di Stefania Maurizi
Pubblicata in "Tuttoscienze" de "La Stampa", 10 dicembre 2003
Nell'agosto del 1945, il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki "inaugurò" una nuova era, in cui, per la prima volta nella storia della civiltà umana, l'uomo ha acquisito la possibilità di cancellare la vita dal pianeta, in un solo colpo. Dopo quel bombardamento, intorno all'uso delle armi nucleari si è creato un tabù assoluto, che però non ha impedito la costruzione di ordigni nucleari ben più potenti dell'atomica e di arsenali paurosamente grandi e costosi: oggi, Stati Uniti e Russia dispiegano ciascuno 6.000 testate strategiche e soltanto 20 di queste, lanciate su delle città, ucciderebbero 25 milioni di persone. Quanto ai costi delle armi nucleari, si stima che dal 1940 al 1996, gli Stati Uniti da soli abbiano speso circa 5.500 miliardi di dollari (in valuta del 1996), più del totale che, nello stesso periodo, il governo federale ha speso per: istruzione, formazione, impiego, servizi sociali, agricoltura, risorse naturali e ambiente, ricerca scientifica e spaziale, sviluppo delle comunità locali, amministrazione della giustizia, produzione e regolamentazione dell'energia elettrica. (I dati citati provengono rispettivamente dal "The Garwin Archive", disponibile online, e dal rapporto "Atomic Audit", di S. Schwartz, 1998).
Le armi nucleari sono armi di distruzione di massa inventate durante la seconda guerra mondiale. Allora sembravano necessarie, perché il rischio che Hitler potesse ottenere per primo la bomba atomica era reale: la fissione nucleare -il processo fisico alla base, tra l'altro, della costruzione della bomba- era stata scoperta proprio in Germania, nel 1938, e appena scoppiata la guerra, i nazisti avevano messo in piedi un programma nucleare guidato da una delle menti brillanti della fisica del '900, il tedesco Werner Heisenberg. Ma Heisenberg stava realmente costruendo l'atomica per Hitler?
E all'alba dell'era nucleare, non sarebbe stato possibile un boicottaggio delle armi nucleari da parte di tutti gli scienziati, sia quelli che lavorarono per gli alleati, che quelli per i nazisti? Domande come queste continuano a dividere e a far discutere, sebbene siano passati più di sessant'anni e i protagonisti di questi eventi siano quasi tutti morti.
Abbiamo rivolto alcune di queste domande ad uno degli ultimi grandi testimoni, che è anche uno dei grandi fisici del '900: Hans Bethe. Come responsabile della Divisione Teorica di Los Alamos, Bethe guidò tutto il lavoro teorico del Progetto Manhattan, per la costruzione della prima atomica anglo-americana, realizzata appunto nel laboratorio di Los Alamos (USA), e dopo la guerra, divenne un'importante figura pubblica nel controllo degli armamenti.
Oggi, ha 97 anni, ma lucido e arzillo, ha accettato di rispondere alle nostre domande.
Professor Bethe, appena Hitler andò al potere nel '33, lei -come del
resto centinaia di altri professori universitari ebrei- fu licenziato dall'università tedesca
in cui lavorava, emigrò in America e, successivamente, fu arruolato nel Progetto. Alla fine del
'43, il grande fisico danese Niels Bohr fuggì da Copenhagen, occupata dai nazisti, e venne a
Los Alamos. In quell'occasione, raccontò al direttore del laboratorio, Robert Oppenheimer, che
due anni prima, Heisenberg, era andato a fargli visita a Copenhagen e gli aveva parlato di armi
nucleari. Quell'incontro tra Heisenberg e il suo maestro ed amico, Niels Bohr, è un mistero
della storia e nessuno sa e saprà mai cosa si dissero. Comunque, a quanto pare, a Los Alamos,
Bohr ricordò e riprodusse un disegno che Heisenberg gli aveva mostrato durante l'incontro di
Copenhagen. E anche quel disegno è un mistero, perché da una parte, il giornalista Thomas Powers
sostiene che attraverso di esso Heisenberg cercava di far capire a Bohr che non stava lavorando
all'atomica per i nazisti, dall'altra, gente come il figlio di Bohr, Aage, nega categoricamente
che sia mai esistito. A quanto pare, lei è uno dei pochissimi al mondo che lo ha visto. Ci può
dire qualcosa?
Sì, quel disegno è indubbiamente esistito. Il 31 dicembre del 1943, fu
dato a me e a Teller perché lo studiassimo in modo approfondito, poi fu fatto vedere a
circa sei persone a Los Alamos. [Il fisico] Serber ne ha conservato una copia per anni.
