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"IMPATTI COSMICI SUL PIANETA TERRA"
Relatore : Korado Korlevic

(direttore dell'Osservatorio Astronomico di Visnjan - Croazia)


Aiello del Friuli - 23 febbraio 1996

Il C.AS.T.-Circolo Astrofili Talmassons e il Circolo Culturale Navarca di Aiello del Friuli hanno organizzato (il giorno 23 febbraio 1996 presso la sala civica di Aiello del Friuli - Ud) una conferenza scientifica sul tema "Impatti cosmici sul pianeta Terra".

Relatore della conferenza è stato Korado Korlevic, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Visnjan (Croazia) ed esperto di fama internazionale sulle meteore e sui corpi minori del Sistema Solare.

La conferenza ha trattato non solamente la parte astronomica, cioé la formazione e la composizione degli asteroidi e la distribuzione delle loro orbite nel nostro Sistema Solare, ma anche la loro possibile interazione (ed eventuale collisione) con il nostro pianeta e il suo satellite.

Si può dire che, sotto il profilo statistico, il rischio di un impatto asteroidale su larga scala è estremamente improbabile, ma le conseguenze di un’ipotetica collisione sono talmente gravi che ogni sforzo ragionevole deve essere compiuto per minimizzarle. Tale possibilità, sottovalutata fino a pochi anni fa, ora si è concretizzata più che una pura speculazione fantascientifica e appare come un evento tutt’altro che improbabile, se la nostra specie vuole sopravvivere per decine di migliaia d’anni.

La pericolosità di un impatto veniva sottovalutata in quanto non si disponeva di statistiche valide; infatti i dati conosciuti citavano solo gli eventi maggiormente catastrofici, quelli che interessavano un'area molto vasta e quindi con una maggiore probabilità di essere scoperti.

Invece il numero reale di corpi, anche di queste dimensioni, era notevolmente superiore e non si limitava all'unico caso conosciuto di Tunguska. Due eventi non meno "importanti" sono avvenuti negli anni '30 in Sudamerica e solamente la scoperta casuale della loro descrizione negli archivi del Vaticano ha permesso di conoscerli.

Un altro caso emblematico si è verificato nel cielo sopra gli Stati Uniti e il Canada alla fine degli anni '70, quando un piccolo asteroide è "rimbalzato" sopra gli strati più densi dell'atmosfera (come fa un sasso piatto sulla superficie di uno stagno), ma arrivando fino a circa 8 km. di quota, dato che si è udito il suo bang supersonico. Questo evento può essere assimilato ad una collisione mancata veramente per un soffio !

Ma statisticamente il numero dei corpi più piccoli è enormemente superiore a quello dei corpi più grandi (come l'asteroide che ha impattato in Tunguska nel 1908). Con il diffondersi dei sistemi di comunicazione personale su scala mondiale, si è venuti a conoscenza di numerosi casi di meteoriti di taglia piccola o media che sono caduti nei pressi di abitazioni o città.

Alcuni casi riferiti negli Stati Uniti e Spagna, in pochi anni, hanno provocato danni a persone e cose, mentre altre cadute sono state segnalate in molti paesi, tra cui Italia, Germania, Australia e Cina. E bisogna tener presente che le acque ricoprono la superficie del nostro pianeta per il 70 %, quindi il numero statistico degli oggetti caduti sulla Terra (asteroidi e comete) è proporzionalmente maggiore, pur non rimanendone traccia visibile. Si può constatare, però senza farsi prendere dal panico, che prima o dopo in ogni parte del mondo cadrà un meteorite. In ogni caso la probabilità che ciò accada sulla "nostra testa" è così esigua da essere un'eventualità alquanto remota. Personalmente, per fare una battuta, si potrebbe affermare che potrebbe essere già caduta nel nostro giardino, magari qualche milione d'anni fa !

Ritornando all'argomento della conferenza, il dottor Korlevic ha inizialmente affrontato la questione su basi storiche, mostrando una bella sequenza di diapositive riguardanti i crateri terrestri, dal Meteor Crater dell'Arizona, agli immensi crateri del Canada e dell'Africa del Sud (con diametri di circa 300 Km.). Successivamente ha mostrato un'altra sequenza di diapositive riguardanti i crateri della Luna e di Mercurio i quali, privi di atmosfera, conservano tutte le tracce di craterizzazione dalla loro formazione ad oggi, tutt'al più con crateri sovrapposti uno all'altro.

