Se ne è andato in silenzio verso fine luglio. Si è congedato mestamente, senza addii, senza far rumore, colui che invece ci ha lasciato un segno profondo e indelebile nella storia di tutti noi del CAST.
Infatti, ogni volta che qualcuno di noi si recherà in Osservatorio, non potrà non fare a meno di alzare gli occhi verso quella cupola bella e splendente e pensare al "nostro" caro Fausto. Lo continueremo a vedere sempre là sopra che con certosina e centellinante maestria, la calibra alla perfezione, la ammira e la coccola orgogliosamente, tale sua creatura, essendone a tutti gli effetti, l'artefice assoluto: il papà della cupola.
Ore e ore, giorni su giorni della sua vita da pensionato senza risparmiarsi per più di un anno di lavoro fra progettazione e realizzazione, con vera passione, per averci alfine regalato la sua ultima (fra le tante) ma più bella creazione che ci abbia lasciato.
Ma Fausto non era solo il nostro "capomastro" (come lo chiamavo scherzosamente in tono confidenziale) era anche un uomo pieno di vitalità, nonostante i tanti anni di lavoro all'estero (anche ai 40 gradi dell'Arabia) aveva ancora l'entusiasmo e la voglia di fare di un ragazzino dal di sopra dei suoi maturi ma ancor giovani 68 anni di età. Era il "saggio" del gruppo e non dimentichiamo socio fondatore del circolo.
Assieme a lui, ho visto dal nulla evolversi e crescere il CAST, spalla a spalla in questi 11 anni. Infatti ero ormai considerato da lui quasi uno di famiglia in casa Savani, essendo fra l'altro molto spesso con suo figlio Gino, quasi mio coetaneo e direttore dell'Osservatorio e chiamato "fì" da sua moglie Carmela. Ero da poco venuto ad abitare a Talmassons nel '92 e Fausto mi aveva accolto immediatamente proprio come un figlio, facendomi sentire subito a mio agio. Fra le persone di una certa età, a parte i familiari, lui è stato la prima persona in assoluto che si è messa a disposizione come un secondo padre e questo personalmente non potrò mai dimenticarlo.
Sorrido ancora al pensiero di quel suo carattere a volte burbero, a volte inamovibile ma con un cuore grande così. Difficilmente cambiavi la sua idea: ferreo, convinto, molto sicuro di sè ed assai orgoglioso; ma con me non ha mai saputo dire "no", forse perchè non lo affrontavo mai di petto, forse perché non facevo mai pesare la mia figura da "capo" (come mi chiamava sempre lui), ma mi presentavo a lui sempre "in punta di piedi" con un "forse" o un "per piacere" ed era proprio lì che entravamo in sintonia, era lì che il più profondo di noi stessi si rivelava l'un l'altro e questa è la sensazione più bella che mi porterò di lui dentro me per sempre.
L'ultima volta che lo vidi, gli dissi spronandolo "coraggio, combatti, non mollare!" ma il male è stato purtroppo più forte di lui e ce lo ha portato via a tutti, familiari ed amici. Mi sento molto vicino in questo brutto momento ai suoi familiari che ho seguito sempre da vicino, nonostante l'ultimo periodo Fausto non volesse vedere nessuno, eccetto moglie e figli ed è per questo che non avendo potuto salutarlo prima che se ne andasse, su consenso della famiglia, mi son sentito in dovere di salutarlo in questo modo.
Grazie di tutto, amico caro. Ho imparato tante cose da te, dai tuoi consigli, dalla tua disponibilità. Mai potrai veramente lasciarci, perchè ogni qualvolta andremo là, il nostro sguardo salirà alto verso quella tua costruzione e tu sarai sempre là con noi, con il tuo sorriso che volerà alto e soddisfatto verso quella cupola, verso le stelle.......
Mandi Fausto
Stefano Codutti
Come tutti i soci sono profondamente dispiaciuto della scomparsa di Fausto, persona meravigliosa sempre pronta a dare, mai a chiedere. E' stata una delle persone che ho conosciuto meglio nel CAST, fin dal lontano maggio 1994 quando li conobbi. Era il periodo nel quale si iscrivevano i nuovi soci "da fuori", quelli di fuori Talmassons: Paolo, Rolando, Marco, Carla, io e tanti altri. Molti di noi sono poi entrati nel Direttivo dei Soci e ancora guidano l'associazione: Rolando ne è il presidente, Paolo il vicepresidente, io il segretario e webmaster, Carla il tesoriere..., come nel Direttivo precedente.
Ora Fausto se ne è andato "in punta di piedi", senza fare chiasso, come aveva sempre vissuto, raramente alzando la voce, quasi mai imponendosi, mai facendo valere di essere uno dei nove soci fondatori, come Stefano, Ezio, Luigi... Già, uno dei fondatori.
Ma cos'hanno fatto questi benedetti fondatori, si chiederà il visitatore
del sito.
Nulla oppure tutto, a seconda come hai vissuto il CAST. Per qualcuno sono delle persone che
hanno fondato una delle tante associazioni di Talmassons, una delle tante associazioni astronomiche
italiane, una delle tantissime nel mondo...
Ma per me non è solo quello: hanno fondato una seconda famiglia, un gruppo col quale -fra alti e bassi- si è vissuto insieme tanto tempo, tante avventure, tantissime notti d'osservazione, al freddo, al caldo, non importa. E' difficile spiegare cosa si prova in una di queste "famiglie" se non si è fatto il servizio militare; anche là si crea una nuova "famiglia", dato che si deve vivere insieme con persone che inizialmente non si conoscono per un anno intero, condividendo i servizi, le marce, i ranci, il tempo libero quando possibile. Anche là persi un amico divenuto molto caro: Andrea di Verona, maestro di roccia perito tragicamente sul Monte Bianco alcuni anni fa, "fratello di scaglione" col quale feci il CAR, il corso OPR, il campo NATO e poi restammo nella stessa caserma per gli altri 10 mesi. Tutti i giorni e quasi sempre insieme: si giunge a conoscere molto bene una persona.
Con Fausto si era stabilito un legame molto forte, come Stefano ha ben descritto poc'anzi, amplificato dal fatto di essere buon amico anche del suo figlio minore Virginio (Gino), quasi coetaneo di Stefano, Rolando e me. E le tante visite a casa sua, vedendo quanto aveva costruito della cupola e quanto aveva assemblato, sapendo lo sforzo che gli costava e con la malattia che si era già ampiamente manifestata. Poi sembrava che fosse stata messa sotto controllo, sino a circa sette mesi fa, quando Gino ci diede la tremenda notizia che si era manifestata nuovamente, ragguardandoci volta per volta sulla salute di papà.
Ora resta la commozione, amplificatasi in cimitero sabato 26 luglio quando "andai a trovare" anche l'altro dei nostri soci scomparsi, Francesco Tassile (Checo), morto a metà 1997: i soci più giovani mi chiesero chi fosse e raccontai loro che anch'egli era una persone mite, buona e sempre disponibile. Anch'egli conosciuto fin dai primi mesi nel CAST e sempre pronto a dare una mano.
Sembra una frase trita e ritrita ma, purtroppo, molto spesso se ne vanno prematuramentre le persone migliori... E a noi mancano già due di queste.
Addio Fausto.
Mandi
Lucio Furlanetto