Il testo è stato tratto dalla rubrica sulle costellazioni curata dal Prof. Bruno Cester
sulla rivista l'Astronomia (che ringraziamo per la gentile concessione).
E' un'altra costellazione zodiacale, che copre 441 gradi quadrati e si individua ad ovest della costellazione del
Toro (o meglio ancora, delle Pleiadi); è caratterizzata da un arco che unisce la stella più luminosa (la alta, Hamai, cioè
l'ariete, oppure Elnath, "quella che colpisce con le corna", di magnitudine 2,0) da una parte con la beta (Sheratan, di
magnitudine 2,6) e la gamma (Mesarthim, di magnitudine 3,9); dall'altra, si sale ai quartetto composto dalle stelle n. 33, 35,
39 e 41, per scendere verso sud-est alla zeta, alla delta ed alla epsilon. Il quartetto sopra citato non era anticamente accomunato
all'Ariete. Bartschius, genero di Keplero, pensò bene di riunirlo nei suo globo celeste dei 1623 in una Mosca, che si
ritrova in seguito in altre opere (l'Atlante di Bode e le carte di Secchi) ma poi scompare definitivamente: oggi, le quattro
stelle appartengono all'Ariete.
La Mitologia
E' difficile riconoscere nella disposizione delle stelle la figura di un Ariete; comunque,
molto si è scritto sulla sua origine e le spiegazioni non sono dei tutto convincenti: si dice
ad esempio che il suo nome fosse pure di Crisomallo (cioè il vello d'oro) e quindi esso
sarebbe associato addirittura alla spedizione degli Argonauti; altri riportano che esso
rappresenti invece la capra Amaltea. Certo è che duemila e più anni fa, il Sole si
trovava in questa costellazione all'equinozio di primavera ed in essa cadeva quindi il punto
equinoziale o punto gamma. Oggi essa ha perduto anche questo privilegio, dato che, a causa
della precessione degli equinozi, il predetto punto si è spostato nei Pesci.
Le coordinate sono al 1950.00 quelle precise al decimo di minuto d'arco; le altre, ove è stato possibile
rintracciarle, sono al 2000.00. Appena possibile si procederà al cambio al 2000.00 di tutte.
Gli Oggetti Astronomici più interessanti
Stelle Doppie
174 (1h 47,4m; +22° 02'): è anche la n. 1 ed è una
bella doppia composta da due stelle disuguali, la prima arancione, di magnitudine 6,2 e l'altra
biancastra di 7,3; la loro separazione è di 29" ed hanno il moto proprio in comune.
(lh 50,8m; +19° 3'): è una delle prime stelle doppie
scoperte: fu Robert Hooke a notarla nel 1664 mentre seguiva una cometa. E' una coppia
facile: le componenti, bianche, hanno magnitudini 4,75 e 4,83 e la loro separazione è di 8".
(lh 55,lm; +23° 21'): coppia pure facile; le due stelle,
di magnitudini diverse (4,9 e 7,4) sono separate di 37".
30 (2h 34,1 m: +24° 26'): altra coppia facile, composta da due stelle gialle di
magnitudine 6,6 e 7,4 separate di 38". La prima è una doppia spettroscopica col periodo di quasi 10 giorni.
291 (2h 38,3m; +18° 35'): è una doppia un po' difficile, data la separazione di soli 3",4; le
componenti hanno magnitudini 7,4 e 8,0. Si trova poco più di un grado a sud della .
394 (3h 25,1 m; +20° 17'): le componenti, di magnitudine 7,0 e 8,3 distano 7".
Stelle Variabili
Sono tutte piuttosto deboli, mentre le più luminose, come la n. 38 (UV Ari), la n. 53
(UW Ari) e la n. 56 (SX Ari) mostrano piccolissime variazioni.
53 (3h 04,6m; +17° 41'): è una variabile del tipo beta Cephei e varia tra le
magnitudini 6,10 e 6,23. E' importante perché è una delle tre cosiddette runaway stars
cioè "stelle fuggitive"; dalla sua alta velocità si è infatti calcolato che essa sia partita, per
qualche motivo non ancora ben chiaro, dalla
nebulosa di Orione solo circa 5 milioni d'anni fa. Lo stesso è avvenuto per le altre
due, la Columbae e la AE Aurigae.
L'unica stella luminosa a variazione un po' ampia è comunque la:
45 (2h 53,Om; +18° 8'): Ia quale è nota come AZ Ari; è una variabile irregolare tra le magnitudini 5,9 e 6,3.
|