13/12/2006 Dalle 20:46 T.U. |
Immagine di Rubes TURCHETTI |
Ripresa dall'Osservatorio Astronomico di Talmassons (Ud) |
Sezione Deep Sky |
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NEBULOSA GRANCHIO - M 1 / NGC 1952 (CRAB NEBULA) | ||||
Ascensione retta: 05h 34m 30.4s; declinazione: +22° 00' 55" | ||||
Dimensioni: 4.0' x 6.0'; magnitudine: 8.4 | ||||
Nella nuova immagine a colori della famosissima Nebulosa Granchio (Crab Nebula), conosciuta come M 1 oppure come NGC 1952 e situata nella costellazione del Toro (Taurus-TAU), Rubes Turchetti ci mostra un oggetto molto più definito, con un numero di dettagli decisamente rilevante. L'immagine è stata ottenuta riprendendola in luminanza, cioé senza filtri, e poi in quattro crominanze separate, impiegando cioé i filtri blu, verde, rosso e infrarosso. Il risultato estetico è forse gradevole che non ripredendola in sola luminanza, ma il lavoro è stato molto più impegnativo. L'uso dei filtri è un fattore determinante per la riuscita o meno di un'immagine, in quanto ogni oggetto ha una sua dominante cromatica; in realtà emette a certe lunghezze d'onda più che non in altre, alle quali corrisponde un certo "colore" specifico (in questo caso col termine colore intendo lunghezze d'onda anche al di fuori di quelle dello spettro visibile). La Crab Nebula è uno dei soggetti del cielo che ha beneficiato dell'introduzione dei ccd, essendo ricca di strutture e tenui nebulosità la quali, una ventina d'anni fa, si sarebbero potuto osservare solamente impiegando telescopi di generoso diametro. Oggigiorno le immagini dell'HST e dei maggiori telescopi (Keck, VLT, Subaru) lasciano a bocca aperta, ma pure le riprese dei telescopi della "classe dei 4 metri" producono significative scoperte scientifiche. Anche le riprese degli astrofili hanno fatto un grandissimo salto di qualità e l'immagine sopra ne è un semplice esempio, pur col cielo mediocre e fortemente inquinato dalle luci che c'è nella bassa friulana.
M 1 fu osservata già da Charles Messier nel XXVIII secolo (è infatti il primo oggetto del suo catalogo
astronomico) e si trova nella costellazione del Toro (Taurus), presso la Zeta, cioé la stella che identifica il corno "basso",
quindi quello dal lato di Orione e dei Gemelli.
M 1 È il primo resto di supernova di cui è certa la data dell'esplosione ed è osservato con molto interesse
dagli astronomi perchè ci fornisce preziose informazioni sull'evoluzione nel tempo del guscio di materia in espansione dalla
stella esplosa. Quello che rimane della stella esplosa è una
pulsar ed essa è stata la prima ad essere scoperta nel 1967 da Jocelyn Bell, brava e caparbia ricercatrice,
allora ancora studentessa, che ingiustamente non ricevette il Premio Nobel per la Fisica per questa scoperta, mentre lo ricevette il
suo "capo" come consuetudine di quei tempi. Una curiosità: quando è stata scoperta nel 1967, presso il radiotelescopio di Jodrell Bank in Gran Bretagna, dato che non si conoscevano oggetti celesti che emettessero impusi radio con tale regolarità di emissione e costanza nel tempo, inizialmente si era pensato che l'emissione radio, proveniente dal cielo, fossero i primi segnali di una civiltà intelligente situata nello spazio. Per tale motivo nacque il nomignolo affibbiato inizialmente alla sorgente radio: "little green men" (piccoli omini verdi). L'immagine è di 854 x 600 pixel, a 16,8 milioni di colori e occupa 13,7 MB, qui compressi a 114 KB. Cliccandola l'aprirete a 1846 x 1298 pixel. | ||||
Telescopio Riflettore: NEWTON da 350 mm di diametro; lunghezza focale: 1750 mm; f/5 | ||||
CCD: SBIG ST10XME | ||||
Tempo d'integrazione della luminanza: somma di 15 pose da 180 secondi in binning 1x1 | ||||
Tempo d'integrazione dell'infrarosso: somma di 5 pose da 180 secondi in binning 1x1 (I) | ||||
Tempo d'integrazione delle crominanze: somma di 5 pose da 180 secondi in binning 2x2 (BVR) | ||||
Filtri impiegati: Johnson (B-V) e Cousins (R-I) | ||||
Nebulose |
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