 92 atm / 465 °C;
(B) le fotografie TV mostrarono larghe rocce a forma di pancake (un largo dolce a forma di focaccia) con lava e altre rocce soggette a fenomeni atmosferici;
(C) un vento in superficie con velocità di 3,5 m/s (12,6 km/h).
Venera 10 - Orbiter and Lander - launched June 14, 1975 : Arrived October 25, 1975, the lander surviving 65 minutes before succumbing to the heat and pressure. Landed within a 150 km radius of 15.42° N, 291.51° E.

Venera 11 - Flyby e Lander - lanciata il 9 Settembre 1978 alle 03:25:39 UTC, il suo modulo di discesa era stato disegnato per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nuvole e il bilanciamento termico dell'atmosfera. Il lander si separò dalla navicella madre (piattaforma di volo) il 23 Dicembre 1978 e, entrando nell'atmosfera a 11,2 km/s, il 25 dicembre 1978 alle 08:24 UTC effettuò un atterraggio morbido sulla superficie alle dopo una discesa negli spessi strati atmosferici durata approssimativamente un'ora. Durante questo intervallo di tempo essa effettuò una prima aerofrenata, poi si aprirono i paracaduti che terminarono la frenata atmosferica, permettendo alla sonda di effettuare il touchdown (toccare il suolo) a una velocità di 7-8 m/s (corrispondenti a 25-29 km/h). Le informazioni al suolo furono trasmesse alla piattaforma in volo, la quale le ritrasmise alla Terra. Il lander sopravvisse ben 95 minuti, ma purtroppo il sistema video fallì (NdT: cioé non trasmise) le immagini a terra. Atterrò a(lle coordinate) 14° S 299° E.
Venera 11 - Flyby and Lander - launched September 9, 1978 : Arrived December 25, 1978, the lander survived for 95 minutes; however the imaging systems had failed. Landed at 14° S 299° E.

Venera 12 - Flyby e Lander - lanciata il 14 Settembre 1978 alle 02:25:13 UTC, il modulo di discesa si separò dalla piattaforma di volo il 19 dicembre 1978. Esso portava gli stessi strumenti della missione Venera 11, progettati per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nubi, il bilanciamento termico dell'atmosfera. Il lander entrò nell'atmosfera a 11,2 km/s il 21 dicembre 1978 ed effettuò un atterraggio morbido sulla superficie alle 08:30 UTC dopo una discesa negli spessi strati atmosferici durata approssimativamente un'ora. Durante questo intervallo di tempo essa effettuò una prima aerofrenata, poi si aprirono i paracaduti che terminarono la frenata atmosferica, permettendo alla sonda di effettuare il touchdown (toccare il suolo) a una velocità di 7-8 m/s (corrispondenti a 25-29 km/h). Trasmise i suoi dati alla piattaforma in volo per ben 110 minuti dopo il touchdown, sino a che essa si allontanò troppo ed uscì dalla portata di trasmissione della sonda. Il lander registrò che cosa è considerato luminoso, fornendo una prima scala di luminosità. Atterrò a(lle coordinate) 7° S 294° E.
Venera 12 - Flyby and Lander - launched September 14, 1978 : Arrived December 21, 1978, the lander surviving for 110 minutes and recorded what is thought to be lightning. Landed at 7° S 294° E.

