Le Leonidi osservate nella notte fra il 17 e il 18 novembre 2001
sono state a dir poco strepitose, nonostante che tutti i picchi principali avvenissero quando
da noi fosse giorno e quando il radiante fosse posizionato sotto l'orizzonte; in particolare
i picchi massimi, cioé quelli con ZHR previsti in 8.000-15.000 venivano stimati per le ore
17:31-33 e 18:21-23 del 18 novembre, favorendo quindi il meridiano dell'Australia e dell'Asia
orientale.
Un secondo picco molto interessante veniva previsto per la nostra prima mattina, prevedendo uno
ZHR di circa 1.000-2.000 per il continente americano.
Come vedremo in seguito, tali massimi sono avvenuti quasi esattamente alle ore stabilite, mentre
i valori di picco sono stati considerevolmente inferiori. Questo successo, nonostante che la
previsione dei tassi fosse risultata sballata di un fattore compreso fra 2 e 7 a seconda dei
modelli previsionali, ci conforta nel futuro di poter stabilire ormai con una certa sicurezza
per lo meno i minuti nei quali averrà una pioggia prevista. Per le pioggie non previste,
ovviamente, bisogna ancora affidarsi alla "fortuna".
Per garantire la migliore visibilità ci siamo recati in montagna a 1.400 m
sul livello del mare a Casera Glazzat Alta, presso Pontebba (Ud) a ridosso del Monte Cavallo.
Questo gruppo, composto da Marco Candotti, Giuseppe Campodall'Orto, Matteo Mellone, Katia Coppo e
da me, aveva come compito principale quello d'effettuare il conteggio delle scie meteoriche
secondo lo standard IMO/UAI, quindi determinando lo HR osservato da me, con un valore di controllo
preso da Matteo Mellone, il quale non osservava secondo la metodica standard, ma che però mi dava
un'idea abbastanza precisa di quante meteore apparivano in cielo. Katia Coppo, osservando in
altra direzione, completava il lavoro di Matteo Mellone.
La ripresa fotografica veniva fatta da Marco Candotti e Giuseppe Campodall'Orto, mediante quattro
macchine fotografiche proprie e di altri, utilizzando quando disponibile fra i soci in caso di
mancanza negli accessori (come un cavetto flessibile, una pellicola fotografica e un cavalletto
forniti da me, ad esempio).
Un secondo gruppo, composto da Marco Russiani e Mauro Zorzenon, si era posizionato in Croazia (a Lussin Piccolo), dove avevano stabilito di fare due sessioni di astrofotografia (planetaria e deep sky), la seconda delle quali sarebbe coincisa temporalmente con la notte del massimo delle Leonidi. A Russiani è venuta in aiuto la sorte, in quanto gli è transitata una bella meteora all'interno del campo inquadrato, mentre stava riprendendo il Toro e la nebulosa California.
Il resto dell'associazione è rimasto all'osservatorio di Talmassons, dove avrebbe osservato le scie più luminose, a causa dell'inquinamento luminoso la magnitudine limite superava di poco la 5, e avrebbe tentato di fotografare alcune meteore. A tal riguardo Francesco Scarpa e Stefano Codutti hanno ripreso un bel bolide (il primo) e la scia di un grosso bolide (il secondo).
Per vedere la panoramica osservativa della notte del massimo visitate
l'apposita pagina presente nel sito, al link corrispondente alla notte del 17-18 novembre 2001, dove sono conteggiate da me ben
351 meteore osservate, più due notate prima dell'inizio ufficiale della statistica. Ci sono il
tabulato con i dati osservativi, le tabelle statistiche divise per intervalli di 15 minuti e le
cartine delle meteore tracciate.
