E' l'unità numerica usata per descrivere la luminosità degli oggetti astronomici.
Più piccolo è il valore più grande è la luminosità dell'oggetto.
L'occhio umano può vedere sino ad oggetti di magnitudine 6 o 7 in luoghi bui, cieli puliti e
lontano dalle luci delle città; nelle periferie o nelle città, le stelle visibili sono solo
quelle di 2, 3, 4 magnitudine a causa dell'inquinamento luminoso.
La stella più luminosa, Sirio, ha la magnitudine visuale di -1,5, mentre Giove ha circa una
magnitudine di -3 e Venere una di -4. La Luna piena arriva a quasi alla magnitudine di -13 e
il Sole si avvicina a -26. La cometa C/1996 B2 (Hyakutake) era arrivata ad una magnitudine 0
alla fine di Marzo 1996, mentre la Hale-Bopp è devenuta negativa per un certo periodo.
La scala della magnitudine è logaritmica, con una differenza in luminosità tra una magnitudine
e l'altra di 2,5 volte; una variazione di 5 magnitudini significa che, in luminosità, il
cambiamento è esattamente di 100 volte.
Nel caso delle comete, si deve intendere la magnitudine che viene sommata a quella presente nel
diametro della chioma di diversi minuti d'arco, chiamata in questo caso
"magnitudine totale visuale,
la quale viene contrassegnata dalla variabile
m1.
Così, una cometa di magnitudine 7 è più difficile da vedere di una stella di cmagnitudine 7, in
quanto quest'ultima ha tutta la luce (approssimativamente) concentrata in un punto, mentre la
cometa ha la stessa quantita di luce diffusa in un area più grande (immaginate di sfuocare una
stella di magnitudine 7 fino alla grandezza di una cometa diffusa). Di solito, tuttavia, quando
una cometa diventa molto luminosa, la grandezza apparente della chioma si restringe, cossichè
la maggior parte della luminosità della luce visibile appare nella testa della cometa (e la
cometa appare simile ad una stella con una coda che esce dalla testa).
Nelle pubblicazioni di ICQ/CBAT/MPC, le effemeridi per gli oggetti del Sistema Solare di solito
riportano anche la magnitudine prevista/calcolata per le comete ed i pianeti minori nelle ultime
colonne, contrassegnandole con
m1 e
m2 per le magnitudini
cometarie "totali" e "nucleari" (del nucleo), oppure V per le magnitudini visuali dei
pianeti minori V-band (banda visuale).
La definizione è stata tradotta dalla pagina del glossario del sito internet di MPC/CBAT/ICQ.
A loro volta alcuni riferimenti per alcune delle definizioni di questo Glossario vennero prese
da altre fonti; in particolare dall'annuale Astronomical Almanac (Washington: U.S.G.P.O.),
da The Explanatory Supplement to the Astronomical Almanac, ed. di P. K. Seidelmann (1992,
Mill Valley, CA; University Science Books), da A Manual of Spherical and Practical Astronomy,
di W. Chauvenet (1960, New York: Dover), 1, 603 e dallo Spherical Astronomy di E. W.
Woolard e G. M. Clemence (1966, New York: Academic Press).
Si ringraziano tutti gli autori e si ricorda che essi detengono i diritti d'autore sulle rispettive parti.