In astrologia il Cancro è considerato il segno all’interno del quale cade il solstizio estivo. Assieme alla costellazione del Capricorno dà il nome ai due omonimi tropici che segnano proiettati sulla sfera celeste le declinazioni massime e minime raggiungibili dal Sole durante il suo moto apparente.
La mitologia legata a tale costellazione è legata al ciclo di leggende riguardanti le dodici fatiche di Eracle (Ercole). Si dice che mentre Eracle stava combattendo contro l’idra di Lerna, da una vicina palude emerse un granchio che cercò di morderlo. L’eroe inferocito calpestò il malcapitato con una tale foga da ridurlo in poltiglia. Era, nemica di Eracle, gli volle comunque riservare un posto in cielo.
Nell’antica Grecia la costellazione
non veniva rappresentata con un granchio ma bensì con un gambero o da altri crostacei d’acqua dolce, che essendo animali
lenti simboleggiano il rallentamento del moto apparente del Sole.
Altri dicono che siccome in questo periodo il Sole
raggiunge il suo culmine in declinazione e inverte il suo
moto, si comporta proprio come un granchio, cioè cammina
all’indietro.
Alpha Cancris è chiamata Acubens derivato dall’arabo "al Zubanah" che significa "le chele", infatti la stella è situata al vertice di una delle due chele. Le sue stelle beta e delta Cancris sono chiamate Asellus Borealis e Asellus Australis, asino boreale e asino australe. Secondo il mito ad esse legate, Dioniso, che Era aveva fatto impazzire perché frutto di uno degli amori extraconiugali di Zeus, doveva recarsi con Sileno dall’oracolo di Dodona per capire come potesse guarire. Giunti ad una palude che potevano attraversare a piedi, incontrarono due asini che si offrirono di portarli in groppa fino all’altra sponda. Il dio una volta rinsavito, per ricompensare i due animali li incastonò in cielo.
Rubes Turchetti