Venera 13 - Flyby e Lander - Le Venera 13 e Venera 14 furono una coppia di sonde identiche per l'esplorazione di Venere, avvantaggiandosi in questo modo dell'opportunità offerta dalla finestra di lancio del 1981 e risparmiando così molto nel costo complessivo per il fatto che il progetto era il medesimo. Partirono a cinque giorni di distanza l'una dall'altra, la Venera 13 il 30 ottobre 1981 alle 06:04:00 UTC e la Venera 14 il 4 novembre 1981 alle 05:31:00 UTC, ciascuna di esse con una massa di 760 Kg. Ciascuna missione consisteva di un "bus" (veicolo per il percorso interplanetario) al quale era unita la navicella di discesa (che avrebbe attraversato l'atmosfera e sarebbe atterrata al suolo). Il lander, cioé la navicella di discesa, portava un contenitore a pressione sigillato ermeticamente, mentre molta della strumentazione e dell'elettronica erano montati sulla piattaforma di atterraggio di forma circolare, il tutto sormontato dall'antenna di trasmissione che provvedeva al collegamento col bus, il quale a sua volta faceva da relay (effettuava un ponte radio) verso la Terra. Il design della sonda era simile a quello dei lander Venera 9-12 e portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini della superficie, un penetrometro dinamico caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie.
Dopo quattro mesi di tragitto verso Venere, il veicolo di discesa si separò dal "bus" e s'immerse nell'atmosfera venusiana, Venera 13 il 1° marzo 1982, mentre Venera 14 lo fece il 5 marzo 1982. Dopo l'ingresso nell'atmosfera il paracadute fu aperto, quello di Venera 13 il 1° marzo 1982 e quello di Venera 14 il 5 marzo 1982. A un'altitudine di 50 km il paracadute fu rilasciato e una semplice aerofrenata fu usata per il resto del tragitto verso la superficie. La sonda sopravvisse per ben 2h 7m (127 m) in un ambiente circostante posto alla temperatura di 457°C e con una pressione di 84 atmosfere terrestri (corrispondenti a 8,5 MPa), anche se in fase progettuale si era stimata una sopravvivenza di soli 32 minuti.
Venera 13 fu la prima sonda mandare immagini a colori della superficie del pianeta e a registrare un suono su un altro pianeta. La sonda Huygens fu la seconda (su Titano, satellite di Saturno). Venera 13 atterrò a(lle coordinate) 7° 30' S, 303°, appena a est della parte esterna dell'elevata regione conosciuta come Phoebe Regio, a 950 km dalla Venera 14. L'area era composta da un affioramento di rocce nuove circondato da un suolo scuro, a grana fine. Dopo l'atterraggio una camera prese immagini del panorama e un trapanatore meccanico si estese verso la superficie prelevandone un campione, il quale fu depositato in una camera chiusa ermeticamente, mantenuto ad una temperatura di 30°C a una pressione di 0,05 atmosfere terrestri (corrispondenti a 5 kPa). La composizione del campione fu determinata mediante uno spettromentro a fluerescenza X, classificandolo come una roccia del tipo basalto di leucite (gabbro alcalino melanocratico debolmente differenziato?) Atterrò a(lle coordinate) 7.5° S, 303° E
Venera 13 - Flyby and Lander - launched October 30, 1981 : Arrived March 1, 1982, returned the first colour images of Venus' surface and discovered leucite basalt in a soil sample using a spectrometer. Landed at 7.5° S, 303° E

Venera 14 - Flyby e Lander - lanciata il 14 Novembre 1981, dopo quattro mesi di tragitto verso Venere, il veicolo di discesa si separò dal "bus" e s'immerse nell'atmosfera venusiana il 5 marzo 1982. Dopo l'ingresso nell'atmosfera il paracadute fu aperto; a un'altitudine di 50 km il paracadute fu rilasciato e una semplice aerofrenata fu usata per il resto del tragitto verso la superficie. Portava strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander utilizzava una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo", uno spettrometro a fluorescenza X, un trapano campionatore della superficie, un penetrometro dinamico e un sismometro per condurre investigazioni sulla superficie. Entrambi i lander erano dotati di videocamere per prendere immagini della superficie e un dispositivo caricato a molla per misurare la compressibilità del suolo. La camera con finestra di quarzo era coperta da un cappuccio di lenti le quali scoppiavano all'esterno dopo la discesa (NdT: per liberare l'obbiettivo).
Venera 14 atterrò a circa 950 km a sudovest di Venera 13, presso il fianco esterno di Phoebe Regio, alle coordinate 13° 15' S, 310° E, un terreno basaltico toleitico. La composizione del campione fu determinata mediante spettroscopia a fluorescenza X, la quale mostrò che il terreno era simile al fondo dei crimali medio-oceanici della Terra. Il lander sopravvisse per 57 minuti in un ambiente con una tempreratura di 465 °C e una pressione di 94 atmosfere terrestri (cirrispondenti a 9,5 MPa).
Venera 14 - Flyby and Lander - launched November 14, 1981 : Arrived March 5, 1982, a soil sample revealed tholeiitic basalt (similar to that found on Earth's mid-ocean ridges). Landed at 13.25° S, 310° E.