Subito dopo ha illustrato i crateri conosciuti su Venere (molto probabili), su Marte (sicuramente da impatto) e il caso della cometa Shoemaker-Levy 9 che si è distrutta collidendo con il pianeta più grande del Sistema Solare, Giove, nel luglio del 1994. Lo scopo della sequenza di immagini è stato quello di mostrare che tutti i pianeti e tutti i loro satelliti sono stati oggetto di un'intensa craterizzazione e questo fenomeno tra i 4,5 e i 4 miliardi d'anni fa era enormemente superiore ad tasso odierno. Persino la nostra stella, il Sole, è oggetto di collisioni con alcune comete (chiamate sun-grazing) riprese in più di un'occasione dai satelliti astronomici.

Lo scienziato croato ha successivamente spiegato al pubblico alcuni dei casi conosciuti di caduta di meteoriti sulla Terra, in particolare quello da egli maggiormente studiato : l'evento Tunguska del 1908. Il dottor Korlevic ha infatti preso parte alla prima spedizione non totalmente sovietica che si addentrata nelle paludi della zona soggetta all'impatto del 1908.

Nel 1991 egli ha raccolto nel sito in esame alcuni frammenti di particelle meteoriche rimaste intrappolate nella resina prodotta dalla rottura dei rami di alcuni alberi sopravvissuti all'onda d'urto. Aperta una breve disanima su quella spedizione, ancora corredata da splendide diapositive, ha narrato parecchi aneddoti su come si raggiunge la zona e sulle peripezie occorse in quell'area del mondo. Appena ritornato a casa ha provveduto ad inviare i campioni all'Università di Bologna dove sono stati analizzati. E' stato allora che si è imposta la spiegazione dell'evento del 1908 : non è stata una cometa a cadere in Tunguska, bensì un piccolo asteroide roccioso di 60 metri di diametro che è esploso in aria a causa della tremenda pressione esercitatasi su di esso mentre attraversava a velocità ipersonica gli strati finali e più densi dell'atmosfera.

Il risultato è stato un'immane esplosione che ha distrutto un'area di migliaia di Km2 della taiga. L'anno seguente la spedizione dell'Università italiana ha confermato le ipotesi fatte raccogliendo ulteriori reperti.

Le apocalittiche conseguenze dell'esplosione in aria sono associabili ai fenomeni generati da una grandissima esplosione termonucleare. E in base ai risultati quantitativi raccolti, area di devastazione, potenza dell'esplosione ed altro il dottor Korlevic ha tracciato un quadro che definire apocalittico è dir poco ! La distruzione ed i fenomeni successivi di un piccolo evento come quello di Tunguska, danno solo un accenno al quadro delineatosi nei fenomeni d'impatto che hanno generato i crateri più grandi scoperti sulla Terra. Basti pensare alle dimensioni ed alla distruzione su scala planetaria che ha creato la caduta di un grande asteroide come quello che ha generato un cratere da 300 Km. di diametro.

Su questa linea di discorso Korlevic ha ipotizzato quello che può essere accaduto 65 milioni d'anni fa, quando nel Cretaceo la Terra venne colpita da un grosso asteroide che ha lasciato tracce in tutto il mondo. Dal probabile cratere nel Golfo del Messico e parzialmente affiorante nella penisola dello Yucatan, allo strato di iridio scoperto per caso nello strato di roccia scura affiorante nei pressi di Gubbio e notato da Louis Alvarez nel 1980. Si deve precisare che i dinosauri erano una specie in agonia già da diversi milioni d'anni e molte specie in quella era si stavano estinguendo, come era già accaduto e come accadrà probabilmente in futuro. Probabilmente l'ecosistema planetario in quel tempo era già stato molto provato da cambiamenti climatici e di ecosistema, quindi l'impatto del grosso asteroide ha probabilmente accelerato o concluso un percorso di estinzione già ampiamente in atto.