E poiché Aage Bohr giura di non averlo mai visto, concludemmo che Niels lo aveva
riprodotto a memoria per mostrarcelo a Los Alamos. Nel disegno era raffigurato chiaramente un
reattore, non una bomba. Il materiale fissile, uranio con un pò di plutonio, era immerso
nell'acqua pesante. Thomas Powers aveva ragione: Heisenberg mostrò a Bohr il
disegno di un reattore nucleare, non di una bomba. Ma Bohr non capì. A quanto pare,
Heisenberg gli aveva parlato di armi nucleari e gli aveva fatto vedere il disegno, così
Bohr, che aveva solo un'idea molto vaga della cosa, pensò che il disegno si riferisse
ad una bomba. E il discorso di Heisenberg sulle bombe nucleari -che non fu registrato-
spaventò Bohr, ovviamente, ma in realtà Heisenberg intendeva dimostrargli che la
Germania stava solo costruendo un reattore.
Il Progetto Manhattan fu largamente concepito e realizzato da rifugiati
dell'Europa nazi-fascista, come lei, terrorizzati dalla possibilità che Hitler potesse ottenere
l'atomica. E lei ha dichiarato: "Tutto cominciò a Los Alamos, con la bomba A. Tutte le tragedie
e gli errori che ora ci perseguitano iniziano lì. [A quel tempo] Io conclusi che dovevo lavorare
[alla bomba perché] la Germania poteva ottenerla prima. Ma sbagliammo tutti. Heisenberg lavorava
ad un reattore nucleare, non ad una bomba". Lei lavorava ai più alti livelli del Progetto, aveva
accesso a informazioni che le permettessero di capire a che punto era il programma nucleare
tedesco?
E' vero, come diceva lei, che i rifugiati della Germania nazista,
dell'Italia fascista e di pochi altri paesi, dettero un grosso contributo al Progetto
-specialmente Enrico Fermi- ma più del 90% del lavoro fu fatto dagli americani. Quanto
a noi scienziati, che lavoravamo al Progetto Manhattan, non conoscevamo lo stato del
progetto nucleare tedesco al tempo della sconfitta di Hitler.
Hitler fu sconfitto nel maggio del 1945; ad agosto, la prima bomba
atomica fu lanciata su Hiroshima. Quale fu la sua reazione?
Io ho sempre approvato il bombardamento di Hiroshima. Ho stimato
che salvò circa 100.000 soldati americani e 300.000 soldati giapponesi. Ma oltre a ciò, salvò
molti milioni di civili giapponesi, perché senza lo shock provocato dalle due bombe nucleari,
il Giappone avrebbe portato avanti la guerra ancora per molti mesi, le nostre bombe incendiarie
avrebbero ucciso un grosso numero di civili e distrutto una porzione ancora più consistente del
paese. L'enorme distruzione prodotta da quelle due bombe rese i governi consapevoli del potere
delle armi atomiche. Credo che questa fu la ragione principale per cui le armi nucleari non sono
mai state usate nel conflitto tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti.
Alcuni sostengono che il presidente americano Truman usò le due bombe
atomiche per mostrare al mondo il nuovo potere militare degli Stati Uniti, piuttosto che per
concludere la guerra. Che ne pensa?
Si è discusso sul fatto se Truman le usò soprattutto per chiudere
la guerra col Giappone o per mostrare ai russi il potere degli Stati Uniti. Le nostre relazioni
con i sovietici erano tese. Da parte mia, credo che furono usate per entrambi i motivi.
Il giorno dopo Hiroshima, il fisico Carl Friedrich von Weizsaecker,
che aveva lavorato con Heisenberg al programma nucleare tedesco e lo aveva accompagnato a
Copenhagen, disse: "La storia registrerà che gli americani e gli inglesi fecero una bomba e che,
allo stesso tempo, i tedeschi sotto il regime di Hitler costruirono un reattore utilizzabile.
In altre parole, lo sviluppo pacifico del reattore ad uranio fu portato avanti in Germania,
sotto il regime di Hitler, mentre gli americani e gli inglesi svilupparono questa spaventosa
arma da guerra". Come commenta questa dichiarazione?
Credo che questa considerazione di Weizsaecker fosse ingiusta.
I tedeschi erano lontani anni dal costruire un reattore nucleare, per non parlare di una bomba.
Nel 1948, non erano proprio arrivati da nessuna parte: perché arrivassero alla reazione a catena,
che Fermi aveva ottenuto il 2 dicembre del 1942, ci sarebbero voluti ancora uno o due anni.
Comunque, Heisenberg corresse Weizsaecker immediatamente, dicendo: gli alleati
avevano ragioni molto migliori per costruire l'atomica di quelle che avevamo noi [della Germania
nazista].
Bethe è deceduto il 6 marzo 2005.
Si ringraziano l'autrice del testo e l'editore per la concessione dell'articolo.