Venera 15 - Orbiter - lanciata il 2 Giugno 1983 ed arrivata il 10 Ottobre 1983; con la Venera 16 mappò l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km).
Le due sonde erano virtualmente identiche, come l'intera serie delle Venera (dalla 9 alla 14) era simile nella sua base strutturale mentre, in base alla specifica missione, il team costruttivo operava un cambiamento minimo, di solito relativo alla sola strumentazione. Nel caso delle Venera 15 e 16 la sonda in discesa fu rimpiazzata con l'equipaggiamento d'un radar ad apertura sintetica (SAR), sintonizzato nella banda radio degli 8 centimetri, e d'un radio altimetro. Questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. Le due navicelle gemelle furono poste in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra: fu scelta questa opzione per poter reinquadrare un'area se necessario. In otto mesi mapparono l'intera superficie loro assegnata e fornirono una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale.
Venera 15 - Orbiter - launched June 7, 1983 : Arrived October 14, 1983 and mapped (along with Venera 15) the northern hemisphere down to 30 degrees from North (resolution 1-2km)

Venera 16 - Orbiter - lanciata il 7 Giugno 1983 ed arrivata il 14 Ottobre 1983; con la Venera 15 mappò l'emisfero settentrionale del pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km).
Le due sonde erano virtualmente identiche, come l'intera serie delle Venera (dalla 9 alla 14) era simile nella sua base strutturale mentre, in base alla specifica missione, il team costruttivo operava un cambiamento minimo, di solito relativo alla sola strumentazione. Nel caso delle Venera 15 e 16 la sonda in discesa fu rimpiazzata con l'equipaggiamento d'un radar ad apertura sintetica (SAR), sintonizzato nella banda radio degli 8 centimetri, e d'un radio altimetro. Questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala. Le due navicelle gemelle furono poste in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra: fu scelta questa opzione per poter reinquadrare un'area se necessario. In otto mesi mapparono l'intera superficie loro assegnata e fornirono una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale.
Nel giugno 1984 Venere passò in congiunzione superiore al Sole, cioé transitò dietro al Sole rispetto alla Terra. Non era possibile nessuna trasmissione, tanto in quel momento per mappare le aree non ancora fatte l'orbita della Venera 16 era ruotata indietro di 20° e fu persa durante questo periodo.
Venera 16 - Orbiter - launched June 7, 1983 : Arrived October 14, 1983 and mapped (along with Venera 15) the northern hemisphere down to 30 degrees from North (resolution 1-2 km)

