Precedentemente al 5744 a.C. l’ equinozio primaverile appariva proiettato in questa costellazione in una posizione intermedia tra le due stelle che oggi giorno conosciamo come Castore e Polluce. Gli antichi astronomi usarono queste due stelle per simboleggiare la eguale durata del giorno e della notte in corrispondenza del equinozio primaverile.
Secondo il mito greco Castore e Polluce sono due fratelli nati dall’amore tra Leda, moglie di Tindaro, re di Lacedemone, e Zeus; hanno per sorelle Elena e Clitennestra. Leda la sera in cui si unì a Zeus, trasformatosi in cigno, giacque anche con il marito. Le due coppie di gemelli vennero così attribuite, per tradizione: Polluce ed Elena a Zeus, Castore e Clitennestra a Tindaro.
Solo in epoca greco-romana la rappresentazione che si dava della costellazione, i due gemelli Castore e Polluce, assunse la fisionomia attualmente nota. Julius Schiller nella sua opera Coelum Stellatum Christianum stravolse l’immagine della costellazione sovrapponendovi quella di San Giacomo Maggiore.
Rubes Turchetti