Massa (kg) ............................................................... 1,60 +/- 0,12 x 1021 Diametro equatoriale (km) ......................................................... 1.208 +/- 5 Densità media (kg/m3) .................................................................... 1710 Distanza media da Plutone (Km) ......................................................... 20.000 Periodo di rotazione (lunghezza del giorno) ............................................ 6,3872 Inclinazione dell'orbita (gradi) ........................................................ 98,80 Eccentricità dell'orbita (deviazione dal cerchio) ....................................... 0,000 Temperatura media superficiale (K) ......................................................... 50 Albedo geometrica visuale (riflettività) ................................................. 0,32 Indice di colore ............................................................. 0,83 magnitudini Magnitudine ............................................................................. 15,5 Ghiacci conosciuti sulla superficie ............................................... Acqua (H2O) Tabella tradotta da The Nine Planets e aggiornata con varie fonti.
Caronte, sino al 2005, era l'unico satellite conosciuto di
Plutone, l'allora pianeta più lontano del
sistema solare dal 1930 al 2005. Storicamente Plutone è
stato il nono pianeta del nostro sistema solare dal 1930 al 2006, quando al congresso di Praga l'Internationa Astronomical Union
ha ridefinito il concetto di pianeta, introducendo la nuova classe dei pianeti nani (dwarf planets), nella quale ha inserito
Plutone,
2003 UB313 e l'ex asteroide della Fascia Principale
Cerere.
Con la scoperta di S2005/P1 e S2005/P2 anche Caronte ha perso la sua unicità, ma resta sempre il maggior satellite
come diametro del sistema solare, rispetto al pianeta (o pianeta nano) attorno al quale orbita. I due corpi scoperti nel 2005 hanno diametri molto minori e inoltre non dispongono di un'atmosfera,
che Caronte invece ha, per quanto rarefatta. La tabella di The Nine Planets qui sopra è stata aggiornata nel marzo 2006, quando
sono stati pubblicati i dati ricavati dalle misure effettuate l'11 luglio 2005, quando Caronte occultò una debole stella, fenomeno
osservabile da una stretta fascia del Sud America.
Immagine 1: Plutone di magnitudine 13,79 ripreso da Marco Russiani il 15 giugno 2004 (fonte CAST) |
Caronte, nella mitologia greca, è il traghettatore del fiume Stige che porta i morti negli inferi. Ogni morto veniva seppellito con una moneta in bocca o sugli occhi per pagare il passaggio.
Caronte fu scoperto dagli astronomi Jim Christy e Robert Harrington per mezzo del riflettore da 155 cm sito nella stazione osservativa di Flagstaff dello U.S. Naval Observatory, nel 1978. Prima di allora si riteneva Plutone fosse più grande in quanto le immagini dei due oggetti erano fuse l'una nell'altra. L'analisi delle lastre fotografiche con un forte ingrandimento rivelò che le immagini dell'oggetto osservato non apparivano circolari ma allungate in una determinata direzione e in casi particolari mostravano una specie di protuberanza laterale. I due astronomi conclusero che l'unica spiegazione plausibile di quanto osservato fosse ipotizzare la presenza di un satelllite. Tali ipotesi furono verificate in seguito per mezzo di osservazioni eseguite con la tecnica interferometrica.
Immagine 2: (a sinistra) un'immagine ripresa da un grande telescopio a terra confrontata (a destra) con la prima immagine del telescopio Spaziale Hubble che separava Plutone e Caronte (fonte NASA) |
I risultati delle sopra menzionate osservazioni portarono a due interessanti conclusioni. La prima si deduce applicando la terza legge di Keplero all'orbita di Caronte: la massa di Plutone risultò essere inferiore del 10% rispetto a quella lunare e la sua densità molto prossima al valore di 1000 Kg/m3. Ulteriori osservazioni eseguite negli ultimi anni hanno affinato la conoscenza del sistema Plutone-Caronte permettendoci di stabilire che il rapporto fra le masse dei due corpi è compreso tra 0,084 e 0,157. Alcuni astronomi erano giunti ad ipotizzare che per il sistema Plutone-Caronte si dovesse parlare di pianeta doppio anzichè di sistema pianeta-satellite, poichè sostenevano che il rapporto fra le dimensioni dei due oggetti si il più basso fra quelli osservabili nel sistema solare, primato prima detenuto dal sistema Terra-Luna. Come già riferito in precedenza, la nuova definizione di pianeta nano stabilita dall'IAU nell'agosto 2006 ha cambiato tutto.
Stime più precise possono venir eseguite solo dopo una visita di
Plutone da parte di una sonda spaziale. La missione Pluto Express, ribatezzata New Horizons, è partita nel gennaio 2006, in modo da sperare di riuscire a studiare l'atmosfesa
di Plutone quando si trova ancora nello stato gassoso, cioé prima del suo congelamento per via dell'allontanamento del pianeta dal
perielio, e dare una risposta se Caronte sia a sua volta dotato di una esilissima atmosfera.
La seconda conclusione fu che il periodo di rivoluzione di Caronte coincide con il periodo di rivoluzione di Plutone. Questa
uguaglianza sarebbe unica in tutto il sistema solare, almeno per quanto concerne i corpi naturali. Caronte si comportebbe come un
satellite geosincrono, cioè rimarrebbe sempre visibile da una parte della superficie di
Plutone senza mai sorgere o tramontare, mentre l'altro emisfero del pianeta non riuscirebbe mai a vedere il grande satellite.
Nell'ottobre 2005 è stata annunciata la scoperta di altri due satelliti naturali, denominati provvisoriamente S2005/P1e S2005/P2,
i quali sembrano avere una dimensione di 110 e 130 km e ruotare attorno al pianeta a 60 mila e 49 mila km di distanza, pertanto dal cielo
del pianeta risultano almeno due corpi in movimento veloce.
Una spiegazione della rotazione sincrona del sistela Plutone-Caronte è stata data facendo ricorso all'effetto mareale causato dalle forze di attrazione gravitazionale che legano Caronte a Plutone. Esse tendono a sincronizzare con il periodo orbitale prima la rotazione del satellite (come già avvenuto in gran parte dei satelliti naturali del sistema solare, Luna compresa) e poi anche il periodo di rotazione del pianeta.
Misure spettroscopiche fanno ritenere che la superficie di Caronte sia coperta da ghiaccio d'acqua, in quanto non si sono ancora evidenziate tracce di altri composti. La superficie di Caronte non presenta lo stesso schema di variabiltà dell'albedo osservato su Plutone, forse dovuto in parte alla sublimazione dei ghiacci superficiali quando il pianeta si approssima al perielio. Ma ciò non significa nulla perchè essendo molto piccolo non si è ancora riusciti a risolverne l'immagine nemmeno con i più grandi telescopi oggi disponibili. Tutto è rimandato allo studio ravvicinato di una sonda, decollata il 19 gennaio 2006, la New Horizons, la quale dovrebbe raggiungerlo nel 2015.
Dr. Rubes Turchetti e Lucio Furlanetto
Adattamento web, aggiunte e integrazioni all'articolo e alle immagini: Lucio Furlanetto
Immagine 1: Copyright © 2004 del CAST
Immagine 2: Copyright © 1994 di HTScI/NASA
Immagine 3: Copyright © 2005 di NASA/ESA/Hal Weaver (JHU/APL)/Alan Stern (SwRI)/HST Pluto Companion Search Team
Per maggiori approfondimenti sulla misura del diametro di Caronte e sulla composizione della sua atmosfera leggete l'articolo Caron's radius and atmospheric constraints from observation of a stellar occultation (Nature - gennaio 2006).