Strumentazione delle Venera 15 e 16

Radar ad Aperture Sintetica (SAR)
Il sistema radar ad apertura sintetica (SAR) delle Venera 15 e 16 era identico, e fu usato per mappare la superficie di Venere a una risoluzione compresa tra 1 e 2 km (da 0,6 a 1,2 miglia) lungo un periodo di 8 mesi. Il radar è necessario per mappare la superficie di Venere perché il pianeta è coperto da uno strato ininterrotto di spesse nubi. Il radar osservava di lato (con un angolo di 10°) e funziona nella banda di lunghezze d'onda degli 8 centimetri. Il sistema del radar consisteva di un'antenna del diametro di 6 metri con davanti un'antenna parabolica "a piatto" da 1,4 metri di diametro collegata ad un trasmettitore, compreso un modulatore di fase e l'oscillatore principale, e di una ricevente collegata all'elettronica e alla memoria dell'amplificatore.
La ricevente e il trasmettitore sono fatti funzionare e coordinare dal computer di bordo. Tutti i componenti del SAR, tranne l'antenna parabolica, sono condivisi dal radio altimetro. Il sistema lavora per cicli fra l'antenna SAR e l'antenna del radio altimetro ogni 0,3 secondi. Nel modo SAR, l'antenna trasmetterebbe una sequenza di 127 impulsi, ciascuna della durata di 1,54 microsecondi. Dopo la trasmissione, l'antenna viene commutata in (modalità) ricevente, la quale registra la riflessione degli impulsi del radar dalla superficie per un periodo di 3,9 millisecondi.
Dopo l'elaborazione a bordo con un sistema di controllo automatico digitale di guadagno, i risultati sono immagazzinati in una memoria ausiliaria fino a che l'immagine del radar viene completata. Ogni immagine del radar (una per l'orbita) copre una striscia della superficie di circa 120 chilometri in larghezza e 7.500 chilometri di lunghezza ed prende circa 16 minuti di tracciato. I dati allora sono trasferiti all'unità di immagazzinaggio dei dati digitali a bordo affinchè nella trasmissione successiva (siano spediti) a Terra. Le ampiezze dei segnali riflessi vengono processate (elaborate) sulla Terra per correggere gli effetti atmosferici, geometrici ed orbitali e darci (così) le immagini che rappresentano il pendio, la rugosità e l'emissività della superficie di Venere.
Synthetic Aperture Radar
The Venera 15 and 16 synthetic aperture radar (SAR) systems were identical, and were used to map the surface of Venus at a resolution of 1 to 2 kilometers (.6 to 1.2 miles) over a period of 8 months. Radar is necessary for Venus surface mapping because the planet is covered by an unbroken layer of thick clouds. The radar was side-looking (at an angle of 10°) and operated at a wavelength band of 8 centimeters. The radar system consisted of a 6-meter (20-foot) diameter by 1.4-meter (4.6-foot) parabolic dish antenna connected to a transmitter, including a master oscillator and phase modulator, and a receiver linked to electronics and a buffer memory. The receiver and transmitter were run and coordinated by an on-board computer. All the components of the SAR except for the dish antenna were shared by the radio altimeter. The system would cycle between the SAR antenna and the radio altimeter antenna every 0.3 seconds.
In SAR mode, the antenna would transmit a code sequence of 127 pulses, each of duration 1.54 microseconds. After transmission, the antenna was switched to the receiver, which recorded the reflection of the radar pulses from the surface over a period of 3.9 msec. After on-board processing with a digital automatic gain control system, the results were stored in a memory buffer until the radar picture was completed. Each radar picture (one per orbit) covered a strip of surface about 120 kilometers (75 miles) in width and 7,500 kilometers (4,660 miles) in length and took about 16 minutes of mapping. The data were then transferred to the on-board digital data storage unit for later transmission to Earth. The amplitudes of the reflected signals were processed on Earth to correct for atmospheric, geometric, and orbital effects and give images representing the slope, roughness, and emissivity of the surface of Venus.

