E' ciascuno dei quattro intervalli di tempo
primavera,
estate,
autunno,
inverno,
caratterizzati da diverse condizioni atmosferiche, compresi tra un
equinozio e un
solstizio e viceversa.
Le date d'inizio e fine delle stagioni possono variare anche di un giorno a causa della non esatta
coincidenza fra anno tropico (di 365,2422
giorni) e anno del calendario (di 365 o 366
giorni esatti).
Al termine "stagione" vengono associate correntemente condizioni
climatiche e meteorologiche
al di là della stretta accezione del termine astronomico. Le differenze medie tra le varie stagioni
sono dovute all'inclinazione dell'
asse terrestre
sull'eclittica. A causa di cị, durante
la primavera e
l'estate, l'emisfero boreale è rivolto verso il Sole e quindi la quantità di
energia ricevuta dall'unità di superficie terrestre nell'unità di tempo è superiore a quella ricevuta durante
l'autunno e
l'inverno, in cui la
Terra volge verso il
Sole
l'emisfero australe.
L'effetto provocato dalla differenza di l'
irraggiamento è poi esaltato dalla differenza della lunghezza del periodo di luce giornaliero,
maggiore in primavera ed
estate. Il massimo di ore di insolazione
si ha nel solstizio d'estate, il minimo il
giorno del solstizio d'inverno.
Per l'emisfero australe valgono
ancora le definizioni precedenti, ma gli effetti climatici sono sfasati di sei mesi rispetto
all'emisfero boreale. La distanza
del Sole dalla
Terra durante le varie
stagioni non ha invece praticamente influenza climatica, essendo limitata a qualche milione di
chilometri su circa 150.