NOTIZIARIO
ANNO VII - NUMERO 20
1° TRIMESTRE 1999
IL CIELO PRIMAVERILE
In aprile le giornate sono molto più lunghe dei mesi precedenti e le
notti molto più calde, ragion per cui si può osservare il cielo con maggiore comodità.
Dopo il tramonto di Venere domina la scena
Marte, il pianeta rosso,
che si muove verso ovest nella costellazione della Vergine; sorge in prima serata, ma è ben
visibile solo verso la mezzanotte, oppure verso le dieci i mesi successivi.
Le costellazioni invernali, come
Orione e il Toro,
si avviano al tramonto già in prima serata, mentre quelle estive non sorgono che durante la
seconda parte della notte.
Quindi è una situazione anomala, senza Via Lattea per parecchie ore di
fila: mancano quindi anche gli oggetti più appariscenti, tutti solitamente all'interno della
nostra galassia.
Le costellazioni dominanti sono il Leone, la Vergine e il Bifolco;
ognuna ha una stella brillante al suo interno, nell'ordine Regolo, Spica e Arturo.
Le prime due sono stelle della sequenza principale, di colore azzurro
e distanti 80 e 260 anniluce, Spica è perciò 2.000 volte più luminosa del Sole;
Arturo è una gigante rossa a 36 anniluce, quindi vicina, e splende 100 volte più della
nostra stella.
Fra il Leone e il Bifolco noteremo un gruppetto di stelle, disposte
come una V rovesciata: è l'ammasso Mel 111, distante 80 anniluce, che identifica la
Chioma di Berenice, altra costellazione molto importante ma debole ad occhio nudo.
Più a sud c'è il Corvo, mentre serpeggiante sotto tutte queste c'è
l'Idra, la cui testa è un pentagono di stelle sotto il cancro, visibile ad ovest.
Deludente ad occhio nudo, il cielo primaverile si prende una sorta
di rivincita al telescopio; infatti è la stagione migliore per osservare le altre galassie,
e anche ammassi di galassie.
Al confine tra Vergine e la Chioma, infatti c'è l'Ammasso della Vergine,
composto da oltre 3000 galassie situate per lo più ad una cinquantina di milioni di anni luce
dalla Via Lattea.
Una ventina sono osservabili con un piccolo telescopio, mentre
telescopi della classe dei 200 mm possono catturarne oltre una cinquantina.
Nel centro dell'ammasso troviamo le ellittiche giganti: M87, piuttosto
isolata, la coppia M84 e M86 e qualche grado a sud M49; sono tutte della nona magnitudine,
perciò alla portata degli strumenti più piccoli, a condizione di osservare da un cielo
almeno discreto.
Osservando M84 e M86,situate al centro dell'ammasso e
distanti solo 20 primi l'una dall'altra, un 200 mm mostrerà un'altra dozzina di galassie
disposte come una catena lunga quasi un paio di gradi.
Numerosi sono i gruppetti costituiti da tre o quattro galassie,
spesso interagenti; il segreto per osservarle è avere un buon atlante di riferimento, come
per esempio lo Sky Atlas, ma l'Uranometria è molto più adatta allo scopo, poiché le stelle
di riferimento sono poche e deboli.
Nella Chioma si trova NGC 4565,
una spirale disposta di taglio, lunga ben 15 primi e sottile solo un paio; altre galassie degne
di nota sono M 88 e M60, di nuovo nella Vergine.
Immagine digitale della galassia M 88 nella Chioma di Berenice,
fatta da Rolando Ligustri con un riflettore Meade da 8" di diametro e ccd SBIG ST7.
Posa di 120 secondi. |
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Ma anche nel Leone sono presenti numerose galassie, da cieli bui
se ne possono osservare una trentina, anche se di luminose ce ne sono solo mezza dozzina.
Notevole è il gruppo di M 65,
M 66 e
NGC 3628, tre spirali ben visibili
in tutti gli strumenti; con quelli medio grandi potremo notare che la prima è di tre quarti,
la seconda quasi di piatto e la terza di taglio, come la
NGC 4565.
Interessanti anche il gruppo di M95 e
M 96, accompagnate da un terzetto
di galassiette un grado a nord.
A sud, vicino al Corvo, c'è
M104, la Sombrero, altra galassia di taglio, brillante anche se piuttosto piccola.
Le costellazioni più ad est, come Ercole, Serpente e Ofiuco, ci regalano i primi oggetti
galattici, essendo tutte ricche di ammassi globulari.
La galassia M 104 ripresa da Rolando Ligustri
con un telescopio Meade da 8" e un c.c.d. SXL8. Tempo d'integrazione di 120 secondi. |
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Nella prima ci sono M13 e
M 92, due ammassi molto luminosi
ed estesi, anche se il primo è molto più famoso del secondo.
Nel serpente c'è M5, anche questo di dimensioni ragguardevoli; tutti quanti possono essere
visti ad occhio nudo in condizioni eccezionali, e sono un facile soggetto per qualsiasi
binocolo.
Nell'Ofiuco sono presenti un decina di ammassi minori tra cui spiccano
M10 e M12; sono più difficili da risolvere in stelle ma sempre facili da trovare.
Paolo Beltrame