Le sonde spaziali Venera erano in orbite polari di Venere (con periodo di) 24 ore circa, con un'abside di 1.000 chilometri sopra il polo nord. Il tracciato del radar comincerebbe tipicamente ad una latitudine di 80° dal lato del polo e continuerebbe sopra il polo giù sino ad una latitudine di 30° Nord. Durante l'orbita, Venere ruoterebbe sul suo asse di 1.5°, in modo che il tracciato seguente comincerebbe parzialmente sovrapposto al precedente. Il tracciato prosegue per una rotazione completa di Venere e ha riguardato 115 milioni di chilometri quadrati, circa 25 per cento della superficie di Venere.
The Venera spacecraft were in 24-hour polar orbits about Venus, with an apsis of 1,000 kilometers (62 miles) above the north pole. The radar mapping would typically begin at a latitude of 80° on the approach side of the pole and continue over the pole down to a latitude of 30° N. During the orbit, Venus would rotate on its axis by 1.5°, so the next mapping run would partially overlap the last. Mapping continued through one complete rotation of Venus, and covered 115 million square kilometers (44 million miles), about 25 percent of the surface of Venus.

Radio altimetro
I sistemi radar (radio) altimetri di Venera 15 e 16 erano identici e sono stati usati per determinare la topografia della superficie di Venere dal polo nord sino circa alla latitudine 30° nord. L'altimetro è stato diretto verticalmente verso il basso ed operava nella banda di lunghezza d'onda degli 8 centimetri. Il sistema del radio altimetro consisteva di un'antenna parabolica a disco da un metro di diametro collegata a un trasmettitore, compreso un modulatore principale e un oscillatore di fase, e una ricevente collegata all'elettronica e alla memoria ausiliaria. Il ricevitore e il trasmettitore sono stati fatti funzionare e coordinati dal computer di bordo. Tutti i componenti dell'altimetro, tranne l'antenna a disco, sono condivisi dal radar ad apertura sintetica (SAR). Il sistema fa un ciclo fra l'antenna dell'altimetro e l'antenna SAR ogni 0,3 secondi.
In modalità altimetro, l'antenna trasmetterebbe una sequenza codice di 31 impulsi, ciascuno della durata 1,54 microsecondi. Dopo la trasmissione, l'antenna viene commutata in ricezione, la quale registra la riflessione degli impulsi del radar dalla superficie per un periodo di 0,67 millisecondi. Dopo che a bordo sono elaborati, i risultati sono immagazzinati in una memoria ausiliaria fino a che l'orbita viene completata. I dati sono allora trasferiti all'unità a bordo di immagazzinamento dei dati digitali per la successiva trasmissione a Terra. I dati sono processati sulla Terra per correggere gli effetti atmosferico, geometrico e orbitale e dare le altitudini della superficie di Venere.
Radio Altimeter The Venera 15 and 16 radar (radio) altimeter systems were identical, and were used to determine the topography of the surface of Venus from the north pole down to about 30°N latitude. The altimeter was directed vertically downward and operated at a wavelength band of 8 centimeters (3 inches). The radar altimeter system consisted of a 1-meter (3-foot) diameter parabolic dish antenna connected to a transmitter, including a master oscillator and phase modulator, and a receiver linked to electronics and a buffer memory. The receiver and transmitter were run and coordinated by an on-board computer. All the components of the altimeter except for the dish antenna were shared by the synthetic aperture radar (SAR) mapper. The system would cycle between the altimeter antenna and the SAR antenna every 0.3 seconds.
In altimeter mode, the antenna would transmit a code sequence of 31 pulses, each of duration 1.54 microseconds. After transmission, the antenna was switched to the receiver, which recorded the reflection of the radar pulses from the surface over a period of 0.67 msec. After on-board processing the results were stored in a memory buffer until the orbit was completed. The data were then transferred to the on-board digital data storage unit for later transmission to Earth. The data were processed on Earth to correct for atmospheric, geometric, and orbital effects and give altitudes of the Venus surface.

