06/06/2014 dalle 23:16:01 T.U. |
Mosaico di Alberto GERMANO |
Ripreso da Pozzuolo del Friuli (Ud) |
Sezione Luna |
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I CRATERI PTOLEMAEUS, ALPHONSUS, ALBATEGNIUS E KLEIN | ||||
Regione lunare: Ptolemaeus crater region | ||||
Coordinate Ptolemaeus: latitudine: 9,2° sud; longitudine: 1,8° ovest | ||||
Undici anni dopo l'immagine di Paolo Beltrame, che era del 7 giugno 2003, il socio Alberto Germano si è cimentato nella ripresa dettagliata della zona circostante alcuni dei crateri più famosi della superficie lunare: Ptolemaeus (in alto al centro), Alphonsus (sotto il primo), Arzachel (sotto quest'ultimo) e Albategnius (in alto a destra con sovrapposto il cratere più piccolo Klein). Il mosaico finale, ottenuto componendo le immagini ricavate dai video originali, è venuto decisamente bene, con una panoramica della zona ben dettagliata, contrastata e ben esposta. La ripresa mostra bene persino il cratere Hipparchus (sull'angolo in alto a destra), quasi completamente sommerso dalla lava basaltica fuoriuscita alla formazione di crateri successivi, e la rima, una spaccature tettonica della superficie lunare che produce un'alta scarpata verticale, evidenziata in basso a sinistra nel Mare Nubium.
Le dimensioni del cratere Ptolemaeus sono di 153x153 km, con un rapporto diametro/altezza di 0,0157; la sua età si colloca nel periodo Pre-Nettariano, corrispondente a 4,55-3,92 miliardi di anni fa. Data la sua
grande dimensione è facile comprendere che l'asteroide che ha prodotto il cratere doveva essere grande (sui 10-20 km di diametro) e che quindi la formazione del cratera sia piuttosto antica, corrispondente al primo periodo
lunare. Storicamente il cratere prende il nome da Claudio Tolomeo (Claudius Ptolemaeus), astronomo, matematico e geografo greco del II secolo dopo Cristo, nato nel 90 d.C. e morto nel 170 d.C. Nella sua vita
realizzò numerosi lavori di cartografica e di teoria dei suoni, ma il suo nome rimane indissolubilmente legato alla grande enciclopedia dell'Almagesto, redatta in tredici volumi nella quale sviluppava la Teoria
Geocentrica. Il suo nome a questo cratere fu dato dall'astronomo Riccioli nel 1651, ma in altri cataloghi esso prende altre denominazioni: Innocentii X (nel catalogo di Langrenus) e Mons Sipylus (nel catalogo di Hevelius).
La loro dimensione è medio-grande, pertanto sono ben visibili già con strumenti medio-piccoli, ma non sono abbastanza grandi da poterli vedere ad occhio nudo. Immagine è di 901x823 pixel, a 16,8 milioni di colori, occupa 4,2 MB di memoria, qui compressi a 159 KB. | ||||
Telescopio Riflettore: Mewlon 210 mm di diametro (focale totale f/11,5) | ||||
Webcam: IS-DMK21 con filtro IR 742 | ||||
Tempo d'integrazione: immagine mediata su 1200 frame dai 1800 del video | ||||
Frequenza di ripresa: 60 frame/secondo, durata singolo frame: 16,7 ms | ||||
Software utilizzato: Registax 6 per Align/Stack e Astroart per i filtri | ||||
Seeing: medio | ||||
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