Le tre leggi che regolano il moto dei corpi celesti interagenti gravitazionalmente, furono derivate empiricamente da Friedrich Johannes Kepler (1571-1630), sulla base delle dettagliate osservazioni dei pianeti effettuate dall'astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601).
I legge: le orbite sono delle ellissi di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.
Piú in generale le orbite sono coniche (ellissi, parabole o raramente iperboli).
II legge: le aree descritte dai raggi vettori sono proporzionali ai tempi impiegati a percorrerle, cioè i corpi descrivono aree uguali in tempi uguali, per cui il corpo stesso rallenta all'afelio e accelera al perielio.
III legge: i quadrati dei periodi orbitali sono proporzionali ai cubi delle distanze medie dal Sole, ossia piú un corpo è lontano dal Sole, piú lentamente percorrerà la sua orbita.
La definizione č stata tratta dal glossario presente nel libro "Avvistamenti e impatti
di corpi celesti" scritto da:
Cesare Barbieri - Dipartimento di Astronomia, Universitā di Padova
Gianmario Molin - Dipartimento di Mineralogia e Petrologia, Universitā di Padova
Gabriele Cremonese - Osservatorio Astronomico di Padova
Anna Maria Fioretti - Centro Studi Geodinamica Alpina, CNR, Padova
Sonia Fornasier - Dipartimento di Astronomia, Universitā di Padova
Monica Lazzarin - Dipartimento di Astronomia, Universitā di Padova
Francesca Rampazzi - Centro Interdipartimentale di Studi e Attivitā Spaziali, Padova
Si ringraziano per la gentile concessione gli autori e l'editore (Regione del Veneto).