Le misurazioni altimetriche sono state effettuate ogni 2,5 chilometri lungo il percorso di volo ed hanno avuto una risoluzione verticale di 230 metri. Durante l'orbita, Venere ruoterebbe sul suo asse di 1.5°, in modo che il successivo percordo altimetrico sia parzialmente sovrapposto al precedente. Le misure sono continuate per una rotazione completa di Venere e hanno riguardato 115 milioni di chilometri quadrati, circa 25% della superficie.
Altimetry measurements were made every 2.5 kilometers (1.5 miles) along the flight path, and had a vertical resolution of 230 meters (755 feet). During the orbit, Venus would rotate on its axis by 1.5°, so the next altimetry run would partially overlap the last. Measurements continued through one complete rotation of Venus, and covered 115 million square kilometers (44 million miles), about 25% of the surface.

Vega 1 e 2 - Le sonde Vega furono lanciate il 15/12/1984 alle 09:16:24 UTC (Vega 1) e il 21/12/1984 alle 09:13:52 UTC (Vega 2) per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i quali rimandarono i dati per circa due giorni.
Vega 1 e 2 - The Vega probes to Venus and comet Halley launched in 1985 also used this basic Venera design, including landers but also atmospheric balloons which relayed data for about two days.


Il 9 novembre 2005 è decollata la sonda interplanetaria Venus Express, realizzata dall'European Space Agency, la quale raggiungerà Venere l'11 aprile 2006. La conoscenza scientifica del pianeta è ferma all'inizio degli anni novanta del secolo scorso, quando fu esplorato dalla sonda Magellan della NASA; dalla Venus Express ci si attende un miglioramento della conoscenza paragonabile a quello avvenuto con lo studio di Marte da parte della Mars Express.
Per leggere le pagine dedicate alla progettazione e sviluppo della Venus Express, all'integrazione dei sistemi della navicella, alla sua integrazione col razzo vettore Soyuz e col terzo vettore Fregat, al loro lancio, oltre che per vedere tante altre immagini cliccate qui.

La sonda europea Venus Express è entrata regolarmente in orbita attorno al pianeta l'11 aprile 2006 ed ha iniziato la sua missione esplorativa. Nel primo periodo il team di controllo effettuerà la regolarizzazione dell'orbita della sonda, inizierà la procedura di calibrazione degli strumenti e prenderà le prime immagini del pianeta. Quando tutto sarà a posto inizierà la presa dei dati (immagini e misure) e così si procederà per tutto il tempo di vita operativa della Venus Express. Dato che prevedo che la missione produrrà una grande mole di immagini e dati, queste saranno inserite in una nuova pagina, come ho già fatto per la missione Cassini-Huygens che sta esplorando il sistema di Saturno.
Per accedere alla pagina delle immagini della missione Venus Express, cliccate venere01.htm.


Bibliografia: varie fonti ESA, NASA (tra le quali quella del sito ufficiale della sonda Magellan), History of Space Exploration, Viaggio nel Cosmo, Wikipedia e altre.

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Nel sito internet di Wikipedia c'è una pagina dedicata alle sonde spaziali che hanno esplorato il pianeta Venere.

Immagine 1: Copyright © di NASA/JPL
Immagine 7: Copyright © 1982 dell'Agenzia Spaziale Sovietica (ex URSS)
Immagine 11: Copyright © 1986? di NASA/JPL
Immagine 12: Copyright © 1988 della NASA/JPL
Immagini 4, 8, 9, 10, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32: Copyright © 1989-1994 di NASA/JPL/Magellan
Immagine 6: Copyright © 2000 di Calvin J. Hamilton
Immagine 2: Copyright © 2001 del CAST (autore Mauro Zorzenon)
Immagine 3: Copyright © 2004 del CAST (autore Paolo Beltrame)
Immagine 5, 32: Copyright © 2005 del NASA/JPL/ESA
Animazione 1: Copyright © 2002 di NASA/SOHO

Testo di Lucio Furlanetto, sulla base originaria di Rolando Ligustri per il notiziario cartaceo.
Aggiunte di dati, tabelle e immagini e adattamento web di Lucio Furlanetto.


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Pagina caricata in rete: 24 aprile 1999; ultimo aggiornamento (17°): 16 aprile 2006