BUCO NERO (BLACK HOLE)

Se al momento del collasso una stella ha una massa superiore a circa 3,2 masse solari, divenendo una supernovae l'implosione ne potrebbe comprimere il nucleo ben oltre lo stadio di una stella di neutroni. Potrebbe addirittura collassare sino al punto nel quale nessuna forza puà resistere ad un'ulteriore compressione, per cui l'oggetto continuerebbe a restringersi fino a che scomparirebbe alla vista, divenendo un buco nero.
Entro l'orizzonte degli eventi allontanarsi dal buco nero richiederebbe un'energia infinita, per cui neppure la luce potrebbe uscirne. Un buco nero è di per sè è invisibile. Tuttavia, un oggetto che vi cadesse dentro spiraleggerebbe intorno a esso nel disco di accrescimento. Questo lento vorticare produrrebbe per attrito un riscaldamento mentre precipita e il bagliore della radiazione così emessa potrebbe venire rivelato. Negli anni settanta del XX secolo l'astrofisico Stephen Hawking descrisse un'equazione la quale mostra che, a causa della meccanica quantistica, attorno all'orizzonte degli eventi di un buco nero ci sarebbe un'emissione di radiazione, battezzata in suo onore radiazione di Hawking, la quale farebbe lentamente evaporare i buchi neri. Minore è la massa del buco nero e maggiore è il suo tasso di evaporazione, la quale accelerebbe col passare del tempo.

Una curiosità: questa parola fu utilizzata per la prima volta dall'astrofisico teorico John Archibald Wheeler il 29 dicembre 1967 durante una conferenza tenuta a New York (U.S.A.)


Si ringraziano l'autore del testo e l'editore per la gentile concessione.

Un'altra definizione la potete trovare nel sito di Astrolink.


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