Per fare un raffronto con l'ultima notte del massimo delle leonidi con un cielo sereno, quella
del 17-18 novembre 1998, c'è il link con l'articolo riassuntivo di quella serata e con le
statistiche del 1998, quando osservai 241 meteore:
17-18 novembre 1998. Nel 1999 la notte del massimo fu completamente nuvolosa,
facendomi perdere la maggiore attività meteorica degli ultimi trent'anni, mentre nel 2000 il
cielo fu parzialmente nuvoloso e potei conteggiare fra una nuvola e l'altra. Il link con il
tabulato di quella notte è 17-18
novembre 2000.
La grande produzione di bolidi che le Leonidi mostrano nelle notti dei
massimi seguenti il ritorno al perielio della cometa genitrice, in questo caso negli anni
fra il 1998 e il 2002, è impressionante e lascia
di stucco se si raffrontano le meteore di magnitudine negativa prodotte dagli sciami più attivi
in condizioni normali, quindi non dopo il ritorno delle comete genitrici, rispetto alle Leonidi.
Un solo raffronto con il massimo delle Quadrantidi, il cui tabulato del massimo 2002 lo potete
leggere alla notte del 03-04 gennaio
2002 fa capire subito la differenza, soprattutto nell'impressionante numero di bolidi
visti a novembre.
Confrontando le Leonidi con le Geminidi, lo sciame più attivo con le Quadrantidi in condizioni
normali, i cui dati li potete leggere alla pagina riferita al 13-14 dicembre 2001, ci mostra una situazione ancora più
squilibrata, dato che le Geminidi le osservai proprio nelle ore del picco e col radiante alto in
cielo, mentre le Quadrantidi quest'anno le osservai circa dieci ore dopo il picco (a partire dall
4 UT). Questo sciame è generato dalla polvere rilasciata da un asteroide (Pheton), ma il numero
delle meteore è sempre alto (ZHR=100-120) anche se la loro luminosità è bassa (3-4a magnitudine).
Per quanto accaduto nella notte del 17-18/11/2001 possiamo dire che siamo già soddisfatti; il
cielo si è mantenuto sereno per gran parte della serata, a parte un'ora di nuvole che si sono
spostate abbastanza velocemente e che hanno lasciato sempre visibile almeno un terzo del cielo.
Il disagio non è durato molto e, complice l'ottimo seeing del sito posto a circa 1400 metri slm,
l'attività osservata è stata molto intensa, con momenti nei quali apparivano circa 5 bolidi in
un minuto, anche se lo ZHR è stato basso (circa 100). Chi ha perso la mattina del 17/11/1998
(nel mio caso a causa di una febbe tanto passeggera quanto fastidiosa) si è rifatto con almeno
due bolidi di -10, un paio di -8, alcuni di -6 e un centinaio di meteore di magnitudine
sino alla 0. Complessivamente, ritengo si possano stimare in circa cinquecento-seicento le
meteore osservate; Matteo Mellone ha conteggiato 407 meteore. Attendo ancora le fotografie di
Marco Candotti, mentre le due con bolidi di Giuseppe Campodall'Orto sono strepitose. Un bolide
ha avuto una scia che è perdurata, visibile ad occhio nudo, per 31 minuti, mentre un'altra per
almeno 10, quella del secondo bolide di -10. Per confronto, il collega Furio Pieri del Circolo
Culturale Astronomico Trieste mi ha riferito che la scia vista da noi per 31 minuti, lui l'ha
osservata per 10; questo a causa dell'inquinamento luminoso maggiore presente nella zona di
Trieste, anche se essi osservavano dal Carso, quindi a qualche centinaio di metri di quota.
Anche il materiale dei soci a Lussin Piccolo (Croazia) e a Talmassons è stato buono, con una
lunga scia ripresa da Marco Russiani e tre immagini della scia del bolide di -10 riprese da Stefano
Codutti. Chi avesse ulteriori dati e immagini, è pregato cortesemente di mandarmeli in alta
definizione per le immagini (su cd-rom) e in formato standard (dati e/o cartine gnomoniche) per
le osservazioni.