Ci sono poi altri fenomeni ancora da inquadrare correttamente nei milioni d'anni a cavallo della grande estinzione del Cretaceo; ad esempio la più imponente e lunga eruzione vulcanica nella storia del nostro pianeta avveniva poco prima, geologicamente parlando, dell'impatto in oggetto. Questa fenomenale eruzione vulcanica, durata decine di migliaia d'anni, ha generato i "Trappi" del Deccan in India, la zona più vasta di deposizione di magmi vulcanici in tutto il mondo (dell'ordine del milione di Km2).

Korlevic ha poi affrontato altri controversi episodi della storia umana legati, si pensa, ad impatti catastrfici : il diluvio universale e Sodoma e Gomorra. Il diluvio universale è una leggenda tramandatasi per migliaia d'anni in tutte le culture del pianeta, che appare nella Bibbia e nei testi sacri di molte altre culture. Per essere un fenomeno che non è stato dimenticato per oltre diecimila anni, dev'essere senz'altro stato "fuori dal comune". E quale migliore candidato della caduta di una asteroide o una cometa nell'Oceano Indiano, provocante una maremoto con onde alte centinaia di metri e ripercussioni in tutto il globo ?

Nel caso di Sodoma e Gomorra potrebbe essere caduto un corpo molto più piccolo che ha devastato l'area racchiudente le due città citate nei testi antichi, ma sempre di una capacità distruttiva superiore alla più potente bomba termonucleare mai costruita dall'uomo ...

Concludendo la conferenza il dottor Korlavic ha invitato tutti a "dormire sonni tranquilli", data l'assolutamente scarsa possibilità che ci cada in testa qualcosa (ed io aggiungo "di diverso da un satellite artificiale"), ma ha anche illustrato in quale maniera ci si potrebbe difendere da questi giganteschi "sassi" vaganti per lo spazio interplanetario. Nei prossimi anni diventerà fattibile una specie di scudo spaziale contro gli asteroidi, il quale devierà dall'orbita di collisione gli oggetti potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta (e la Luna).

Per ora questo progetto è solo steso su carta, ma nel giro di 30 - 40 anni potrebbe diventare fattibile e operativo.


OGGETTO : CURRICULUM VITAE DI KORADO KORLEVIC

Korlevic - 14 KB


Profilo universitario : tecnico - scientifico.
Fondatore e direttore dell’osservatorio astronomico pubblico di Visnjan (Croazia), attrezzato con un telescopio riflettore da 400 mm. di diametro e dotato di sensore c.c.d.
L'osservatorio di Visnjan fa parte della rete osservativa della Space Watch Foundation, per la scoperta e sorveglianza degli asteroidi. Fa parte pure della rete tedesca di una ventina di stazioni del Max Plank fur Astronomie, equipaggiate con una All-Sky Camera con specchio da 50 cm. di diametro al lantanio, sempre per la sorveglianza degli asteroidi.
E' stato membro della prima spedizione internazionale recatasi nel 1990 a Tunguska (Siberia), per studiare le tracce lasciate dal corpo caduto nel 1908, poi rivelatosi un asteroide.
Organizzatore della manifestazione "Messier Marathon" che si tiene ogni anno a Visnjan, nella quale bisogna saper far valere tutte le proprie qualità astronomiche ed osservative per scoprire il maggior numero di oggetti del Catalogo Messier. Solitamente si tiene alla fine di marzo o all'inizio di aprile. La manifestazione ha assunto un carattere internazionale con la partecipazione di astrofili da vari paesi europei.
Materiale didattico disponibile all’osservatorio astronomico : biblioteca provvista di riviste astronomiche croate, slovene, italiane, americane, inglesi, francesi, tedesche e russe; programmi astronomici didattici per computer. Collegamento di una workstation 24 ore su 24 con Internet. Altri quattro computer possono però essere inseriti in rete.
Creatore e direttore del campus estivo universitario astronomico presso l’osservatorio di Visnjan durante il periodo estivo (15 giorni full-time).

Pubblicazioni e citazioni in articoli :

Conferenze effettuate in Friuli-Venezia Giulia :


Per maggiori dettagli si rimanda al sito internet del Circolo Astrofili di Visnjan (Croazia): http://astro.visnjan.hr.


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Ultimo aggiornamento: 5 Novembre 2001