Si è notato che tantissime scie erano molto corte quando apparivano all'orizzonte, pur essendo
inequivocabilmente di Leonidi, ma assolutamente atipiche rispetto alle solite lunghezze per scie
lontane dal radiante. Ed esse si sono disposte lungo tutto l'orizzonte, senza direzioni privilegiate
(come dovrebbe essere), creando una strabiliante suggestione durante la loro osservazione.
Altrettanto inconsueto è stato il fatto che la percentuale delle meteore di magnitudine negativa
è stata fuori dalla norma in maniera netta, raggiungendo in certi momenti la predominanza
assoluta nella casistica temporale per periodi!
Altrettanto rilevante è stata la inconsueta carenza di meteore deboli a partire dalle ore 02:30
TU, quando ho dovuto sospendere le tracciature delle meteore perché l'attività dello sciame
aveva abbondantemente superato le mie capacità di trascrizione sulle cartine. A partire da
quell'ora abbiamo potuto solo dettare (in maniera precisa) nel registratore audio i dati
osservativi, senza poter disegnare sulle cartine gnomoniche di Brno le scie, eccetto i casi
dei bolidi più luminosi.
In conclusione non posso che complimentarmi per l'aiuto fornito e i dati acquisiti dai miei soci
Marco Candotti, Giuseppe Campodall'Orto, Matteo Mellone e Katia Coppo nel sito presso il
Monte Cavallo in Carnia, del lavoro svolto a Lussin Piccolo da Mauro Zorzenon e Marco Russiani
e dal completamento dei dati svolto dai soci a Talmassons, in particolare Stefano Codutti e
Francesco Scarpa.
Chi non è venuto non sa quale spettacolo meraviglioso si sia perso, ma chi era presente lo ricorderà in futuro per molti e molti anni...
Lucio Furlanetto - Responsabile della sezione meteore del CAST
18-11-2000 (1h 32m effettivi d'osservazione) | |||||||||||||||||
mv | -4,0 | -3,0 | -2,5 | -2,0 | -1,5 | -1,0 | -0,5 | 0,0 | 0,5 | 1,0 | 1,5 | 2,0 | 2,5 | 3,0 | 3,5 | 4,0 | TOT |
Leonidi | 1 | 1 | 1 | 4 | 1 | 2 | 1 | 1 | 0 | 7 | 2 | 5 | 4 | 6 | 2 | 1 | 39 |
Leonidi 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 2 | 2 | 0 | 0 | 6 |
Leonidi 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 |
Leonidi 3 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 2 | 0 | 1 | 0 | 0 | 4 |
Tauridi N | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 11 |
Tauridi S | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 1 |
Alfa MON | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 2 | 0 | 3 |
Chi ORI | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 |
Sporadiche | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 1 | 5 | 2 | 1 | 12 |
mv | -4,0 | -3,0 | -2,5 | -2,0 | -1,5 | -1,0 | -0,5 | 0,0 | 0,5 | 1,0 | 1,5 | 2,0 | 2,5 | 3,0 | 3,5 | 4,0 | 70 |
Tabella 1 - distribuzione delle meteore per magnitudine (fonte Lucio Furlanetto - CAST)
Figura 2 - La meteora appare nella costellazione dei Gemelli, al centro in alto. Fotografia di Massimo Russo di Reggio Calabria; obiettivo da 19 mm a f/3.8 - pellicola Kodak Supra 800 ISO - tempo d'esposizione 10 minuti. (Fonte Lucio Furlanetto - C.AS.T.)
Figura 3 - La scia di fumo lasciata da un bellissimo bolide di magnitudine -16. Fotografia di Massimo Russo di Reggio Calabria; obiettivo da 19 mm a f/3.8 - pellicola Kodak Supra 800 ISO - tempo d'esposizione 10 minuti. (Fonte Lucio Furlanetto - C.AS.T.)
Per vedere l'intera gallery delle immagini delle meteore, comprese quelle riprese da Massimo Russo in Australia, cliccate la pagina delle immagini delle meteore.